Cei, “Nell’emergenza non dimenticare i nuovi poveri e gli anziani soli” - QdS

Cei, “Nell’emergenza non dimenticare i nuovi poveri e gli anziani soli”

redazione

Cei, “Nell’emergenza non dimenticare i nuovi poveri e gli anziani soli”

mercoledì 04 Novembre 2020

ROMA – I Vescovi italiani guardano con preoccupazione alle nuove forme di povertà, esasperate ancora di più dalla pandemia, come pure al lavoro che manca, alle tante realtà di anziani soli e, in una sessione straordinaria in videoconferenza, si sono confrontati ieri “per comprendere con realismo come servire e guidare oggi le nostre Chiese”, per venire incontro alle emergenze sociali.

“Un recente rapporto della Caritas, pubblicato in occasione della Giornata mondiale di contrasto alla povertà – ricorda il vicepresidente della Cei Mario Meini – rileva gli effetti economici e sociali dell’attuale crisi sanitaria legata alla pandemia da Covid-19. Si profila una grave recessione economica, terreno fertile per la nascita di nuove forme di povertà. I dati dei centri di ascolto Caritas vanno proprio in questa direzione. L’incidenza dei ‘nuovi poveri’ passa dal 31% al 45%: quasi una persona su due si rivolge alla Caritas per la prima volta. Aumenta, in particolare, il peso delle famiglie con minori, delle donne, dei giovani, dei nuclei di italiani che risultano in maggioranza (52% rispetto al 47,9% dello scorso anno)e delle persone in età lavorativa. Gli anziani sono costretti ad una solitudine sempre più isolante”.

“Una crisi che, secondo i dati pubblicati da Banca d’Italia, nei mesi di aprile e maggio, ha provocato una riduzione di reddito per la metà delle famiglie italiane, nonostante gli strumenti di sostegno ricevuti. A tutto ciò – riflette il presule – si unisce iltema del lavoro, con la sofferenza sperimentata da tutte quelle categorie che sono costrette a grandi sacrifici, dai tanti piccoli commercianti e lavoratori autonomi, dal mondo dello spettacolo e della cultura e Le nostre Chiese non hanno mai smesso di assicurare la loro prossimità con aiuti specifici”.

Meini, citando l’enciclica Fratelli tutti, sferza quindi parroci e realtà associative: “Oggi, come mai nel recente passato, siamo chiamati a entrare in contatto con le ferite profonde dell’umanità del nostro tempo. Siamo certi che le parrocchie, le associazioni e i movimenti, seguendo l’esempio del Buon Samaritano, sapranno farsi carico delle sofferenze con cura, dolcezza e umiltà. La passione e lo zelo di testimoniare il Vangelo non vengono mai meno”.

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