Per ridurre il tetto del bilancio e dei sussidi che compongono la parte di Recovery Fund diviso per programmi, sono state presentate alcune opzioni che sono state analizzate nel corso del vertice. Finora, però, non si è ancora parlato di tagliare la Resilence and Recovery Facility da 560 miliardi, 310 miliardi di trasferimenti a fondo perduto e 250 miliardi di prestiti, che costituisce il perno del piano. Anche qui, però, continuano ad esserci più fazioni: la Danimarca guida la carica per la riduzione del Bilancio e sui ‘rebatè, mentre la Francia chiede di mettere fine agli sconti. L’Olanda punta sulla necessità di un nuovo meccanismo di governance del Fondo di rilancio, mentre Italia e Spagna mirano sulla proposta della Commissione europea, basata su una procedura con maggioranza inversa.
In particolare, sono due le voci che hanno descritto le difficoltà dei Paesi a riuscire ad avere una visione comune, quella di Mark Rutte, premier olandese, e di Angela Merkel, cancelliera tedesca. “Vedo poco meno del 50% di possibilità di raggiungere un accordo sul pacchetto di ripresa entro domenica. E’ ancora possibile raggiungere un compromesso, ma ci aspetta un duro lavoro. Gli aiuti, però, solo se vediamo le riforme”, ha dichiarato Rutte, che tra i premier dei Paesi frugali è sicuramente quello su posizioni più rigide. “Le differenze tra i vari leader sono ancora molto, molto grandi ed è difficile prevedere la possibilità di raggiungere un risultato. Mi aspetto trattative molto, molto difficili, la Germania lavorerà insieme alla Francia per aiutare il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, dobbiamo solo lavorare sodo”, ha poi sottolineato la Merkel. Il premier Conte, dopo i suoi incontri in Europa, ha ripetuto che in gioco non c’è solo il destino italiano, ma di tutta l’Unione: “La linea rossa italiana è che la risposta europea sia adeguata ed effettiva, cioè concretamente perseguibile”.
(ITALPRESS).