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Bilancio contemporaneo

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Bilancio contemporaneo

Giovanni Pizzo  |
venerdì 22 Aprile 2022

L’opera più astratta arrivata a Palazzo dei Normanni non è di Tony Cragg o di Jeff Koons ma del famoso artista della finanza creativa Gaetano Armao Intitolata “Il Bilancio”

Palazzo Reale, sala del Duca di Montalto, vernissage per l’apertura della bellissima mostra di arte contemporanea organizzata magistralmente da Patrizia Monterosso per conto della Fondazione Federico II, con opere di mostri sacri del panorama internazionale.

Nel cortile Maqueda un iperattivo Gianfranco Miccichè sta chiudendo al telefono gli ultimi colpi nel mercato delle alleanze per la coalizione delle comunali di Palermo. Ma l’opera più astratta arrivata a Palazzo dei Normanni non è di Tony Cragg o di Jeff Koons, conosciuto dai più in Italia per essere stato il marito di Ilona Staller, ma del famoso artista della finanza creativa Gaetano Armao Intitolata “Il Bilancio”.

Il colpo di astrazione totale è il fatto che il documento contabile è privo della relazione dei revisori, resa obbligatoria dal 118, la bibbia dei bilanci degli enti locali. Certo era la prima volta che si applicava la norma di fare revisionare il bilancio regionale da esperti contabili esterni, e come si sa senza precedenti la regione va in confusione.

Ma l’errore è madornale, una qualunque srl privata lo sa benissimo, ma alla regione è astrazione filosofica. La cosa è talmente eclatante che l’opposizione scrive a Palazzo Chigi richiedendo la rimozione di Musumeci per evidente incompetenza contabile ai sensi dell’art. 126 della Costituzione.

Neanche ai tempi della sentenza di condanna a Cuffaro l’opposizione chiese la rimozione ai sensi delle norme costituzionali, anche perché lui ebbe il senso istituzionale di dimettersi.

Il governo avendo scoperti i saldi contabili per la modica cifra di quasi un miliardo, aveva tentato, scaltramente o forse no, un colpo di burlesque al buio, confidando nel fatto di portare il bilancio in assemblea regionale agli ultimi minuti dei tempi supplementari, come quelle squadre che fanno melina aspettando il triplice fischio. Soltanto che la squadra avversaria per errore del portiere ti segna poi il gol all’ultimo minuto e non c’è tempo per recuperare.

Ma d’altra parte il bilancio della Regione è ormai pop art, come le opere di Andy Warhol, con conti congelati come se dietro quelle poste contabili non ci fossero le vite delle persone, ma stoccafissi da fare alla ghiotta.

I revisori hanno 15 giorni di tempo per esprimersi sul bilancio, ma si andrebbe oltre il tempo del gong, che è fissato al 30 Aprile. E se fanno dei rilievi bisogna ricominciare da capo come nel gioco dell’oca. Praticamente non parliamo più di contabilità ma di filosofia del bilancio. Ai tempi di Gaetano Armao il bilancio non è più classico ma contemporaneo.

Così è se vi pare.

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