Secondo la psicologa Claudia Corbari “I siti porno hanno dato qualcosa in più agli utenti” grazie a contenuti premium e un generale aumento del traffico online nell’era delle relazioni liquide"
Continua l’inchiesta del Quotidiano di Sicilia sul mondo del sesso. Dopo aver affrontato il tema dei sexy shop e quello del sesso online oggi affrontiamo l’argomento con l’aiuto di una psicologa.
Un’indagine condotta lo scorso anno dal sito Pornhub in partnership con Eumetra, Istituto di ricerca sociale e marketing, ha affermato che due italiani su dieci sono stati aiutati da siti d’intrattenimento per adulti per superare il lockdown.
Che le generali disposizioni di chiusura – regioni comprese – abbiano non poco gravato sull’economia sessuale di italiani e non, è ormai assodato dal parere di sessuologi, psicologi e psicoterapeuti.
Dunque, nell’indifferenza del loro istinto animale, anche gli esseri umani sottostanno alle leggi non scritte dell’eros a cui, per forza di cose, pure il più candido dei sentimenti è costretto a piegarsi.
In questo senso, emblematiche percentuali sono emerse dall’indagine condotta in merito alle abitudini sessuali durante il blocco di spostamenti e frequentazioni degli italiani nella primavera 2020, come ad esempio quel 37% tra giovanissimi e single che afferma di aver sentito la mancanza di rapporti sessuali.
Così un altro dato, quello più significativo, cioè l’aumento del traffico medio giornaliero su Pornhub del 30%, con il 10% degli intervistati che ha dichiarato di aver scoperto nuovi generi di contenuti pornografici.
Difficile ipotizzare un calo di queste percentuali, visto che il 2021 procede sulla falsa riga dell’anno precedente all’insegna delle chiusure in merito alle disposizioni anti-covid.
Per questo, Qds.it ha intervistato la psicologa e psicoterapeuta Claudia Corbari entrando nel vivo del fenomeno, chiedendo innanzitutto se il porno, vero e proprio elisir durante il lockdown, sia da intendere come un bisogno necessario, quasi primario, oppure se sia ancora una volta riconducibile allo schema di una società annoiata che mercifica il sesso online.
“Durante il lockdown i siti porno hanno ben presto capito le esigenze degli utenti, e che quindi avrebbero incrementato il traffico sui propri siti. Infatti diversi contenuti premium a pagamento sono stati messi in vendita a buon mercato, un incentivo, questo, che ha indubbiamente dato qualcosa in più agli utenti durante un periodo drammatico per le relazioni dal vivo”.
Come fa notare la Dott.ssa Corbari, chi ha avuto la presenza del partner al proprio fianco durante il lockdown ha risentito meno di altri del deficit nella sfera sessuale; ciò ovviamente non significa che uno o entrambi i partner di una coppia non abbiano sentito l’esigenza di fruire di materiali pornografici.
Inoltre, spiega Claudia Corbari: “Bisogna contestualizzare il diverso approccio sessuale tra giovani e meno giovani in base ai loro stili di vita. Pur dipendendo da singoli casi in oggetto – prosegue la Dott.ssa Corbari – è probabile che un adulto, impegnato nella routine quotidiana del suo lavoro, viva la sessualità colmando i momenti di vuoto, mentre un giovane meno oberato abbia più tempo per dedicarsi alla propria sfera sessuale”.
Focalizzando l’attenzione sui più
giovani, è stato toccato anche il tema pubertà sotto una lente
psico-sessuale unica rispetto al passato, che convoglia dodici mesi di nevrosi
targate covid-19 che hanno lasciato il segno sugli adolescenti della più tarda Generazione
Z.
“La pubertà è un momento delicato e particolare per i ragazzi. In questi mesi, a causa del virus, sono mancati i contesti, le realtà fisiche abituali di confronto, le tradizionali agenzie di socializzazione come la scuola che giocano un ruolo chiave nella fase adolescenziale.
Oggi, rispetto alle generazioni passate, a causa del covid i ragazzi hanno paura del contatto umano, fisico e sessuale: restando isolati a casa hanno coltivato solo un contatto con se stessi, senza cercare nuovi partner con cui condividere la propria intimità col rischio di contrarre il virus. Questo è un altro aspetto che spiega bene i dati relativi al traffico sui siti porno.
Ad ogni modo, il bisogno di relazionalità e di sessualità c’è nonostante sia stato profondamente modificato dal covid: pensiamo a quanti siti online d’incontri hanno aumentato i propri iscritti nell’ultimo anno, nella ricerca di nuovi partner da incontrare al termine delle restrizioni di chiusura”.
Infine, un ultimo
aspetto, quello relativo ai consigli utili sotto un profilo psico-sessuale sia
per i giovani che meno giovani:
“Per entrambi il suggerimento è quello di riconsiderare il concetto di relazione in quanto la sessualità altro non è che solo un’espressione di questa, in un momento storico dalle forti relazioni liquide dove si perde il rapporto, il contatto con l’altro. Infine, suggerisco di fissare delle regole che aderiscano agli stili di vita di ognuno di noi non eliminando a priori le relazioni, anche perché l’isolamento rischia di sviluppare ulteriori fobie in un periodo già compromesso dalla minaccia pandemica”.
Gioacchino Lepre