Dalla Tunisia, dove si trova, ha detto di rispettare il lavoro della magistratura e di aver sempre combattuto la mafia, trovandosi accusato di aver ricevuto denaro dagli imprenditori Montante e Morace
“Nell’inchiesta Montante sono accusato di avere preso da lui e dai suoi amici milioni di euro, che non esistono. Nell’indagine Morace sono rinviato a giudizio per diecimila euro dati con due bonifici alla luce del sole da quell’imprenditore, cui ho tolto tra l’altro cento milioni di euro riducendo i costi del trasporto marittimo, per finanziare la campagna elettorale del mio movimento (il Megafono): quindi accusato di corruzione per un bonifico, un primato. Delle due l’una: o sono un tangentista o un micragnoso. Non sono nell’uno e nell’altro. Ho rispetto per la legge e per i magistrati, ma mi sento derubato di una vita condotta nella lotta alla mafia e di sacrifici nell’interesse degli altri”.
Lo ha detto ai giornalisti dell’Ansa l’ex governatore della Sicilia, Rosario Crocetta, al telefono dalla Tunisia.
Crocetta si è detto “profondamente amareggiato per due inchieste che mettono in discussione l’azione moralizzatrice che ho condotto durante tutta la mia vita”.
Ieri il gup di Palermo ha rinviato a giudizio Crocetta con l’accusa di corruzione. Il procedimento nasce dall’inchiesta sull’armatore trapanese Ettore Morace, il patron della Ustica Lines (poi diventata Liberty Lines) incaricata dei servizi di collegamento con le isole minori, considerato dall’accusa il creatore di un vero e proprio sistema di corruzione che prevedeva soldi, rolex, borse e altri regali ai politici.
Nell’inchiesta Montante, in mano alla Procura di Caltanissetta, Crocetta è indagato assieme ad altri politici accusati a vario titolo di associazione a delinquere, corruzione, abuso d’ufficio e finanziamento illecito ai partiti.
L’ex governatore, in particolare, secondo l’accusa, avrebbe ricevuto denaro dall’ex leader di Sicindustria.
“Se avessi ricevuto tutti quei soldi da Montante – ha affermato Crocetta – non penso che avrei dovuto ricorrere al finanziamento della mia campagna elettorale per raccogliere qualche migliaio di euro, per l’esattezza quarantamila perché gli altri cinquantamila li versai grazie al tfr e ai miei risparmi, Sono accusato in vicende in cui non c’è una sola prova contro di me. Nel caso Montante ci sono le dichiarazioni di una persona che sostiene che io abbia ricevuto dei soldi, ma dov’è questo denaro? Dovrei essere ricco, e non lo sono. Con quei soldi avrei potuto aprire sedi del Megafono in giro per la Sicilia, avrei potuto fare una campagna faraonica, nulla di tutto questo è accaduto. Nel caso Morace, invece, mi si accusa di averlo favorito in cambio di cosa? Di due bonifici, tracciati, da diecimila euro. Insomma sarei un fesso, visto che come governatore avrei potuto agire in qualunque modo se avessi voluto favorire qualcuno e io non ho mai favorito nessuno in cinque anni di governo”.
L’ex governatore ha confidato: “Non sto bene”.
“Non sono fuggito in Tunisia come ho sentito dire a qualcuno – ha proseguito – Mi sono trasferito in questo Paese per ristabilire un minimo di vita, ho vissuto mesi di depressione. Non sono riuscito neppure a gioire alla notizia, datami dal mio avvocato qualche giorno fa, riguardo la mia assoluzione nel processo sulla discarica Cisma. Qui in Tunisia sono un esiliato, mi manca la Sicilia, mi mancano i miei amici, mi manca l’impegno politico e quello sociale. Rispetto i magistrati, ma sul piano umano tutte queste vicende mi distruggono psicologicamente”.