Carcere di Barcellona in attesa di professionalità - QdS

Carcere di Barcellona in attesa di professionalità

Lina Bruno

Carcere di Barcellona in attesa di professionalità

martedì 23 Aprile 2024

A destare preoccupazioni è in particolare la gestione dell’Articolazione per la tutela della salute mentale. L’Asp al lavoro per far arrivare nuovi infermieri, ma le carenze sembrano anche altre

BARCELLONA POZZO DI GOTTO (ME) – Da Opg (Ospedale psichiatrico giudiziaro) a Casa circondariale con un’Articolazione per la tutela della salute mentale (Atsm) più grande d’Italia e “carenze molto gravi”, come evidenziato da Santi Consolo, garante regionale dei detenuti. Al Vittorio Madia è ancora problematica la convivenza tra il ministero della Giustizia e la sanità pubblica.

“Da quando c’è stato il transito dell’assistenza al Servizio sanitario nazionale, in questo caso regionale, quindi all’Asp – ha affermato Nunziante Rosania, psichiatra e direttore dell’ex Opg di Barcellona dagli anni Novanta fino alla sua soppressione, nel 2015 – c’è stata una fase problematica soprattutto per la carenza di personale. In particolare l’assistenza psichiatrica, anche perché la riforma che ha superato gli ospedali psichiatrici giudiziari è stata un po’ miope e quindi avviene sistematicamente che molte persone condannate o ancora in attesa di giudizio finiscano fatalmente in carcere con un personale che si trova ad affrontare una problematica complessa con strumenti limitati. L’idea era quella che per esempio l’Atsm di Barcellona fosse gestita direttamente dal Dipartimento di salute mentale entrando in una logica organizzativa che desse a questo settore un rilievo sia sotto il profilo assistenziale che terapeutico, concependo ad hoc la turnistica per esempio con una copertura ampia e incisiva”.

Assistenza psichiatrica non continuativa

“A suo tempo – ha aggiunto – avevamo uno psichiatra per ogni reparto che faceva parte dell’equipe di quella sezione e che conosceva quindi i pazienti, li seguiva. Adesso c’è certamente un’assistenza psichiatrica, però è legata a una presenza estemporanea, bravi professionisti certamente ma non c’è quella continuità di presenza che nei servizi psichiatrici territoriali è fondamentale. Ma questo è un problema che non riguarda solo Barcellona, una criticità, a livello generale, provata dall’incremento importante di atti suicidari e autolesivi che si registrano”.

Bisogna implementare percorsi riabilitativi

“Bisogna implementare percorsi riabilitativi – ha concluso Rosania, adesso impegnato nel volontariato con la rete dei comitati nati a difesa degli ospedali a rischio depotenziamento del territorio provinciale – che conducano soprattutto i più giovani detenuti a trovare collocazione fuori, con piani di trattamento individuali efficaci dopo le dimissioni. Molte cose, anche a livello normativo, vanno riviste”.

Le criticità della Casa circondariale di Barcellona

A evidenziare le criticità della Casa circondariale di Barcellona è anche Giovanna Bicchieri, segretaria generale Cisl Fp, che in una nota ha denunciato i carichi di lavoro cui è sottoposto il personale del ruolo sanitario e sociosanitario della struttura. “La convivenza tra il ministero della Giustizia e la sanità pubblica – ha affermato – non risulta semplice, già a partire dalle strutture che accolgono questa tipologia di detenuti e pazienti psichiatrici. Occorrono luoghi idonei per garantire i livelli di sicurezza adeguati sui posti di lavoro e tanto personale del ruolo sanitario e socio sanitario”.

Una rappresentanza sindacale Fp Cisl ha incontrato il commissario straordinario Asp Giuseppe Cuccì, che ha accolto le richieste di incremento di personale pubblicando dopo qualche giorno un atto d’interpello per reclutare soprattutto nuovi infermieri, con rapporto di lavoro libero professionale. “Ci siamo attivati subito – ha spiegato Cuccì al QdS – per inserire le figure carenti in questo momento, soprattutto infermieri, non psichiatri per il momento. In ogni caso farò un sopralluogo nei prossimi giorni”.

Bicchieri ha chiesto “soluzioni immediate per garantire il ripristino del benessere lavorativo di queste lavoratrici e lavoratori spesso dimenticati e quasi considerati, impropriamente, dipendenti del ministero della Giustizia. Auspichiamo che la nostra proposta di rivedere il mantenimento dei professionisti possa essere attuata, poiché disperdere le competenze rischia di compromettere livelli adeguati di assistenza e continuità dei servizi erogati”.

Lo scorso luglio il garante regionale dei detenuti Santi Consolo ha fatto visita al Vittorio Madia. diretto da Romina Taiani. “Il problema è grave – ha spiegato al QdS Consolo – poiché dopo l’abolizione degli Opg gli interventi non sono stati adeguati per garantire le prestazioni sanitarie. C’era stato un protocollo tra il Provveditorato regionale dell’Amministrazione penitenziaria e l’assessorato alla Sanità, ma è rimasto lettera morta. Si sarebbero dovuti costituire altri due Atsm, uno a Siracusa e l’altro al Pagliarelli di Palermo. Quando io sono arrivato, nel maggio scorso, ho segnalato l’urgenza, ma a tutt’oggi non si è fatto nulla. Al Pagliarelli sono stati stanziati 15 milioni di euro per il rifacimento di tre padiglioni ma dei Atsm non c’è nulla. Il carico è tutto su di Barcellona, che ho trovato inadeguata anche sotto il profilo igienico e non solo per la carenza di personale”.

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