Agrigento, anche il settore agricolo rischia il collasso - QdS

Agrigento, anche il settore agricolo rischia il collasso

Irene Milisenda

Agrigento, anche il settore agricolo rischia il collasso

martedì 21 Aprile 2020

In difesa del comparto si sono già schierati i primi cittadini di Santo Stefano di Quisquina e Canicattì. A rischio numerose aziende che rappresentano il nucleo pulsante di fragili economie locali

AGRIGENTO – Dopo l’emergenza sanitaria legata al Coronavirus continuano a crescere le preoccupazioni per l’economia, che risente di questa colossale frenata. Tra i settori più colpiti c’è anche quello agricolo, tanto che, allo stato attuale, risulta difficile, a oggi, calcolare con precisione le ripercussioni.

Nei prossimi mesi gli agricoltori saranno costretti a confrontarsi con un mercato incerto e difficile, dovendo, però continuare ugualmente a sostenere tutti i costi necessari per mandare avanti la produzione. A Santo Stefano Quisquina il sindaco Francesco Cacciatore ha chiesto lo stato di calamità per il comparto agricolo e zootecnico, mentre a Canicattì il primo cittadino Ettore Di Ventura, con una nota inviata al Presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci ha invocato interventi di sostegno per il settore vitivinicolo e per colture frutticole: albicocche, pesche, ciliegie che sono già in crisi da un biennio.

“Non possiamo permettere – ha detto il primo cittadino canicattinese – il ripetersi degli effetti deleteri della grave crisi dell’uva da tavola avvenuta nel biennio 2018/2019. È necessario che le istituzioni regionali adottino interventi mirati a fronteggiare questo duro momento per l’intero comparto agricolo che rappresenta il volano economico per tutto l’hinterland. Senza immediati provvedimenti si rischia di pagare un prezzo altissimo perché sarebbe un disastro per l’economia cittadina e per i tanti imprenditori che fanno della propria attività l’unica fonte di reddito”.

Le prime risposte arrivate dal Governo Conte sono state inserite nel decreto Cura Italia di marzo, ma gli operatori del settore chiedono ulteriori provvedimenti per sostenere un settore che rischia il collasso. “Stiamo ponendo attenzione su tutto il comparto – ha dichiarato la portavoce alla Camera per il Movimento 5 stelle, Rosalba Cimino – e tra le prime misure c’è la possibilità di trattamenti di integrazione salariale in deroga, il riconoscimento di un’indennità in favore dei lavoratori autonomi iscritti all’Inps e degli operai agricoli a tempo determinato, nonché la proroga (dal 31 marzo 2020 al 1 giugno 2020) del termine della presentazione delle domande per la disoccupazione agricola relativa al 2019. È stato istituito il Fondo per il reddito di ultima istanza per il sostegno al reddito di agronomi, agrotecnici e periti agrari e per il comparto agricolo e della pesca la possibilità di aumentare dal 50 al 70% gli anticipi spettanti alle imprese che possono accedere ai contributi Pac. C’è inoltre un Fondo di 100 milioni per assicurare la continuità alle imprese agricole, della pesca e dell’acquacoltura, una proroga della validità dei permessi di soggiorno dei lavoratori stagionali, l’estensione dell’indennizzo anche ai pescatori autonomi, ai soci di cooperative che esercitano professionalmente la pesca in acque marittime, interne e lagunari”.

“Insomma – ha concluso – stiamo lavorando affinché si intervenga con ancora più efficacia nel prossimo decreto in arrivo entro il mese”.

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