Commissari Covid e Asp, due piloti per una sola macchina. La replica di Liberti - QdS

Commissari Covid e Asp, due piloti per una sola macchina. La replica di Liberti

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Commissari Covid e Asp, due piloti per una sola macchina. La replica di Liberti

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martedì 10 Maggio 2022

Il commissario Liberti replica a chi nell'Asp considera il suo ufficio superfluo. "Abbiamo ancora 251mila persone che non hanno fatto né la terza né la quarta dose... Li stiamo chiamando uno ad uno"

“Mi piacerebbe davvero sapere chi è questo dirigente Asp della Ferrari… Magari sa guidare meglio di me la macchina anti Covid e allora può venire lui qui all’ufficio del commissario e io torno in ospedale dove tra l’altro guadagno di più…”. Replica così risentito il commissario Covid per la provincia di Catania, Pino Liberti, alle esternazioni di un dirigente dell’azienda sanitaria che aveva velatamente criticato la nuova proroga della macchina commissariale da oltre 6 milioni di euro – da aprile fino a fine giugno – per i circa 700 tra medici, infermieri, addetti informatici, amministrativi e altre figure professionali il cui contratto è stato rinnovato nell’ambito della lotta al Covid.

Pino Liberti
commissario Covid provincia di Catania, Pino Liberti

“Ma vorrei aggiungere – spiega ancora Liberti – che se l’area metropolitana anti Covid è una Ferrari non è che l’Asp ha dei meriti…Tanto per capirci. Ora io potrei raccontare una sfilza di episodi….”.

In effetti gli uffici commissariali sono stati soppressi in tutta Italia. Una modesta parte delle assunzioni però perdura, ma dietro direzione delle Asp nelle regioni dove, tra l’altro, i commissari Covid non c’erano già prima. L’anomalia consiste proprio in questo: sono state creati due guidatori per una sola auto e ora si va avanti così ad emergenza quasi finita.

Sei milioni spesi legittimamente

Ma allora commissario lei ritiene legittimi altri sei milioni di soldi pubblici per rinnovare incarichi quando il Covid è, per così dire, sul viale del tramonto?
“Ma allora cosa si vorrebbe… che smettiamo di tracciare i positivi? Che smettiamo di mandare i flussi alla Regione e al ministero e che non “liberiamo” la persone dalla quarantena? Non è che queste cose si fanno perché esisto io in qualità di commissario. Se io non ci fossi si farebbero lo stesso e quindi questi ragazzi ci sarebbero lo stesso a lavorare”.

Lei sostiene che l’Asp non potrebbe fare i tracciamenti e le altre procedure che fate voi ancora oggi?
“Certo che può farli e per questo, secondo qualcuno all’Asp, la presenza del commissario è superflua…”.

E’ il Ministero che ce lo ordina

Quindi lei ritiene che queste procedure sono legittime anche in un periodo in cui il Covid batte in ritirata?
“Allora, per intendersi, anche in tutte le altre regioni esistono queste figure ma sono assunte con contratti a tempo determinato perché non sono in Piano di rientro. La Sicilia, la Calabria, la Campania e la Puglia, essendo in piano di rientro hanno dovuto optare per la soluzione dei co.co.co. Ora se noi abbiamo preso 1.000 informatici, anche l’Emilia Romagna avrà preso mille informatici… Quindi queste spese ci sono dappertutto e sono necessarie per continuare a fare quello che il ministero ci chiede di fare e cioè, ripeto: il trattamento, i flussi, i rapporti con i medici di famiglia… Tutte quelle attività che, fatte salve le attività vaccinali ridotte in maniera drastica, bisogna effettuare per avere un quadro generale della situazione. Si Immagini pure che ci sono in provincia ancora 251mila persone che non hanno fatto la terza o la quarta dose. I nostri uffici li stanno chiamando uno ad uno per invitarli a concludere il ciclo. E per fare questo immane lavoro serve personale”.

Ma forse c’è ancora un certo allarmismo che oggi non avrebbe più senso…
“Ma questo allarmismo non lo stabilisco io, né gli infettivologi. E’ il ministero che ha disposto di mantenere le strutture anti Covid. Ora se tutti diventiamo ministri della Salute, anche per motivi tornacontistici, mi sa dire dove finiremo?”.

Giuseppe Bonaccorsi

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