Coronavirus, Assomusica “I concerti annullati creano danni economici da 10,5 milioni di euro” - QdS

Coronavirus, Assomusica “I concerti annullati creano danni economici da 10,5 milioni di euro”

redazione

Coronavirus, Assomusica “I concerti annullati creano danni economici da 10,5 milioni di euro”

venerdì 28 Febbraio 2020

Assomuica sta raccogliendo i primi dati relativi all’impatto reale del Coronavirus

ROMA – Assomusica, l’associazione degli Organizzatori e produttori di Spettacoli di musica dal vivo, che racchiude la (quasi) totalità degli organizzatori di spettacoli di musica contemporanea, ha seguito con attenzione, negli ultimi giorni, l’evoluzione di quanto sta avvenendo a livello normativo e ordinativo. L’Associazione sta raccogliendo i primi dati relativi all’impatto reale, per il settore, delle disposizioni adottate dal Governo e da alcune Regioni per cercare di contenere il contagio da Coronavirus Covid19.

“La vendita dei biglietti – ha dichiarato il presidente di Assomusica, Vincenzo Spera si è completamente fermata, non solo nelle Regioni dove sussiste l’emergenza, ma a livello nazionale, a causa della situazione di panico dilagante. Ad oggi, per un primo periodo, si stima una perdita di circa 10,5 milioni di euro per i soli spettacoli di musica (ndr. dati elaborati da Assomusica su stime fornite da TicketOne). Si stima inoltre una conseguente ricaduta di almeno 20 milioni di euro sulle città che avrebbero dovuto ospitare gli eventi”.

“È evidente – ha aggiunto – che quello della musica dal vivo sia uno dei settori più deboli sotto questo punto di vista, perché non dispone di alcun tipo di contribuzione e si trova a dover fronteggiare tutta una serie di difficoltà che gli altri settori dello spettacolo non hanno . Abbiamo scritto al Presidente del consiglio e ai ministri interessati per sottolineare la gravita’ della situazione, dato che rappresentiamo uno dei settori più colpiti dalla presente emergenza e constatiamo che non ci sono ancora strumenti che sembrano tener conto della nostra realtà”.

“Il rischio, in particolare – ha concluso Spera – è che molte delle società e dei promoter attivi soprattutto sui territori locali e regionali subiscano un rapido crollo. Teniamo presente, inoltre, che la musica popolare contemporanea e’ uno dei maggiori veicoli di ricaduta economica nel nostro Paese per quanto riguarda il turismo e le realtà alberghiere e di ristorazione. Basti pensare che ogni anno portiamo a Milano oltre 1 milione di persone da fuori regione, per passare ai 500 mila spettatori che arrivano ogni anno a Verona e così via nelle varie realtà”.

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