Coronavirus, a Carini il primo impianto del Sud di mascherine Ffp3 - QdS

Coronavirus, a Carini il primo impianto del Sud di mascherine Ffp3

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Coronavirus, a Carini il primo impianto del Sud di mascherine Ffp3

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martedì 05 Gennaio 2021

Gli impianti hanno una capacità produttiva di 20 mila pezzi al giorno. Se le Ffp2 filtrano almeno il 94% delle particelle che si trovano nell'aria, le Ffp3 hanno una capacità filtrante del 99%.

Il primo impianto nel Sud Italia di mascherine Ffp3 è entrato in piena produzione, proprio alla vigilia della terza ondata di Covid-19. Si trova a Carini, nell’area che un tempo era dell’ex Keller, dove si produceva materiale rotabile, e rilevata dal gruppo Montalbano, che fa parte del Polo MihS-Industrie Meccatronica Sicilia, la newco costituita all’interno del Distretto per supportare le forniture ‘made in Sicily’ dell’intera filiera sanitaria di dispositivi di protezione e sicurezza anti-Covid.

Ne fanno parte, oltre a Montalbano, l’azienda Puleo di Marsala e la Hotaly dell’area industriale di Catania. Le Ffp3 hanno ottenuto la certificazione dall’Inail, così le linee, già pronte da qualche mese, stanno producendo a regime.

Gli impianti hanno una capacità produttiva di 20 mila pezzi al giorno. Se le Ffp2 filtrano almeno il 94% delle particelle che si trovano nell’aria, le Ffp3 hanno una capacità filtrante del 99%.

Antonello Mineo

“E’ un’altra scommessa vinta, il Polo MihS rappresenta un fiore all’occhiello nel panorama industriale del Paese e con un valore aggiunto altissimo, considerando che è nato in una terra bellissima, come la nostra Sicilia, ma complicata per tanti dice Antonello Mineo, presidente di Meccatronica Sicilia – Pur tra mille ostacoli e nel pieno di una crisi economica profonda e senza precedenti, le imprese stanno continuando a investire credendo fermamente sulla necessità di produrre dispositivi di sicurezza all’altezza proprio nella fase in cui si parla della terza ondata di Covid. E’ uno sforzo quotidiano che ha permesso di salvare decine di posti di lavoro e di crearne altri, nonostante il mercato sia ‘drogato’ ancora da Dpi made in Cina, senza alcuna garanzia per la salute pubblica. Alle Istituzioni chiediamo di valorizzare questi sforzi”.

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