Centro trasformazione carni, cercasi gestore - QdS

Centro trasformazione carni, cercasi gestore

Michele Giuliano

Centro trasformazione carni, cercasi gestore

sabato 23 Novembre 2019

Dopo lo scandalo emerso nei mesi scorsi l’assessorato all’Agricoltura vuole assegnarne la nuova gestione. Nuovo bando con scadenza al 29 novembre, si tenta l'affidamento dopo i flop del 28 giugno e 30 luglio

PALERMO – È il momento di trovare una nuova strada e una nuova gestione del centro di trasformazione carni di Galati Mamertino, in provincia di Messina. Per dissipare le nubi dello scandalo che ha visto coinvolti coloro che se ne sono occupati fino a pochi mesi fa, l’assessorato regionale all’Agricoltura ha pubblicato una manifestazione d’interesse per aziende specializzate a cui affidare la gestione del Centro pilota destinato ad attività di trasformazione delle carni di suino nero dei Nebrodi.

Nello stesso centro si svolgerà anche attività di ricerca, sperimentazione, divulgazione e valorizzazione per il mantenimento della popolazioni autoctone che rischiano l’estinzione, per incrementare le attività nei territori montani e contribuire a frenare i fenomeni di spopolamento a garanzia della tutela dell’ambiente.

Gli enti interessati dovranno far pervenire la documentazione necessaria all’ispettorato dell’agricoltura di Messina entro le ore 13 del 29 novembre prossimo. I requisiti essenziali per poter procedere all’affidamento sono: la garanzia del raggiungimento del quantitativo minimo di 2.000 kg a settimana di carne lavorata, l’impegno ad effettuare il servizio anche per operatori esterni, la disponibilità di almeno tre unità di personale in possesso di specifica attestazione di “Operatore della lavorazione carni e salumi” o di titolo equipollente.

Ancora, la ditta deve avere una consistenza zootecnica complessiva non inferiore a 200 scrofe da riproduzione nel rispetto delle norme sulla condizionalità ed essere in possesso di un indirizzo di posta elettronica certificata attivo.

Un nuovo inizio per quello che doveva essere un fiore all’occhiello per la trasformazione delle carni del suino nero dei Nebrodi, e invece si sta perdendo nel nulla, tra malagestione e documenti che mancano. La nuova manifestazione d’interesse è in realtà una proroga dei termini già scaduti, fissati al 28 giugno trascorso, e posticipati al 30 luglio successivo.

Il centro, costruito con fondi dell’Unione Europea, si estende su una superficie di circa 800 metri quadri ed è composto da diversi locali, adatti ai diversi stadi della lavorazione della carne, dalla sala ricevimento mezzene, alla sala pesate, un ufficio veterinario, 2 celle per la materia prima, un locale lavorazione trito-insacco, una cella sugna, una cella ossa, una cella budella.

Con questo avviso l’amministrazione regionale vuole, a differenza di quanto già fatto, sfruttare al meglio la struttura, per ottenere una migliore remunerazione del prodotto destinato alla trasformazione e, d’altro canto, accrescere nella coscienza delle nuove generazioni il processo di autoidentificazione con i prodotti di eccellenza siciliani, valorizzando le forme di produzione agro-zootecnica tradizionale dei Nebrodi ed in particolare quella legata all’allevamento del suino nero, tutelando le modalità tradizionali per la produzione agricola.

Un impianto che potrebbe produrre grandi quantità di prodotti, che allo stato attuale non garantisce ai produttori locali le condizioni minime sia igienico-sanitarie che economiche, per cui spesso sono costretti a rivolgersi altrove, con un aumento dei costi non indifferente. Ultima pagina di questo strano racconto, in cui si leggono continue richieste, da parte del Comune all’assessorato regionale, al fine di controllare e verificare la correttezza, da parte del Consorzio, nell’utilizzo della struttura e dei processi avviati, la “scoperta” che al Comune non sono presenti documenti che regolino il rapporto tra i propri uffici e l’ente Terre dei Nebrodi.

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