“L’arte non può prevedere confini o barriere, deve avvenire in totale osmosi con il presente” - QdS

“L’arte non può prevedere confini o barriere, deve avvenire in totale osmosi con il presente”

redazione

“L’arte non può prevedere confini o barriere, deve avvenire in totale osmosi con il presente”

Gino Morabito  |
giovedì 11 Maggio 2023

Intervista esclusiva all’attrice Sonia Bergamasco, che a fine agosto reciterà in Cassandra Resurrexit a Segesta

SEGESTA (TP) – Interpreterà la profetessa figlia del Re di Troia in Cassandra Resurrexit, su un testo poetico e potente di Ruggero Cappuccio, diretta dal fiammingo Jan Fabre. Giunto alla seconda edizione, il Segesta Teatro Festival annuncia il prestigioso appuntamento con un’artista di indiscussa fama internazionale. Il 25 e 26 agosto sarà di scena l’attrice, regista e poetessa Sonia Bergamasco.

A infiammare uno dei luoghi di cultura più suggestivi della Sicilia. Qual è il suo rapporto con la terra del Gattopardo?
“Ho da poco finito di leggere l’ultimo libro di Francesco Piccolo, ‘La bella confusione’ (Giulio Einaudi editore, nda), che mette in relazione il lavoro e l’opera di Fellini e Visconti: nello specifico, ‘Otto e mezzo’ e ‘Il Gattopardo’. Allora sono tornata a pensare a quella scrittura, a quell’immagine di Sicilia così potente, che poi ho vissuto a lungo scendendo nella zona del ragusano. Un luogo fortemente evocativo nei suoi silenzi, nei suoi paesaggi. La Sicilia è una terra magica”.

Il pensiero corre inevitabilmente a Livia nella serie televisiva Il commissario Montalbano.
“Interpretando il ruolo di Livia si è aperto uno squarcio su un tipo di lavoro che, in televisione, può sostenere un racconto poetico, con un linguaggio potente come quello di Camilleri, fatto di visioni. Il tutto ha preso corpo anche attraverso la sapiente opera di regia, di importazione registica e traduzione svolta da Alberto Sironi che ha creato una bolla. Una bolla di racconto andato avanti per vent’anni”.

Segesta come Puntasecca ritraggono un sud pieno di contraddizioni e di abbacinante bellezza. Come lo racconterebbe a tutti quei ragazzi che lo abbandonano alla ricerca di un futuro possibile?
“La bellezza da sola non basta. Occorrono anche le condizioni perché i giovani abbiano la possibilità di uno studio e uno sbocco sul lavoro concreto. Sì, è vero, in Sicilia come in altri luoghi del nostro Paese, c’è tanta bellezza. Ma questa bellezza poi dev’essere messa a frutto e tradotta nel presente con un progetto per le nuove generazioni”.

Sonia Bergamasco: attrice, regista, poetessa, artista. Alla luce di un appiattimento culturale e dell’intolleranza che sta prendendo sempre più il sopravvento sulla pacifica coesistenza delle persone, in che modo ritiene che l’arte possa concretamente contribuire a migliorare il nostro mondo?
“Credo che l’arte intesa come il fare, fare teatro, fare cinema, scrivere, dipingere, scolpire, sia di per sé una pratica che non può prevedere barriere né confini territoriali, linguistici, razziali. Qualcosa che abbia un senso artistico non può che avvenire in totale apertura, in osmosi con quello che accade nel presente”.

Dalla musica alla poesia, dal teatro al cinema, superare i limiti e gli stereotipi a favore di un’espressione più autenticamente personale. Si sente libera?
“Del concetto di libertà ne parlo nel mio libro ‘Un corpo per tutti’ (Giulio Einaudi editore, nda). È un testo sul mestiere dell’attrice e dell’attore, nel quale cerco di evidenziare alcuni punti che ritengo importanti: l’esistenza cioè di regole, nel nostro lavoro, che vanno riscritte di volta in volta. Non esiste un dato certo e costante, perché la regola è il movimento e l’ascolto è lo stare in sintonia: quindi mettersi in viaggio. In questo senso, la libertà è qualcosa che si guadagna di volta in volta, facendo un grande gioco di equilibrismo fra regole, da una parte, e desiderio di infrangerle dall’altra”.

Libertà come verità sono parole ingombranti che, se non ben circostanziate, rischiano di svuotarsi del loro significato o di esplodere.
“Nella mia professione una delle parole portanti è ascolto, una pratica che ci si augura possa essere consueta nella vita di tutti i giorni. A quelle grandi, preferisco di gran lunga parole più piccole che compongono, mattone su mattone, una casa. Una casa da abitare, quella in cui riuscire a far crescere le proprie idee”.

Cosa non può e non deve mancare nella sua casa per “sentirsi a casa”?
“Non può mancare l’amore che è vita. I legami affettivi, amorosi, di sangue sono nella vita e, anche attraverso questi, noi ci raccontiamo. Non voglio crearmi tuttavia delle situazioni astratte, preferisco invece vivere intensamente il mio qui e adesso”.

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