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Caro bollette, al via parchi solari in cave dismesse

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Caro bollette, al via parchi solari in cave dismesse

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sabato 22 Gennaio 2022

Nasce la prima partnership per trasformare le cave dismesse esaurite o non più attive in parchi agro-voltaici

Contro il caro bollette, nasce la prima partnership per trasformare le cave dismesse esaurite o non più attive in parchi agro-voltaici, con sistemi che integrano impianti di produzione di energia solare e coltivazioni agricole. È questo l’obiettivo dell’accordo siglato da Coldiretti, con Anie Rinnovabili (Associazione confindustriale di aziende del settore dell’energia da fonti rinnovabili elettriche), Anepla (Associazione nazionale confindustriale alla quale aderiscono le imprese del settore estrattivo) e Consorzio Cascina Clarabella (Consorzio di cooperative sociali che svolgono attività sostenibili per la cura e il reinserimento sociale e lavorativo di persone con disagio psichico e/o socialmente svantaggiate).

Alleanza per sviluppo energia rinnovabile e agricoltura sociale

L’obiettivo è favorire la transizione energetica verso un modello energetico più sostenibile e rispettoso dell’ambiente e creare nuove aree di coltivazione, con finalità sociali. Anepla valuterà le aree idonee alla riconversione e una volta individuate Anie Rinnovabili si occuperà della progettazione selezionando le tecnologie innovative per la realizzazione degli impianti fotovoltaici senza compromettere l’utilizzo agricolo dei terreni, mentre Coldiretti e Cascina Clarabella individueranno i progetti sociali di agricoltura e allevamento da destinare sui terreni. Alla base di tutto c’è la collaborazione con le comunità locali affinché gli interventi di valorizzazione delle cave abbiano ricadute economiche e sociali positive per i territori coinvolti.

Cave dismesse in crescita, più di 14 mila su tutto il territorio nazionale

In Italia le cave dismesse sono in crescita – spiega Coldiretti – e hanno superato quota 14 mila su tutto il territorio nazionale e molte si prestano a ospitare impianti solari. Si tratta di un trend iniziato con la crisi del settore edilizio, che ha visto ridurre i dati delle quantità estratte, in particolare per sabbia e ghiaia. Una situazione che – evidenzia Coldiretti – fa emergere l’esigenza di pianificare la riconversione di queste aree. Le ex cave si prestano bene ad un uso combinato, agricolo e energetico

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