Europee 2024, elezioni "distanti" ma importanti per la Sicilia

Europee, l’Election Day “ignorato” dalla Sicilia ma fondamentale per gli equilibri politici e sociali

Europee, l’Election Day “ignorato” dalla Sicilia ma fondamentale per gli equilibri politici e sociali

Simone Olivelli  |
domenica 09 Giugno 2024

Una tornata elettorale caratterizzato da forte personalizzazione e dal rischio astensionismo, ma che in realtà sarà importante per la politica e la società siciliana nei prossimi anni.

Cinque anni di politica europea, ma anche una cartina al tornasole per misurarsi nel recinto di casa. È il doppio volto delle Europee, la tornata elettorale tradizionalmente più distante – non solo dal punto di vista geografico – per i cittadini, con la Sicilia, avamposto a sud del continente, che non fa eccezione.

Quest’anno però, nonostante la futura agenda politica europea – dalla crisi climatica alla geopolitica, dall’economia alla gestione dei fenomeni migratori – si preannunci ricca di appuntamenti che non potranno essere falliti, la sensazione che il verdetto che verrà fuori dalle urne inciderà in modo particolare sugli equilibri nazionali e regionali è più forte.

Europee 2024: chi si elegge in Sicilia

Le cabine elettorali rimarranno aperte fino alle 23 del 9 giugno, poi sarà la volta dello spoglio. A seguire con estremo interesse gli exit poll e i dati che man mano arriveranno dai seggi saranno non solo chi spera di volare a Bruxelles e Strasburgo, ma anche quanti sperano in un buon risultato per guadagnare posizioni nel risiko della politica siciliana, alle prese con una costante campagna elettorale.

Nel prossimo Europarlamento l’Italia sarà rappresentata da 76 deputati. La legge italiana prevede la divisione del territorio in cinque circoscrizioni, con Sicilia e Sardegna a comporre quella denominata Isole a cui spettano otto seggi. In Sicilia saranno oltre quattro milioni gli aventi diritto al voto: il dato demografico, specialmente se rapportato con quello sardo, fa sì che sulla carta i candidati siciliani risultano più favoriti rispetto ai sardi. E la considerazione ha trovato conferma anche al momento della composizione delle liste da parte dei partiti per le europee.

Ma se per sapere con certezza chi sarà eletto bisognerà inevitabilmente attendere la conclusione dello spoglio, già adesso si può stabilire che molto dipenderà da quante liste saranno capaci di superare la soglia dello sbarramento, fissata al 4% su base nazionale.

La sfida fra i leader

Giorgia Meloni, Elly Schlein, Matteo Renzi, Carlo Calenda. Anche la circoscrizione Isole non è rimasta esente dalla scelta di larga parte dei capi dei partiti di scendere formalmente in campo per le Europee. Tuttavia, a eccezione di Renzi, nessuno dei leader sembra essere intenzionato ad accettare il seggio a Bruxelles in caso di elezione.

All’origine di questa decisione, che rappresenta forse l’apice del fenomeno di personalizzazione della politica che va avanti da anni, c’è il tentativo di portare alle urne quegli elettori che altrimenti rischierebbero di ingrossare le file degli astensionisti che, anche stavolta, rischiano di essere tantissimi. Ma non solo. Il testa a testa fornirà anche indicazioni sulla capacità di trascinamento dei singoli leader e, di conseguenza, sulla salute dei partiti in vista dei prossimi appuntamenti elettorali dentro i confini nazionali.

Europee 2024, il punto sul centrodestra

Il sistema proporzionale, su cui si basa la legge elettorale per le Europee, fa sì che i partiti che oggi governano in coalizione tanto a Roma quanto a Palermo siano avversari. Almeno fino alla chiusura dello spoglio. Ma con molta probabilità anche a Bruxelles, dove i partiti dovranno scegliere a quale gruppo aderire, seguendo il proprio Dna e dunque distinguendo tra popolari e destra.

