Aricò: "Pochi voli, sconti non bastano. Serve vero riconoscimento dell'insularità" - QdS

Aricò: “Pochi voli, sconti non bastano. Serve vero riconoscimento dell’insularità”

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Aricò: “Pochi voli, sconti non bastano. Serve vero riconoscimento dell’insularità”

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domenica 18 Dicembre 2022

Al QdS interviene l’assessore regionale alle Infrastrutture e alla mobilità: “Favorevoli alla privatizzazione degli scali”

L’esplodere del caro biglietti ha determinato, lo dicevamo, l’intervento deciso della Regione. Il QdS ha quindi raggiunto l’assessore alle Infrastrutture e alla mobilità Alessandro Aricò per approfondire gli aspetti più caldi della questione.

Assessore, ritiene utile alla causa l’apertura di un tavolo di interlocuzione con il governo nazionale e le compagnie aeree?

“L’interlocuzione con il governo nazionale, per noi, è fondamentale soprattutto in funzione del fatto che Ita è una compagnia a tutela e partecipazione pubblica, pur essendo una società di diritto privato. Negli ultimi mesi il numero dei voli da e per la Sicilia è stato ridotto. Paragonando, infatti, il numero di passeggeri della vecchia Alitalia con quelli attuali, si tratta un decremento del 40% sulle tratte tra la Sicilia e Roma. Sulla stessa tratta abbiamo verificato, ma è sotto gli occhi di tutti, un innalzamento a dismisura dei prezzi da Palermo e da Catania. Un incremento che riteniamo inaccettabile per le tasche dei siciliani, costretti a muoversi per i più svariati motivi di lavoro, personali o di salute.

Ita ha recentemente introdotto l’iniziativa “Vola Sicilia” che prevede sgravi del 30% sul costo dei biglietti per alcune categorie di utenti. Non crede che siano richiesti parametri troppo stringenti come, ad esempio, un Isee inferiore a 25.000 euro? Si garantisce davvero la continuità territoriale?

“Ritengo sia soltanto il primo passo, il problema non si risolve con un piccolo sconto soltanto per poche categorie. Abbiamo bisogno di avere un riconoscimento reale della condizione di insularità. Sappiamo che il governo nazionale ci sta lavorando. I siciliani, una volta per tutte, devono avere la possibilità di essere italiani a tutti gli effetti. Oggi è evidente la differenza che c’è tra chi vive in Sicilia e chi vive in Calabria. La condizione di insularità è stata riconosciuta dal punto di vista costituzionale, adesso abbiamo bisogno di decreti attuativi. Diversi studi, infatti, indicano che l’aggravio costi determinato dall’insularità costa ai siciliani oltre 6 miliardi di euro l’anno, praticamente mille euro per abitante. Si capisce, quindi, come i pochi milioni di euro messi dal precedente governo nazionale non fanno la differenza. La questione dell’insularità e del miglioramento della vita dei siciliani è prioritaria per l’Esecutivo Meloni. Siamo fiduciosi”.

In passato è stata spesso ventilata la creazione di una compagnia di bandiera siciliana. Come giudica questa possibilità?

“La giudico positivamente, ma non dovrebbe essere controllata dalla politica né finanziata dal denaro pubblico. Il governo regionale si impegnerà per creare le condizioni affinché le compagnie aree si possono avvicinare alle tratte che toccano gli scali di Catania e Palermo, ma anche di Trapani e Comiso. La politica potrà gettare le basi per agevolare il percorso di creazione di una compagnia che non abbia partecipazione e governane pubbliche. Certo, se dovesse esserci una compagnia straniera che attiva dei collegamenti e che trasforma i nostri aeroporti in hub strategici, perché dire di no? Dobbiamo, però, anche guardare agli aeroporti che in Sicilia sono – di fatto – controllati dagli enti pubblici. Si dovrà fare un ragionamento con gli enti che detengono le quote degli scali, perché riteniamo che quelli gestiti da privati possano avere maggiori stimoli per offrire servizi migliori ai siciliani. Il presidente Schifani ha ribadito di essere favorevole a questo percorso”.

In questo contesto, per assicurare la continuità territoriale, offrire valide alternative e calmierare i prezzi, quanto sarebbe importante la costruzione del ponte sullo Stretto?

“Pensare di fare il ponte in relazione al caro voli è riduttivo, il ponte va fatto e faremo di tutto per farlo. Va fatto perché è il grande sogno di chi governa a Roma e a Palermo, ma anche di molti siciliani e italiani. Un sogno che può agevolare il transito delle merci e l’attività imprenditoriale. La Regione sta lavorando affinché, insieme al ponte, ci siano collegamenti rapidi e stabili all’interno del nostro territorio. Bandiremo gare per oltre 5 miliardi, 4,5 sono destinati soltanto alle ferrovie, 1 miliardo e 450 milioni per i lavori della Siracusa – Catania. Insomma, lavoriamo affinché la Sicilia – quando sarà pronta per il ponte – potrà contare su intermodalità ed interconnessione nei trasporti, al pari delle regioni europee più progredite”.

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