Coronavirus, "boss scarcerati", show di Salvini, ma è una fake news - QdS

Coronavirus, “boss scarcerati”, show di Salvini, ma è una fake news

redazione web

Coronavirus, “boss scarcerati”, show di Salvini, ma è una fake news

mercoledì 22 Aprile 2020

L'ex ministro dell'Interno subito smentito dal Dap, che ha precisato: "era solo un monitoraggio con informazioni per i magistrati, che decidono in totale autonomia e indipendenza". Bonafede, "inaccettabile sciacallaggio"

Boss mafiosi detenuti che, per la loro età e condizione di salute, sarebbero stati scarcerati in ossequio alle prescrizioni anticoronavirus che indicano di sfoltire le presenze nelle carceri facendo ricorso a pene alternative.

La voce secondo cui il boss di Cosa nostra Francesco Bonura, di 78 anni, e quello della ‘ndrangheta Vincenzino Iannazzo, di 65, sarebbero stati posti ai domiciliari per motivi di salute, riportata dal settimanale L’Espresso, ha scatenato l’ira del leader della Lega, Matteo Salvini.

“Stanno uscendo pericolosi mafiosi. E’ una vergogna nazionale” ha dichiarato.

Il problema è stato che il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria (Dap) ha immediatamente smentito di aver emanato qualsiasi disposizione riguardante i detenuti al 41 bis: quel che è stato avviato è stato “solo un monitoraggio”.

Bonafede, “Falso, pericoloso, inaccettabile”

Durissimo il commento sulle dichiarazioni di Salvini da parte del ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, secondo il quale “Sostenere che alcuni esponenti mafiosi sono stati scarcerati per il decreto legge Cura Italia non solo è falso, è pericoloso e irresponsabile: si tratta infatti di decisioni assunte dai giudici nella loro piena autonomia che in alcun modo possono essere attribuite all’esecutivo”.

”Inaccettabile sciacallaggio su una materia così delicata”

Bonafede definisce “particolarmente grave” in questo momento “la diffusione di notizie false”.

Se poi si parla di una materia così delicata come la lotta alla mafia, si tratta di “inaccettabile sciacallaggio”.

La precisazione del Dap

In una nota, il Dap ha precisato infatti di non aver diramato “alcuna disposizione a proposito dei detenuti appartenenti al circuito di alta sicurezza o, addirittura, sottoposti al regime previsto dall’art. 41bis. Quella inviata il 21 marzo scorso agli istituti penitenziari è una richiesta con la quale, vista l’emergenza sanitaria in corso, si invitava a fornire all’autorità giudiziaria i nomi dei detenuti affetti da determinate patologie e con più di settant’anni d’età”.

A confermarlo sarebbe il fatto che L’Espresso, riportando la voce, ha citato proprio la circolare del 21 marzo scorso con cui il Dap invitava appunto tutti i direttori delle carceri a “comunicare con solerzia all’autorità giudiziaria, per eventuali determinazioni di competenza”.

Il Dap, “un semplice monitoraggio per i magistrati”

Secondo il Dap quello avviato è dunque “un semplice monitoraggio, con informazioni per i magistrati sul numero di detenuti in determinate condizioni di salute e di età, comprensive delle eventuali relazioni inerenti la pericolosità dei soggetti, che non ha, né mai potrebbe avere, alcun automatismo in termini di scarcerazioni”.

“Le valutazioni della magistratura – conclude la nota – sullo stato di salute di quei detenuti e la loro compatibilità con la detenzione avviene ovviamente in totale autonomia e indipendenza rispetto al lavoro dell’amministrazione penitenziaria”.

Le precisazioni e le nuove polemiche

Secondo L’Espresso, i detenuti al 41 bis che, per condizioni di età e salute, potrebbero ottenere i domiciliari sarebbero 74. E calcolando che la popolazione carceraria italiana al 31 dicembre 2019 era di quasi sessantunomila persone, la percentuale sarebbe di poco più dello 0,1%.

Molto rumore per nulla, insomma. Ma a ogni buon conto, il Ministero della Giustizia ha avviato “tutte le opportune verifiche e approfondimenti”.

Matteo Salvini però, nonostante le precisazioni, ha proseguito lo show e, continuando a utilizzare il condizionale, ha sparato a zero sul Governo: “potrebbe uscire anche Nitto Santapaola, è un insulto alle vittime dei caduti della mafia. La pazienza è esaurita. Io non ci sto. Una vergogna che va fermata dentro e fuori il Parlamento”.

L’avvocato di Bonura, “Non c’entra il Cura Italia”

Che la situazione di Bonura riguardi il Cura Italia è stato smentito da l’avvocato Giovanni Di Benedetto, legale del boss. Il legale ha sottolineato come la scarcerazione decisa dal tribunale di sorveglianza di Milan sia legata a gravi motivi di salute e non all’emergenza coronavirus.

A Bonura, che ha quasi ottant’anni, restano da scontare meno di nove mesi di carcere. Affetto da cancro al colon è stato operato e sottoposto a chemioterapia e di recente i marker tumorali hanno registrato una allarmante impennata.

La decisione dei magistrati milanesi è stata dunque presa “in ossequio ai principi anche comunitari, sull’umanità che deve sottostare a ogni trattamento carcerario” ha detto l’avvocato, stigmatizzando le “perniciose e inopportune generalizzazioni che alterano la realtà”.

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