Sicindustria, Gero La Rocca al QdS: "Lavorare per formare giovani"

Sicindustria Agrigento, La Rocca al QdS: “Lavorare per formare i giovani”

Daniele D'Alessandro

Sicindustria Agrigento, La Rocca al QdS: “Lavorare per formare i giovani”

Roberto Pelos  |
mercoledì 15 Maggio 2024

Le parole al Quotidiano di Sicilia di Gero La Rocca, presidente dei Giovani Imprenditori dell'associazione

Nel 2023 le imprese siciliane hanno programmato 301.190 ingressi di personale, di cui 20.490 soltanto nell’agrigentino e nel 28% degli annunci si cercavano espressamente giovani, ma, nonostante ciò, la difficoltà di reperire candidati con le competenze richieste è aumentata dal 35 al 40%: il 22% dei posti offerti non è stato coperto per mancanza di candidati, il 13,5% per preparazione inadeguata e il 4% per altri motivi. Sono i dati dell’ultimo Bollettino Excelsior di Unioncamere e ministero del Lavoro emersi nel corso del primo career day, svoltosi presso Sicindustria Agrigento: un’occasione importante per creare una forte sinergia tra scuola e mondo del lavoro. “Sicindustria – afferma Gero La Rocca, presidente dei Giovani Imprenditori dell’associazione intervenuto ai microfoni di qds.it – deve fare da sarto alle proprie aziende associate. E questo significa anche lavorare per formare i giovani sulla base delle reali esigenze delle imprese, consapevoli che l’unica strada percorribile è quella di una convergenza diretta tra mondo della formazione e mondo della produzione”.                                                     

“Necessario fare esperienza sul campo”

Presidente, Sicindustria si sta muovendo con iniziative volte al reperimento del personale nelle imprese siciliane. Al livello istituzionale invece cosa andrebbe fatto? 

“Partirei da una evidenza: la filiera della formazione a volte non funziona. Le nostre scuole, pur in presenza di alcune realtà virtuose, offrono spesso programmi didattici obsoleti e non sono previsti periodi di esperienza sul campo, col risultato che poi i ragazzi non trovano lavoro e sono costretti a lasciare la Sicilia. Per questo continuiamo a dire che scuola e impresa devono diventare protagoniste di una collaborazione strutturata. Ma questo non è possibile se, al livello istituzionale, non vengono fatte scelte coraggiose di politica economica capaci di avvicinare i percorsi formativi alle esigenze di una industria in continua trasformazione. Sicindustria, dal canto proprio, continuerà a lavorare in questa direzione e il career day che abbiamo organizzato ad Agrigento è una dimostrazione positiva. Basti pensare che siamo riusciti a far incontrare 900 diplomandi, 7 istituti tecnici, 21 imprese, il Polo Universitario di Agrigento, il Centro per l’impiego, la Polizia di Stato, i Carabinieri, la Marina Militare e la Guardia di Finanza. Una grande manifestazione che potrà avere soltanto ricadute positive”.                                                                                              

Luigi Rizzolo alla presidenza di SFC

Ci sono altre iniziative alle quale state pensando per il futuro, oltre a quelle che state già attuando?

“Da qualche settimana il nostro presidente di Sicindustria, Luigi Rizzolo, è presidente di SFC, Sistemi Formativi Confindustria, la società che progetta e coordina al livello nazionale iniziative di formazione, ricerca, sviluppo e assistenza tecnica finalizzate a supportare il sistema associativo, sostenere la crescita competitiva delle pmi e favorire la modernizzazione della pubblica amministrazione. Questo rappresenta una grande opportunità per la nostra associazione che utilizzeremo al meglio. Anche perché, vorrei sottolineare, che ad oggi il costo del mismatch tra esigenze imprenditoriali e risorse umane adeguate è molto oneroso: Unioncamere ha fatto il conto che questa situazione è costata all’Italia soltanto nel 2023 quasi 44 miliardi di euro, corrispondente a una perdita di valore aggiunto pari al 3,4% di quanto generato complessivamente dai settori industriali e dei servizi presi in osservazione. Invertire la rotta non è evidentemente una opzione, ma una necessità”.                                                                                                                        “

“C’è tanta strada da fare ma le imprese sono determinate”

Ci sono settori che soffrono più di altri? E quali?

                                                                                                                              

“A tracciare la mappa ha pensato sempre Unioncamere: i settori che più ricercano giovani sono stati commercio, servizi culturali e sportivi, turismo e ristorazione, sanità e costruzioni. In particolare, risultano introvabili i meccanici artigianali, gli specialisti di scienze della vita, i saldatori, ma anche i tecnici della gestione dei processi produttivi di beni e servizi, gli operai specializzati in installazioni e manutenzioni elettriche, quelli specializzati nelle rifiniture delle costruzioni, i tecnici informatici e delle Tlc e gli operai edili specializzati. La strada da fare è tanta, ma le nostre imprese sono determinate ad andare avanti e questo non è possibile senza collaboratori capaci di innovare, anticipare il progresso tecnologico e di esprimerlo all’interno dei processi aziendali”.

Ad Agrigento forte tasso di emigrazione Il career day, come già accennato, si è svolto ad Agrigento, sul cui territorio ci fa il punto Giuseppe Patti, presidente della Piccola Industria di Sicindustria, appunto, nel comprensorio agrigentino. “La provincia di Agrigento da troppi anni è costretta a fare i conti con un crescente tasso di emigrazione dei propri giovani. – ha sottolineato – Fenomeno che ha refluenze importanti sui sistemi produttivi e sugli apparati della pubblica amministrazione, oltre che essere concausa dell’impoverimento del tessuto sociale ed economico. È per questo che abbiamo deciso di raccogliere tutti i protagonisti per creare un momento importante di confronto e di scambi. I nostri ragazzi – aggiunge Patti – devono sapere che, con la giusta preparazione, ci sono imprese pronte ad accoglierli anche perché, è bene ricordarlo, il capitale umano è la principale ricchezza di un imprenditore”

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