Bambini vittime di violenza, protocollo per Pronto Soccorso - QdS

Violenza sui bambini, come agire? Una procedura dagli ospedali Villa Sofia – Cervello

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Violenza sui bambini, come agire? Una procedura dagli ospedali Villa Sofia – Cervello

Sonia Sabatino  |
giovedì 29 Dicembre 2022

Una procedura da seguire al Pronto Soccorso in caso di un bambino vittima di maltrattamenti, abusi e violenza fisica e psicologica: la presentazione a Palermo.

Cosa fare quando un bambino vittima di violenza fisica o psicologica arriva in Pronto Soccorso? Come aiutarlo sia dal punto di vista sanitario sia giuridico? Sono queste le domande a cui ha deciso di rispondere il personale sanitario degli ospedali riuniti Villa Sofia – Cervello di Palermo, sollecitato delle diverse problematiche relative ai minori che, nel corso degli anni, si è trovato a gestire, con l’esigenza di coniugare il percorso di cura alla tutela giudiziaria.

In considerazione della delicatezza della tematica e della necessità di operare in modo integrato (componente sanitaria, sociale, psicologica, giuridica), il Servizio Sociale dell’azienda ospedaliera, in collaborazione con il Pronto Soccorso Pediatrico, ha elaborato la “procedura per la presa in carico multidisciplinare dei minori vittime di maltrattamenti e abuso e dei minori a rischio” finalizzata ad individuare percorsi e strumenti per una corretta presa in carico del piccolo paziente.

Bambini vittime di abusi e violenza, una procedura per i Pronto Soccorso

“La procedura nasce per dare una linea di riferimento ai medici di Pronto Soccorso, che nel momento in cui osservano un caso di possibile violenza subita dal minore attivano il percorso segnalando la situazione al Servizio Sociale aziendale, il quale dopo le opportune verifiche coinvolgerà le istituzioni preposte per seguire il problema, cioè il Tribunale per i Minori, la Polizia di Stato, la Procura”, chiarisce Tommaso Mannone, direttore UOC Staff di Villa Sofia- Cervello.

“Parliamo, quindi, di tutti quei soggetti che hanno una forte valenza sulla tutela del minore. La nostra idea è quello di proporre un modello metropolitano, ma anche regionale se ci riusciremo, per standardizzare l’offerta in un’ottica di un’assistenza di qualità in merito alla tutela del minore a prescindere dall’azienda ospedaliera in cui si dovesse presentare”.

Riconoscere le varie forme di violenza sui minori

“Riconoscere un abuso verso un minore è una condizione difficile proprio perché molto spesso è subdola e spesso viene negata. Poi ci sono diversi tipi di violenza: quella fisica a volte è più facile da riconoscere perché ci sono dei segni fisici visibili che fanno scattare il sospetto, ma ci sono altri tipi di abusi che sono più difficili da riconoscere. Con questa procedura abbiamo un percorso facilitato per attuare delle azioni preventive a tutela del minore – ha dichiarato inoltre Patrizia Ajovalasit, direttore del Pronto Soccorso Pediatrico di Villa Sofia.

“Quest’anno abbiamo fatto circa 20 segnalazioni di abusi di tutti i tipi: psicologici, fisici e purtroppo anche situazioni gravi che hanno comportato la morte del bambino. Nella maggior parte dei casi si tratta di bimbi piccolini, sotto l’anno di età, ma ce ne sono anche di più grandi. Tra di loro c’è anche qualche straniero, ma quest’anno per lo più si è trattato di italiani”.

La procedura è complessa e presenta l’interazione di diverse istituzioni, come spiega a QdS Graziella Sabatino, responsabile del Servizio Sociale di Villa Sofia-Cervello: “In primis raccogliamo tutte le informazioni utili sul bambino, che ci permettono di costruire un quadro generale della situazione che servirà alla Procura per i Minorenni per poter agire altrettanto tempestivamente nella disposizione da fare nei confronti del bambino in termini di tutela giuridica. Ciò consente al bambino di essere messo in una condizione di protezione e permette agli operatori sanitari di poter riaffidare il bambino alla persona adulta o all’istituzione identificata dalla Procura per i minori. Questa situazione verrà poi seguita dai servizi sociali territoriali, su mandato del Tribunale per i minorenni”.

“In questa fase saranno coinvolte anche le forze dell’ordine e la Procura ordinaria per gli aspetti legati ad un ipotetico possibile reato esercitato nei confronti del minore da parte di un adulto. Nella fase di indagini preliminari sentiamo anche il pediatra di libera scelta che in genere è il medico che conosce tutta la storia clinica del bambino. Inoltre, monitoriamo anche le situazioni a rischio, quindi, comportamenti dei ragazzi in età adolescenziale o pre-adolescenziale come casi di bullismo o assunzione di sostanze stupefacenti o situazioni di disagio psichico sia del bambino che della madre che presenta dei fattori di rischio sociale, come mamme minorenni, tossicodipendenti o con disagi psichici che potrebbero compromettere il sereno sviluppo del bambino”.

Sonia Sabatino

Si ricorda che Quotidiano di Sicilia è media della campagna nazionale di sensibilizzazione contro la violenza sui bambini e minori “Invisibile agli occhi”.

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