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Contrabbando, sgominate due bande a Palermo e Mazara

redazione web

Contrabbando, sgominate due bande a Palermo e Mazara

martedì 30 Novembre 2021

Importavano sigarette non conformi per milioni di euro. Tredici gli indagati, sei con reddito di cittadinanza e sette tunisini. Due anni d'indagini, avocate dalla Procura europea. TUTTI I NOMI

Su disposizione della sede palermitana della Procura Europea (EPPO – European Public Prosecutor’s Office) la Guardia di finanza ha eseguito un provvedimento di fermo di tredici persone che farebbero parte di una rete criminale transnazionale che operava tra la Tunisia e la Sicilia e che gestiva il contrabbando di sigarette provenienti dal Nord-Africa.

Le indagini condotte dal nucleo di polizia economico-finanziaria di Palermo Gico, coordinata dal pm Gery Ferrara, con intercettazioni telefoniche e ambientali, appostamenti, pedinamenti e videoriprese, hanno consentito di scoprire due organizzazioni criminali in affari fra loro.

La prima, con basi operative nella provincia di Trapani e in Tunisia, si occupava di reperire le sigarette di contrabbando e di organizzare le spedizioni illecite via mare dalle coste africane in Italia.

La seconda, nel palermitano, acquistava all’ingrosso le sigarette introdotte in modo illegale per poi destinarle al mercato della vendita al dettaglio nel capoluogo siciliano.

Barchini e navi madre

Le indagini, avviate nell’estate del 2019, hanno accertato la ripresa del contrabbando di tabacchi lavorati esteri via mare, attuato attraverso l’invio di imbarcazioni provenienti dal nord Africa, le cosiddette “navi madri” che, al limite delle acque territoriali nazionali, si incontrano con natanti di piccole dimensioni provenienti dall’Italia, i “barchini” sui quali vengono trasbordate le casse di sigarette.

Le aree risultate maggiormente interessate agli sbarchi sono state il trapanese, principalmente Mazara del Vallo, Marsala e Campobello di Mazara, ma alcuni sbarchi sono avvenuti anche nel siracusano.

Le sigarette venivano stoccate in magazzini nella disponibilità degli indagati nel territorio mazarese, da dove si rifornivano i componenti dell’organizzazione palermitana.

Due anni di indagini

Nei circa due anni di indagini, il Gico di Palermo, grazie al costante scambio di informazioni con il Comando Generale e con il supporto della componente aeronavale di Pratica di Mare, ha intercettato numerose spedizioni illecite, arrestando in flagranza di reato 36 contrabbandieri.

Sono state sequestrate 23 tonnellate di sigarette (principalmente con marca Oris, Royal, Pine, Time), che non possono essere vendute in Italia perché non conformi ai parametri di produzione e commercializzazione previsti dalla normativa europea, dieci imbarcazioni (quattro pescherecci e sei motoscafi veloci), del valore di circa mezzo milione di euro e 170.000 euro in contanti.

Se immesse sul mercato, le sigarette di contrabbando avrebbero fruttato tre milioni e mezzo di euro, generando un danno per le casse dell’Unione Europea e dell’Erario nazionale di oltre sei milioni di euro.

Indagini avocate dalla Procura europea

Proprio per il danno al bilancio dell’Ue, le indagini sono state avocate dalla Procura Europea, istituzione operativa dal giugno scorso che ha proprio l’obiettivo di perseguire i reati che ledono gli interessi finanziari dell’Unione. Il fermo eseguito è il primo provvedimento cautelare personale emesso dall’ufficio italiano di Eppo.

I nomi dei coinvolti nell’indagine

Queste le persone coinvolte nell’indagine su un maxi contrabbando di sigarette tra l’Africa e la Sicilia: Antonino Lo Nardo, 46 anni, Giulio Di Maio, 35 anni, Fabio Bruno, 29 anni, tutti sottoposti a fermo.

Indagati Giosafat Bruno, 31 anni, Calogero Stassi, 28 anni e Alfredo Caruso, 37 anni.

