Ora il centro-sinistra dell’altra Isola guarda al “modello Todde” per battere la destra - QdS

Ora il centro-sinistra dell’altra Isola guarda al “modello Todde” per battere la destra

redazione

Ora il centro-sinistra dell’altra Isola guarda al “modello Todde” per battere la destra

Roberto Greco  |
mercoledì 28 Febbraio 2024

La Vardera (Sud chiama Nord) al QdS: “Possiamo governare stando uniti, dobbiamo crederci” Il segretario dem Barbagallo: “Costruire una coalizione coerente per tornare a vincere in Sicilia”

PALERMO – Sardegna, vittoria sul filo di lana per la candidata del centrosinistra per le regionali in Sardegna. Si tratta di una vittoria che ha un nome e un volto, quello di Alessandra Todde, imprenditrice sarda, classe 1969 alla quale il premio di maggioranza assegna 36 seggi, incluso il suo, nel nuovo Consiglio regionale. Ma la sua vittoria al fotofinish non può essere ancora certificata nei numeri e il giorno della proclamazione potrebbe slittare. Era già successo nel 2019, in occasione delle precedenti elezioni regionali, quando ci volle quasi un mese per la proclamazione ufficiale dei sessanta consiglieri regionali eletti e del presidente della Regione. Il ritardo nello spoglio dei voti ha confermato un problema che sembra persistere con preoccupante regolarità nel tempo.

In Sardegna il Pd il partito con il migliore risultato

Il centrosinistra sembra rimettersi in carreggiata, anche se, in realtà, il centrodestra si attesta, come coalizione, al 48,8% e il centrosinistra si è fermato al 42,6%. Il Pd è il partito che ha ottenuto il migliore risultato alle elezioni regionali in Sardegna raggiungendo il 13,8% e oltre 94mila voti superando di un decimale quel 13,7% raggiunto nel 2019 alle scorse consultazioni regionali. Secondo partito nell’isola è Fratelli d’Italia, che si attesta al 13,6%. Leggera flessione per il Movimento 5 Stelle che si attesta al 7,8%, a fronte del 9,74% del 2019, mentre Forza Italia Berlusconi-Ppe si ferma al 6,3% mentre nel 2019 si attestò al 8,04%. Deludente, invece, il risultato della Lega che sfiora appena il 3,8%, un vero e proprio flop rispetto alle elezioni di cinque anni fa quando il partito di Salvini raggiunse l’11,4%.

Primo tonfo per Giorgia Meloni

Per Meloni si tratta del primo tonfo dopo la sua elezione a premier, e non potrà esibire questo risultato elettorale come una conferma del suo esecutivo, mentre per Schlein si tratta di un risultato brillante visto che esattamente un anno fa vinceva, a sorpresa, le primarie del Partito democratico e che, un anno dopo, tutto si aspettava tranne che di festeggiare il suo primo anniversario nel cuore di un’altra adrenalinica notte, con i voti che ballano sul filo di lana, la speranza che si fa ogni minuto più vivida, senza tuttavia diventare certezza se non nelle prime luci dell’alba. Le ragioni dell’insuccesso della destra le rivela lo specchio fedele del voto disgiunto, determinante per la vittoria di Todde. Nei ranghi di FdI e FI si continua a sospettare la Lega di aver puntato sul voto disgiunto per rappresaglia, dopo la defenestrazione del governatore uscente Solinas, sostituito da Giorgia Meloni con un candidato da lei proposto e che si è rivelato sbagliato. Il centrodestra incassa il colpo. Se ci saranno “regolamenti di conti”, giacché la Lega è stata di fatto costretta al passo indietro per fare spazio a FdI, non saranno in pubblico, almeno per ora.

Il programma di Alessandra Todde

Nel corso di una breve conferenza stampa la neo presidente Alessandra Todde ha illustrato il suo programma di lavoro, indicando di voler partire dalla sanità e dai giovani e indica la transizione energetica tra le sue priorità specificando che “la cosa importante è darci uno strumento per la legge 1 del 77, (organizzazione della Regione, ndr) e una priorità è che finisca la speculazione energetica in Sardegna. Proporremo una moratoria che sostenga la transizione e permetta di lavorare sulla mappa delle aree idonee per le rinnovabili” e che punterà molto sulla ricerca anche per contrastare la migrazione dei giovani sardi. Todde ha inoltre orgogliosamente dichiarato “Sono la prima donna presidente di quest’isola”.

