Tra le iniziative organizzate dall’Arcidiocesi etnea, la messa di ieri pomeriggio in Cattedrale. Come ogni anno, la Fondazione Tregua ha consegnato una liberalità al direttore della Caritas
CATANIA – In occasione del Giubileo 2025 e delle iniziative dedicate al mondo della comunicazione, monsignor Renna, ha richiamato le parole di Papa Francesco e di Don Tonino Bello: “I giornalisti hanno il grande compito di disarmare l’informazione e di non dissolvere i volti, pur mantenendo lo spirito critico. La gente deve leggere di più le notizie nei giornali invece che dare un’occhiata soltanto a quelle riportate sui social. Bisogna soprattutto insegnare ai ragazzi a leggere gli editoriali, perché abituano ad avere uno spirito critico”.
Con queste parole l’Arcivescovo di Catania, monsignor Luigi Renna, ha accolto ieri presso l’Arcivescovado di Catania, il direttore del Quotidiano di Sicilia, Carlo Alberto Tregua e la direttrice della testata online Qds.it, Raffaella Tregua, nonché vicepresidente della Fondazione Etica e Valori Marilù Tregua.
La Messa dedicata ai giornalisti e operatori della comunicazione
Tra le iniziative giubilari organizzate dall’Arcidiocesi di Catania, ieri pomeriggio si è celebrata una messa in Cattedrale, presieduta da monsignor Renna, dedicata a giornalisti e operatori della comunicazione, con l’intento di sottolineare l’importanza del loro ruolo nella società, soprattutto in un’epoca in cui la comunicazione è cruciale per promuovere valori positivi e di verità. L’incontro con monsignor Renna è stato l’occasione per la consegna della consueta liberalità a Don Nuccio Puglisi, direttore della Caritas Diocesana di Catania, un gesto che rappresenta il frutto della decennale collaborazione tra la Fondazione Tregua, Caritas e il Quotidiano di Sicilia.
Le parole di Don Nuccio Puglisi, direttore Caritas Catania
Don Nuccio Puglisi, direttore Caritas Diocesana di Catania: “Anche quest’anno la Fondazione Tregua non ci ha lasciati soli nel lavoro di accompagnamento e sostegno a una delle opere più importanti della nostra Caritas: Casa Sant’Agata, centro di accoglienza per le donne vittime di violenza. Provvedere alla quotidianità di queste madri, e dei loro figli, perché mai manchi loro il necessario, e il loro reinserimento nella vita sociale possa avvenire al meglio, comporta risorse non indifferenti. Avere accanto chi non si dimentica dei meno fortunati è una grazia. La memoria è sempre una forma grande di carità, quest’anno raddoppiata in un ancora più generoso atto di amore. È la memoria di chi, al contempo, fa tesoro del passato e crea speranzoso il futuro. Il nostro grazie passa dai sorrisi di chi, di questo amore, raccoglie i frutti ogni giorno. Non potrebbe esservi un grazie più bello”.
Raffaella Tregua, da anni responsabile de “La voce delle donne”, la rubrica mensile del Quotidiano di Sicilia, nata per informare e promuovere un cambiamento culturale a favore dell’emancipazione femminile, ha dichiarato: “Ogni donna vittima di violenza merita non solo giustizia, ma anche supporto, solidarietà e l’opportunità di ricostruire la propria vita. È fondamentale rompere il silenzio e l’omertà che circondano la violenza. Le madri, che spesso lottano in silenzio, non devono essere lasciate sole e i loro figli hanno diritto a crescere in un ambiente sicuro e amorevole, libero dalla paura”.
Annunciata la decima edizione di Maggio in…forma
Nel corso dell’incontro, è stata annunciata a monsignor Renna la decima edizione di “Maggio in…forma”, la campagna di informazione e prevenzione del tumore al seno, organizzata dalla Fondazione Tregua e dall’Andos Comitato di Catania, in memoria di Marilù Tregua. Anche quest’anno, l’ambulatorio della Caritas ospiterà i medici volontari dell’Andos per offrire visite senologiche gratuite alle donne che frequentano l’Help center di Catania e alle ospiti della Locanda del Samaritano.
A conclusione dell’incontro, un momento particolarmente emozionante è stato quando monsignor Renna ha mostrato ai presenti una stanza dell’Arcidiocesi, impreziosita da grandi cornici che lungo il perimetro riportavano un documento storico trascritto sui muri. Si tratta di un’importante testimonianza del Congresso di Vienna del 1815, che sancì il ritorno dei Borboni nel Regno delle Due Sicilie e testimonia la presenza dell’autorità imperiale a Catania. Dopo l’alluvione che ha colpito l’Arcidiocesi tre anni fa, la stanza è stata sottoposta a un restauro che ha portato alla luce questi scritti storici, precedentemente nascosti da numerosi strati di tappezzeria risalenti all’Ottocento, che avevano celato l’opera muraria.