Gli arrestati nell’organizzazione transnazionale: Walid Mirghli, nato in Tunisia, 34 anni, residente a Mazara del Vallo (Tp), Samir Kacem, 57 anni, nato in Tunisia, residente a Mazara del Vallo (Tp), Said Hamza, 32 anni, nato in Tunisia, residente a Mazara del Vallo (Tp); Mehdi Ammari, 43 anni, nato in Tunisia, residente a Campobello di Mazara (Tp); Bartolomeo Bertuglia, 53 anni, Campobello di Mazara (Tp); Francesco Bertuglia, 56 anni, Campobello di Mazara (Tp); Vito Agnello, 53 anni, Castelvetrano, Giuseppe Licata, 55 anni, Campobello di Mazara (Tp); Ahmed Zaabi, 43 anni, nato in Tunisia; Hassen Mohamed Hamza, 44 anni, nato in Tunisia.

Indagato: Mohamed Baili, 56 anni, nato in Tunisia residente a Mazara del Vallo (Tp).

Sei indagati avevano reddito cittadinanza

Sei degli indagati percepivano direttamente o tramite il proprio nucleo familiare il “reddito di cittadinanza”, beneficio che ora verrà loro sospeso.

Gli specialisti del Gico, attraverso l’esame, il confronto e l’incrocio di informazioni economico-finanziarie ottenute tramite le varie banche dati, hanno anche accertato la sproporzione tra i beni nella disponibilità degli indagati e i redditi dichiarati.

La Procura Europea ha disposto dunque anche il sequestro preventivo d’urgenza di un’imbarcazione, autoveicoli e motoveicoli riconducibili agli indagati per un valore complessivo di 150.000 euro.

I primi arresti della Procura Europea

“L’operazione denominata Blue Wave effettuata dalla Guardia di Finanza di Palermo, che ha scoperto un grosso contrabbando internazionale di sigarette, assume particolare rilevanza in quanto si è conclusa con l’esecuzione del primo provvedimento cautelare personale emesso da un Ufficio Italiano della Procura Europea e, in particolare, dai procuratori europei distaccati alla sede di Palermo”.

Lo dice il generale Nicola Quintavalle Cecere, comandante provinciale della Guardia di Finanza di Palermo.

“La Finanza, in quanto polizia economico-finanziaria italiana, rappresenta l’interlocutore naturale della Procura Europea, costituita proprio con lo scopo di perseguire i reati che minacciano gli interessi finanziari dell’Ue – spiega -, tra questi rientra ovviamente il contrabbando di sigarette che lede sia gli interessi nazionali (con riferimento alle accise) che quelli comunitari (per quanto concerne l’Iva). Si stima che il contrabbando di sigarette genera perdite di circa 10 miliardi all’anno per l’Unione Europea e di oltre 400 milioni all’anno per il nostro Paese”.

“In questo comparto operativo le Fiamme Gialle – aggiunge – assicurano una costante azione di contrasto attraverso l’attività investigativa e i servizi di vigilanza statica e dinamica all’interno degli spazi aeroportuali e con le pattuglie impiegate nel controllo economico del territorio in città. Il dispositivo è poi integrato dal controllo aeronavale mediante: il Corpo – che ha il ruolo esclusivo di polizia del mare italiana – assicura una costante azione di vigilanza per intercettare le imbarcazioni utilizzate per i traffici illeciti”. (ANSA).

Per Ue danno da sei milioni di euro

“Aspetto peculiare dell’indagine – dice il colonello Gianluca Angelini, comandante del nucleo di polizia economico e finanziaria della Guardia di Finanza di Palermo – è la raccolta di elementi di prova che supportano l’esistenza di un gruppo organizzato di natura transnazionale, composto da italiani e tunisini: una sorta di joint venture criminale costituita per la realizzazione di gravi condotte di contrabbando di ingenti quantitativi di sigarette”.

“Le investigazioni – aggiunge – hanno confermato l’attualità del fenomeno del contrabbando che rappresenta una grave forma di evasione: basti pensare che solo in relazione alle sigarette sequestrate nel corso delle indagini tra dazi, Iva e accise si è generato un danno per le casse dello Stato e dell’Unione Europea per oltre sei milioni di euro”.

Danni per la salute

“Altrettanto gravi – conclude – sono i rischi per la salute dei consumatori: le marche sequestrate rientrano, tra le cosiddette ‘cheap white’, cioè sigarette prodotte legalmente in alcuni Paesi dell’Europa dell’Est e del medio Oriente, non ammesse però per la vendita all’interno dell’Unione Europea proprio perché non rispettano gli standard di sicurezza minimi richiesti”. (ANSA).

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