Cresce il business delle imprese biotech, ma non in Sicilia - QdS

Cresce il business delle imprese biotech, ma non in Sicilia

Rosario Battiato

Cresce il business delle imprese biotech, ma non in Sicilia

sabato 25 Maggio 2019

Assobiotec-Enea: nel 2018 si contano 641 aziende in Italia con un fatturato pari a 11,5 miliardi di euro e 13 mila addetti. Aumentano gli investimenti in ricerca e sviluppo e il numero degli occupati

PALERMO – Numeri importanti per le imprese biotech attive in Italia: alla fine del 2018 ce ne sono 641 con un fatturato generati pari a 11,5 miliardi di euro e oltre 13 mila addetti nel settore. In campo ci sono 2 miliardi di euro di investimenti. Lo dice l’analisi contenuta nell’aggiornamento congiunturale “Le imprese di biotecnologie in Italia” realizzato da Assobiotec, Associazione nazionale per lo sviluppo delle biotecnologie che fa parte di Federchimica, in collaborazione con Enea, che è stata presentata nei giorni scorsi a Roma. Per la Sicilia ancora solo le briciole.

LA TENDENZA STABILE E GLI INDICATORI IN CRESCITA
Nell’ultimo triennio il numero delle imprese è rimasto sostanzialmente invariato anche se sono cresciuti “tutti i principali indicatori economici del comparto – si legge in una nota –, confermando un’altissima intensità di ricerca e una popolazione di imprese in fase di consolidamento”. A crescere, a ritmi sostenuti, è stato infatti il fatturato generato da attività biotech con un dato che vale il 16%, cioè quasi due volte e mezzo rispetto a quanto rilevato per il settore manifatturiero (7%). Statistiche confortanti anche sul fronte dell’aumento degli investimenti in R&S biotech (+17%) e anche per il numero degli addetti in questo settore presso le imprese a capitale italiano specializzate in R&S di biotecnologie (+15%).

RADIOGRAFIA DELLE IMPRESE
Nella tradizione del modello italiano per il 78% dei casi si tratta di micro o piccole imprese anche se la media dimensionale del settore “risulta comunque superiore a quella rilevata per il manifatturiero, dove le micro o piccole imprese coprono una quota superiore al 97%”. Le grandi imprese arrivano a valere più del 9% del totale mentre nel manifatturiero si limitano allo 0,3% del totale.

LA DISTRIBUZIONE REGIONALE
Considerando il peso che i settori tecnologicamente avanzati hanno solitamente in determinate aree del Paese, non stupisce una localizzazione concentrata per l’80% nel centro-nord. “Quasi il 90% del fatturato realizzato da attività biotech – riporta l’analisi – si concentra in sole tre regioni: Lombardia, Lazio, Toscana. La Lombardia, area preminente del tessuto industriale italiano e centro finanziario nazionale, si conferma la prima regione in Italia per numero di imprese (181, pari al 28% circa del totale) e per una incidenza sempre maggiore negli anni sul fatturato biotech totale (oltre 5,5 miliardi di euro, 48% circa del totale) e per investimenti in R&S intra-muros (oltre 160 milioni di euro, più del 30% del totale). È seguita dalla Toscana per investimenti in R&S(oltre 110 milioni di euro, oltre il 20% del totale) e dal Lazio, per fatturato (oltre 2,5 miliardi di euro, quasi il 24%)”.

LA SICILIA IN CODA
Tra questi giganti la Sicilia rischia di sparire. Stando alle cartine che riproducono la distribuzione delle imprese di biotech, la percentuale isolana sul totale rientra nel penultimo gruppo (compreso tra 1 e 5% del totale) con un fatturato che risulta essere inferiore all’1% di quanto registrato a livello nazionale. Stessa percentuale si è registrata anche per quanto riguarda gli investimenti registrati all’interno del perimetro regionale.

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