Mediterranea Holding, partecipata della Regione siciliana, chiede un rinvio per formalizzare l’acquisto e Fintecna cancella la gara. Palazzo d’Orléans: “Annullamento incomprensibile”. L’ipotesi: liquidazione e vendita a “spezzatino”
PALERMO – Il no di Fintecna all’offerta di Mediterranea Holding per Tirrenia e la controllata siciliana Siremar ha chiuso alle mire del presidente Lombardo di riportare nell’Isola la compagnia di navigazione e apre a scenari ancora tutti da decifrare. La giusta decisione della finanziaria di Stato, che ha il 100% del gruppo di navigazione, è arrivata nella serata di mercoledì, nel giorno in cui era prevista la sottoscrizione del contratto, lasciando sconcertata la cordata guidata dalla Regione Siciliana (37%), che aveva chiesto, ventiquattrore prima, uno slittamento per raggiungere un accordo con le banche creditrici di Tirrenia, “necessario per raggiungere il previsto equilibrio finanziario”. Insomma, i 545 milioni (25 mln di acquisto più 520 di debiti della precedente gestione) necessari all’acquisto. Ma per Fintecna “non essendo intervenuta la sottoscrizione del contratto da parte di Mediterranea Holding, prevista per l’altro ieri, è stata conseguentemente dichiarata la chiusura senza esito della procedura di dismissione”. Dalla Regione Siciliana, ancora ieri, l’annullamento è apparso incomprensibile: “Il contratto era stato sottoposto agli acquirenti alle 14 di ieri (martedì, ndr), concedendo soltanto 24 ore di tempo per gli approfondimenti. Ma la cordata si era detta favorevole alla stipula del contratto”.
Ieri, più di una voce commentava la decisione di Fintecna con la dichiarata volontà del Mpa di Lombardo di non appoggiare in tutto e per tutto il Governo Berlusconi.
Proprio mercoledì mattina, la Camera ha dato il via libera definitivo al decreto che rendeva possibile il passaggio di Tirrenia e Siremar a Mediterranea Holding e prevedeva nuovi finanziamenti esclusivamente per fronteggiare il momentaneo fabbisogno di liquidità derivante dalla gestione corrente.
Cosa succede ora? Intanto i collegamenti marittimi non saranno interrotti. Su proposta del presidente del Consiglio e del ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, il Consiglio dei ministri ha approvato un decreto-legge con “disposizioni finanziarie urgenti” per Tirrenia. Uno stanziamento, spiega il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, “per garantire la continuità operativa. Si evita così, nel rispetto dell’interesse pubblico e della collettività, l’interruzione dei collegamenti marittimi”.
La privatizzazione, che doveva essere completata entro il 30 settembre prossimo, secondo quanto disposto dall’Unione europea?
Ieri, una ridda di voci sulla volontà di Fintecna di predisporre l’invio dei libri in tribunale per ricorrere all’amministrazione straordinaria prevista dalla legge 5 luglio 2004 n.166 (legge Marzano). Se ciò si avverasse, porterebbe inevitabilmente al famigerato “spezzatino” del Gruppo Tirrenia”. Per il segretario generale della Uil trasporti Giuseppe Caronia, “se questa malaugurata evenienza fosse confermata la Uiltrasporti si renderà disponibile a sostenere qualunque azione di lotta che i lavoratori dovessero decidere per impedirne l’attuazione”.
Prosegue Caronia: “le nostre strutture territoriali e regionali sono state pertanto già allertate e su richiesta di ogni singola unità potranno procedere alla formalizzazione di ogni azione di sciopero che fosse decisa dagli equipaggi o dagli uffici ed alla quale potranno dare opportuna copertura sindacale”.
Un’altra ipotesi vede l’emanazione di un nuovo bando per la vendita di Tirrenia e assuma direttamente il coordinamento delle gare di tutte le cinque società, Tirrenia, Caremar, Toremar, Saremar e Siremar in modo tale da poter conseguire, oltre che la omogeneità di soluzioni per i lavoratori, la contestuale privatizzazione delle aziende, che però sarà indispensabile posticipare, spiegandone con la necessaria chiarezza e determinazione alla Ue le motivazioni, come ha chiesto anche l’Ugl.
Meta (Pd): “Sono emerse tutte le contraddizioni già evidenziate”
ROMA – “Con l’annullamento della gara di privatizzazione di Tirrenia emergono tutte le contraddizioni di una vicenda che presentava forti criticità, che abbiamo evidenziato anche nella discussione di ieri alla Camera durante la conversione del decreto sui trasporti marittimi. Chiediamo quindi al Governo di riferire immediatamente al Parlamento sul fallimento di una privatizzazione iniziata male e finita, purtroppo, peggio”. Lo afferma il capogruppo del Pd in commissione Trasporti alla Camera, Michele Meta, ricordando come “l’unica cordata capitanata dalla Regione Sicilia non si è presentata alla firma del contratto, determinando così l’annullamento della gara. Sembra essere tornati al punto di partenza come in un gioco dell’oca senza fine”.
“La confusione politica nella maggioranza è tanta – aggiunge Meta -, lo sbandamento del Governo evidente, ma riteniamo che il ministro dei Trasporti debba comunque fare il proprio dovere e garantire la sicurezza e la certezza dei collegamenti e dei servizi in queste settimane di massiccio flussi di passeggeri e la continuità territoriale con le isole minori. L’invito, quindi, è quello di evitare ulteriori pasticci e scongiurare disservizi per i viaggiatori”.