Due euro in più nello scontrino per il cibo diviso, è polemica

Lo “scontrino della discordia”, due euro in più per dividere il cibo: è polemica

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Lo “scontrino della discordia”, due euro in più per dividere il cibo: è polemica

Redazione  |
lunedì 07 Agosto 2023

Due casi, uno a Como e uno a Finale Ligure, che aprono il dibattito sul costo della condivisione del cibo ai ristoranti.

Due euro in più sullo scontrino per il cibo diviso al ristorante: due casi differenti, rispettivamente a Como e a Finale Ligure (Savona), scatenano la polemica sul web.

Ecco cosa è successo e gli interventi online, anche da noti personaggi come la giornalista e opinionista Selvaggia Lucarelli.

Cibo diviso al ristorante e due euro in più sullo scontrino, i casi

Sul lago di Como, uno dei luoghi più belli e affollati di turisti d’Italia, un bar avrebbe addebitato due euro in più sullo scontrino semplicemente per aver tagliato a metà un toast. In poco tempo (l’episodio risalirebbe all’inizio dell’estate 2023) la storia ha fatto il giro d’Italia, anche grazie a una recensione (con tanto di foto dello scontrino) lasciata sul noto portale Tripadvisor dai clienti.

Nelle scorse ore, un nuovo caso – commentato anche da Selvaggia Lucarelli – ha suscitato la reazione della comunità online. Un episodio simile, ma avvenuto a Finale Ligure. “Liguria. Un piatto di trofie al pesto 18 euro, la mamma chiede un piattino per farne assaggiare un po’ anche alla bambina di tre anni che ha già mangiato. Sul conto le mettono due euro per il piattino”, si legge in un post su Twitter della giornalista.

La polemica

Il cibo condiviso al ristorante costa? La scelta dei due ristoranti di aggiungere due euro allo scontrino per cose che normalmente sono gratis ha suscitato l’attenzione e scatenato la polemica sul terreno di discussione più “fertile” del mondo odierno: i social.

Se da un lato, i clienti reputano eccessiva – specialmente in un periodo di rincari e crisi – la pretesa dei ristoratori di ottenere dei soldi in più per aver semplicemente diviso del cibo a metà tra due persone, dall’altro c’è chi cerca di guardare alle due vicende attraverso lo sguardo del ristoratore. Ristoratore che ha impiegato comunque un piatto in più, utilizzato delle posate che dovrà lavare, fornito tovaglioli in più ai clienti. Insomma, una spesa c’è, e lo ha ribadito anche il titolare del bar lombardo al centro della polemica per il “costoso” taglio del toast.

Il caso, al contrario di quanto si potrebbe pensare, non è locale ma nazionale. Questi due episodi, infatti, fanno luce su un argomento interessante per tutti i ristoratori: di quante e quali spese i clienti rimangono all’oscuro, non trovandosi a doverle pagare o osservare sullo scontrino? Su questo tema, probabilmente, in molti avranno da discutere per giorni.

Immagine di repertorio

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