All’interno di Fratelli d’Italia, che a maggio a più riprese si è mostrata compatto nel corso della campagna elettorale per le Europee in giro per la Sicilia, l’attenzione è calamitata dalla performance che avranno i candidati sponsorizzati dai big del partito, dal presidente dell’Ars Gaetano Galvagno al senatore Salvo Pogliese. La distribuzione delle preferenze nel partito della premier Giorgia Meloni potrebbe contribuire a spostare gli equilibri interni, mentre il confronto con Forza Italia, che in Sicilia esprime il governatore Renato Schifani, potrà avere riflessi su un futuro rimpasto di giunta alla Regione.

Sulla scorta di queste considerazioni, Forza Italia si presenta al primo grande appuntamento senza Silvio Berlusconi. Il fondatore del partito, della cui morte tra pochi giorni ricorrerà il primo anniversario, ha comunque accompagnato la campagna elettorale sotto forma di nome e immagini che i vertici di Forza Italia, a partire da Antonio Tajani, hanno scelto di adottare per richiamare il proprio elettorato. A prescindere da ciò, a livello regionale sarà interessare capire quanto Forza Italia potrà guadagnare dall’appoggio esterno ma dichiarato di Raffaele Lombardo e di Totò Cuffaro.

Nel caso della Lega, invece, la corsa per le Europee nelle Isole servirà a capire lo stato dell’arte all’interno di un partito che, dopo la grana giudiziaria dell’uomo forte Luca Sammartino e senza la discesa in campo del proprio leader nazionale Matteo Salvini, attende di capire quanto riesce comunque a fare breccia in una terra un tempo ostile.

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Le opposizioni

Il Partito democratico
Elly Schlein
ha scelto Catania per chiudere la campagna elettorale per le Europee in Sicilia. La segretaria democratica si è mostrata fiduciosa di riuscire a dare segnali concreti della nuova linfa promessa con la propria elezione a guida del partito. Stabilire se l’effetto Elly si farà sentire anche in Sicilia è una delle curiosità che caratterizzano il volo delle Europee. Fondamentale per Schlein, nell’ottica delle future Politiche, capire anche la distanza che la separa da Giorgia Meloni.

Il Movimento 5 Stelle
Con Giuseppe Antoci capolista voluto direttamente da Giuseppe Conte, che ne ha battezzato la campagna elettorale, i cinquestelle arrivano al voto chiedendosi se il periodo buio registrato anche in Sicilia è ormai messo alle spalle o se invece ancora bisognerà attendere per risalire la china.

Dallo spoglio arriveranno indicazioni importanti anche nell’ottica del confronto con il Pd. Se alle Europee si corre separati, l’idea di un’alleanza per le future Regionali siciliane, che a meno di fine anticipata dell’attuale legislatura arriveranno nel 2027, resta la prima delle opzioni.

Cateno De Luca e gli altri
Tra le liste meno accreditate nelle settimane in cui è stato possibile fare e divulgare sondaggi sulle intenzioni di voto c’è anche Libertà, il progetto variopinto di Cateno De Luca. Anche in questo caso, il risultato che arriverà dalle urne andrà sottoposto a interpretazioni su scala regionale: De Luca, non è un mistero, punta dritto a Palazzo d’Orléans. L’idea di guidare la Regione è un obiettivo a cui lavora da anni e che in occasioni delle prossime elezioni potrebbe trovare sostegno nei partiti che attualmente sono all’opposizione all’Ars. In tal senso, portare a casa un risultato di rispetto potrebbe essere un ottimo biglietto da visita per i potenziali alleati.

Sulla scheda elettorale per le Europee 2024 compaiono anche i simboli di Azione di Calenda, Stati Uniti d’Europa di Renzi e Bonino, Alleanza Verdi-Sinistra, Pace Terrà Dignità di Santoro e Alternativa Popolare. Formazioni che sono arrivate ai nastri di partenza di certo non con i favori del pronostico ma che nutrono speranze diverse in vista dei risultati.

Immagine di repertorio

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