“I risultati delle elezioni in Sardegna impongono due riflessioni importanti – ha dichiarato Pietro Pittalis, deputato sardo di Forza Italia in una nota inviata al QdS -. La prima è che la coalizione di centrodestra ha ottenuto un ottimo risultato, il 48,8%, mentre il centrosinistra si è fermato al 42,6%. Non capisco, quindi, il grande entusiasmo di Schlein e Conte, visto che il campo largo non ha vinto e il centrodestra si è nuovamente affermato come coalizione vincente, migliorando il risultato delle politiche. Il secondo dato, che mi preme sottolineare, è il buon risultato ottenuto da Forza Italia, che ha dimostrato di esserci ed essere un partito vivo e vitale. In alcune zone, come la Gallura e la provincia di Nuoro, abbiamo raggiunto il 13%. A Nuoro siamo la prima forza politica, abbiamo superato il Partito Democratico ma anche gli altri partiti della coalizione. Questo ci riempie di soddisfazione e ci motiva ad andare avanti con ancora più forza e determinazione, al fianco del nostro Segretario Nazionale Antonio Tajani”.

Centrosinistra, dalla Sardegna la strada per vincere

Forse le elezioni regionali della Sardegna hanno indicato una via per permettere al centrosinistra di sconfiggere, elettoralmente parlando, il centrodestra nei prossimi appuntamenti elettorali anche in Sicilia? “Voglio esprimere le mie sincere congratulazioni ad Alessandra – dice il coordinatore regionale del Movimento 5 Stelle Sicilia Nuccio Di Paola – che, con la sua elezione, conquista diversi primati: la prima donna alla guida della regione Sardegna e la prima presidente di Regione del M5s. La vittoria di Todde con tutta la coalizione, è la dimostrazione che un’alternativa alle destre è possibile, che Meloni e Salvini possono essere battuti e che è fondamentale che il M5s faccia da collante a questa coalizione, tanto nelle regioni, quanto a livello nazionale con il presidente Giuseppe Conte che ha messo in campo un modello vincente. Noi in Sicilia non ci fermeremo un solo giorno per continuare a costruire il fronte alternativo alle destre e a Schifani, destre che stanno facendo solo interessi personali anziché lavorare per il bene dei siciliani”.

“Questo risultato – ha dichiarato al QdS Ismaele La Vardera di ‘Sud chiama Nord’ – fa da apripista a uno scenario che potrebbe replicarsi in Sicilia. In Sardegna a perdere non è stato un candidato qualunque ma uno voluto fortemente dal premier Meloni. Questo è un dato politico importante e ci mette ancor di più nelle condizioni per poter replicare in Sicilia. Le opposizioni sono unite, questo ci permetterà di andare a governare tutti insieme. Dobbiamo avere il coraggio e la forza di crederci”.

“Il risultato di Alessandra Todde in Sardegna è certamente incoraggiante e per le prossime elezioni amministrative – ha commentato al QdS il segretario regionale del PD Sicilia Anthony Barbagallo – il percorso comune intrapreso dal PD con il M5S è quello giusto per sconfiggere un centrodestra tracotante. Già nel 2021 abbiamo apparentato i simboli ottenendo ottimi risultati. Il nostro obiettivo è portare avanti la nostra guida valoriale e, il prossimo 22 e 23 marzo, faremo una Conferenza Programmatica a Caltanissetta per definire i contenuti del nostro intervento sul territorio e quale sia il nostro modello di Regione ed Enti locali cercando anzi di allargare il più possibile il campo e costruire una coalizione coerente in grado di scalzare la destra”. Chiusa la partita delle elezioni in Sardegna, ora si apre quella relativa alle prossime elettorali, in Abruzzo, Basilicata, Piemonte e Umbria, tutte attualmente guidate dal centrodestra. La caccia al candidato vincente è aperta.

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