Assistenti vocali, pregi e difetti - QdS

Assistenti vocali, pregi e difetti

Elio Sofia

Assistenti vocali, pregi e difetti

sabato 27 Aprile 2019

ROMA – “Alexa, spegni le luci e suona musica rilassante”, “Siri, chiama papà”, “Ehi Google leggimi le news…” Sono o saranno queste alcune delle frasi o meglio dire dei comandi che vedranno nel 2019 la piena ascesa sul mercato e nelle abitazioni domestiche degli assistenti vocali, ultimo ritrovato della tecnologia in piena espansione e con molti dubbi e perplessità sulla tutela della privacy.
L’impiego degli assistenti vocali è destinato a crescere in modo esponenziale nei prossimi anni e si calcola che per il 2023 si arriverà alla quota record di 8 miliardi di dispositivi; boom che sarà favorito dalla ormai globalizzata diffusione degli smart speaker e delle smart Tv, dove l’aggettivo “smart” una volta utilizzato per indicare la generica intelligenza del sistema di collegarsi ad internet per offrire maggiori servizi sarà sempre più sinonimo di intelligenza artificiale capace di capire e registrare tutte le nostre interazioni con il sistema operativo.

In origine fu Siri, l’assistente vocale del sistema operativo Apple che fece la sua comparsa sui telefonini del colosso di Cupertino, rivoluzionario a suo tempo ma ormai assai limitato nella sua “intelligenza” e impiego rispetto ai Vocal Assistant rivali e concorrenti, presentati e portati sul mercato da Google e Amazon; sono proprio i dispositivi di questi ultimi due brand che la faranno da padrone per tutto il 2019 annunciando una rivoluzione del costume sociale superiore a quella che portò gli utenti di tutto il mondo a dotarsi di un cellulare o di un computer.

Google Assistant, al momento è il più semplice e preciso. L’assistente del gigante dei motori di ricerca eccelle quando la complessità aumenta. È il migliore a eseguire i cosiddetti “comandi contestuali”, cioè a capire dove ci troviamo e a rispondere di conseguenza; non appena acceso, è già integrato con l’ecosistema Google: calendari, Gmail, YouTube e i dispositivi Chromecast. Questa voce digitale “vive” sugli smartphone Android, su app per iOS e sui dispositivi Google Home. La forza di Amazon Alexa è invece la sua capacità di imparare nel tempo. Questa voce “vive” principalmente sui dispositivi Echo, ma è disponibile anche tramite app o sui dispositivi compatibili, come gli altoparlanti Sonos. Offre la miglior localizzazione in lingua italiana (Alexa riconosce più “modi di dire” rispetto ai concorrenti). Se all’inizio può deludere o sembrare limitato il suo impiego, le sue capacità crescono con l’istallazione delle “skill” ovvero delle “app vocali” che abilitano l’assistente a fare più cose: a leggervi news, ad aiutarvi in cucina con le ricette e anche a sfidarvi nelle citazioni di film. Insomma, dopo aver imparato a personalizzarlo, Alexa è il più aperto alle integrazioni di servizi terzi. Ma quali sono le competenze e le comodità offerte dall’utilizzo e acquisto di un assistente vocale? Si tratta di dispositivi che riconoscono il linguaggio umano e i suoi comandi senza problemi, o quasi. La continua ricerca sta migliorando l’affidabilità e i campi di impiego. Nel loro utilizzo domestico, possono infatti ricevere l’ordine di spegnere luci, attivare tv, prese elettriche e termostati, il tutto anche a distanza; leggere le news o il meteo e suonare un genere di musica secondo il nostro stato d’animo, impartendo un semplice comando vocale.

Nella loro routine di facilitare l’utente nel compiere semplici azioni che di suo non hanno nulla di rivoluzionario, questi “maggiordomi virtuali” incrementano le proprie competenze e la conoscenza della nostra quotidianità. Per esempio, con le “routine” di Alexa si può accendere il lampadario della camera da letto, attivare lo scaldino in bagno (previo collegamento ad una presa smart) e far leggere le news del mattino; il tutto pronunciando semplicemente “Buongiorno Alexa”.

Alla base del miglioramento del servizio offerto quindi c’è la conoscenza dei nostri consumi, della nostra quotidianità e dei nostri gusti; in poche parole maggiore sarà la conoscenza che questi dispositivi e soprattutto le aziende sviluppatrici che stanno dietro di loro, avranno di noi e maggiori saranno le performance degli assistenti vocali; compagni domestici di un futuro non più lontano né arrestabile. Tutto ciò sarà a discapito della privacy o della tutela di dati sensibili anche perché al momento dietro questi sistemi digitali ci sono sviluppatori e “uditori” umani che registrano e catalogano tutte le informazioni ricevute per migliore il servizio e renderlo sempre più personalizzato e su misura del singolo o della famiglia; il rischio di ritrovarsi in casa una “spia” è concreto ma sarà il prezzo da pagare per non sentirsi più soli a casa a dover sbrigare le semplici e quotidiane faccende domestiche.

Elio Sofia

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