Bce, Lagarde, “In Italia, dismessi 223 miliardi di bond” - QdS

Bce, Lagarde, “In Italia, dismessi 223 miliardi di bond”

redazione

Bce, Lagarde, “In Italia, dismessi 223 miliardi di bond”

venerdì 07 Febbraio 2020

Dal 2014 al 2019 ridotte fortemente le disponibilità in titoli di debito. Rapporto tra debito e ricchezza delle famiglie italiane ancora stabile su livelli moderati nonostante anni di crisi economica

FRANCOFORTE – Negli ultimi cinque anni le famiglie italiane hanno “notevolmente ridotto le proprie disponibilità in titoli di debito”, secondo la Bce per un ammontare complessivo pari a 223 miliardi di euro, mentre le famiglie in Germania hanno all’opposto accumulato più titoli. Ma anche così “le consistenze” di titoli detenute dalle famiglie nella Penisola restano “di gran lunga superiori a quelle detenute dalle famiglie negli altri paesi europei”. Lo rileva la Banca centrale europea nel suo bollettino economico.

“Nei cinque anni che vanno dal primo trimestre del 2014 al primo trimestre del 2019, le consistenze totali in titoli detenute dalle famiglie sono lievemente aumentate, passando da 3.539 a 3.707 miliardi di euro. Tale incremento è stato in prevalenza trainato dalle famiglie tedesche, le cui disponibilità in titoli sono cresciute di 246 miliardi di euro. Al contempo, le consistenze detenute in Italia sono diminuite di 223 miliardi – riporta la Bce – mentre le variazioni relative agli altri paesi dell’area sono state più contenute”.

“Per tutti gli strumenti e per la maggior parte dei paesi, la quota più ampia dei titoli detenuti risulta emessa da residenti dello stesso paese. Per quanto riguarda i titoli di debito, vi è una netta preferenza per quelli nazionali in Italia, dove il 75 per cento delle consistenze è costituito da titoli emessi da residenti italiani”, anche se “in calo – aggiunge la Bce – rispetto all’83 per cento del primo trimestre del 2014”.

“Tra il primo trimestre del 2014 e il primo trimestre del 2019 il valore dei titoli di debito detenuti dalle famiglie dell’area dell’euro è sensibilmente diminuito, riflettendo in ampia misura le vendite nette realizzate dalle famiglie (in contrapposizione alle variazioni di prezzo) in un periodo caratterizzato da ingenti acquisti di titoli di debito da parte dell’Eurosistema nell’ambito del programma di acquisto di attività. Le vendite sono state soprattutto trainate dalle famiglie italiane – dice ancora la Bce – che hanno notevolmente ridotto le proprie disponibilità in titoli di debito, sebbene tali consistenze siano comunque rimaste di gran lunga superiori a quelle detenute dalle famiglie negli altri paesi europei”.

A proposito del rapporto tra debito e ricchezza delle famiglie italiane, Lagarde ha fatto sapere che è rimasto stabile su livelli moderati nonostante anni di crisi e di debolezza economica.
L’istituzione parla di una “marcata eterogeneità tra paesi in termini di livelli e dinamiche”.

“L’indebitamento aggregato delle famiglie è sensibilmente cresciuto nell’area tra il 2002 e il 2010 a fronte dei boom del mercato immobiliare e del credito, con un incremento particolarmente marcato in Spagna. In seguito, il rapporto debito/reddito delle famiglie dell`area ha subito una graduale moderazione prima di stabilizzarsi – spiega la Bce – verso la metà del 2019, su livelli prossimi a quelli registrati alla fine del 2007”.

In Spagna l’indebitamento delle famiglie è diminuito in misura significativa rispetto al suo picco, beneficiando di cospicui rimborsi netti dei prestiti e di cancellazioni dei debiti, per poi attestarsi lievemente al di sotto del livello aggregato dell`area dell’euro. In Francia il rapporto debito/reddito delle famiglie ha continuato ad aumentare gradualmente negli ultimi anni sulla scorta della vivace dinamica dei mutui. In Germania – si legge – l’indebitamento delle famiglie è costantemente diminuito fino al 2016, prima di aumentare in misura marginale allorché la crescita del finanziamento mediante ricorso al debito ha superato la crescita del reddito. In Italia il rapporto debito/reddito delle famiglie negli ultimi anni è rimasto stabile su livelli moderati”.

La Bce ha avviato i preparativi per condurre una nuova indagine periodica presso i consumatori, relativamente alle loro aspettative su inflazione, risparmi, consumi, lavoro e costi degli alloggi. Lo ha annunciato la presidente Christine Lagarde, nel discorso introduttivo della sua audizione al Parlamento europeo. “Dobbiamo capirle meglio, anche perché possono variare in maniera significativa tra regioni e gruppi sociali”, ha spiegato.

L’indagine fa parte delle nuove iniziative sul versante della comunicazione, che secondo la neo presidente non deve essere a “senso unico” da parte dell’istituzione. “In definitiva – ha spiegato Lagarde – con le nostre policy e comunicazioni cerchiamo di influenzare le decisioni quotidiane di imprese e consumatori. Se il nostro linguaggio non è accessibile, le nostre policy risulteranno meno efficaci”.

La presidente ha parlato a lungo della necessità di rivedere la comunicazione, rilevando che parlando con un pubblico generico spesso le è capitato di riscontrare che molte persone non sanno che cosa sia l’eurosistema (ovvero l’insieme delle banche Centrali nazionali che aderiscono all’euro, governato dalla Bce).

“Sappiamo anche che la gente si fiderà di più di noi solo se vedrà la Bce quale la sua Banca centrale, se ne capirà meglio le decisioni, perché sono importanti e come influenzano la vita di tutti i giorni. Questo è il motivo – ha concluso – per cui il Consiglio direttivo ha deciso che la revisione strategica dovrà anche esaminare la comunicazione”.

Lagarde ha parlato infine anche del coronavirus e dell’impatto che sta avendo sull’economia europea: “E’ chiaro che quando la seconda più grande economia del mondo è colpita da questo tipo di virus, ci sono sicuramente delle conseguenze. Di quale profondità, e entro quali tempi, e come saranno controbilanciate dal soprassalto positivo che in generale segue un’epidemia, lo vedremo”, ha concluso Lagarde.

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