Ha dato mandato di tutelare la propria reputazione al presidente Fava: "Da ora la vicenda è una questione giudiziaria: parleremo solo attraverso gli atti". La querelle su un articolo retrodatato di cinque anni dal giornalista, che smentisce
La Commissione antimafia dell’Ars ha dato mandato all’unanimità al suo presidente, Claudio Fava, di agire a tutela della reputazione dell’istituzione e di presentare querela per diffamazione nei confronti del giornalista Paolo Borrometi. Assenti al momento del voto gli onorevoli Assenza e Schillaci.
“Da questo momento la vicenda Borrometi per l’Antimafia è solo una questione giudiziaria. Daremo mandato ai nostri avvocati e parleremo solamente attraverso gli atti”, ha detto il presidente della Commissione, Claudio Fava, che ieri aveva spiegato quanto accaduto dopo l’audizione del giornalista, ascoltato qualche mese fa nell’ambito dell’inchiesta sul ciclo dei rifiuti in Sicilia.
Borrometi, interrogato sulle ragioni per cui nel 2015 non aveva pubblicato sul proprio blog, “La Spia”, la notizia di un manifesto sottoscritto da alcuni intellettuali a sostegno del sindaco di Scicli, Francesco Susino, aveva sostenuto d’averlo pubblicato e che l’avrebbe fatto avere all’Antimafia. L’articolo non era stato trovato nell’archivio della testata dai funzionari della Commissione.
“Il due marzo – ha osservato Fava – pochi minuti dopo una telefonata di sollecito da parte di una funzionaria, il pezzo è comparso in rete, retrodatato di cinque anni. A quel unto Borrometi ha accusato di falso la Commissione”. Ed è roprio sulle dichiarazioni del giornalista, ritenute diffamatorie dall’Antimafia, che si basa la querela.
Ieri Borrometi ha ribadito di “non aver manomesso alcun articolo”, annunciando, a sua volta, di procedere per le vie legali.