Democrazia Cristiana contro Cuffaro, scontro sul simbolo - QdS

Democrazia cristiana VS Cuffaro, è scontro aperto sull’uso del simbolo DC

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Democrazia cristiana VS Cuffaro, è scontro aperto sull’uso del simbolo DC

Redazione  |
sabato 15 Aprile 2023

Il portavoce nazionale del partito, Desideri: “Le liste non riconosciute saranno subito impugnate nelle sedi competenti”. La replica di Totò Cuffaro.

Si infiamma lo scontro sull’utilizzo del simbolo della Democrazia Cristiana. Per fare chiarezza sulla questione abbiamo intervistato Fabio Desideri, portavoce nazionale e coordinatore politico nazionale del partito.

Fabio Desideri, portavoce Democrazia Cristiana
Fabio Desideri, portavoce della Democrazia cristiana

Scontro sul simbolo della Democrazia cristiana, cosa dice il partito

Desideri, la Democrazia cristiana in Sicilia è tornata a occupare il centro della politica?

“Sarebbe bello potere rispondere positivamente a questa sua affermazione, ma nonostante storicamente in questa stupenda Isola il nostro partito abbia radici e personalità importanti, al momento non credo si possa dire che siamo determinanti rispetto alle dinamiche politiche del territorio”.

Molti fanno riferimento alla Democrazia cristiana e al suo coordinatore regionale, Totò Cuffaro…

“Avevo capito perfettamente la sua domanda. Devo però sottolineare che, contrariamente a quanto alcuni vorrebbero far pensare, la Democrazia cristiana non ha forme: storiche, nuove o personali, e via discorrendo. La Democrazia cristiana è nata il 4 di marzo del 1943 ed è tale fino al giorno d’oggi, senza interpretazioni cromatiche, personali, storiografiche o altro”.

Lei è il portavoce e coordinatore politico della Democrazia cristiana: ci vuole far capire che coloro i quali nella politica siciliana fanno riferimento alla Democrazia cristiana e agiscono per conto di essa non sono legittimati dal vostro partito?

“Il nostro partito ha inviato, formalmente, delle osservazioni al ministro dell’Interno Piantedosi, ai vari Prefetti competenti per territorio, ai presidenti delle Commissioni elettorali circondariali e ai sindaci dei Comuni nei quali avranno luogo le elezioni amministrative. In dette osservazioni è stato chiaramente specificato che la titolarità del logo e della denominazione della Democrazia cristiana è nell’esclusivo possesso del partito, in virtù dei pronunciamenti degli organi giurisdizionali competenti, delle norme statutarie che disciplinano il nostro funzionamento, nonché delle leggi vigenti. Nelle medesime osservazioni è stato chiaramente indicato che le uniche liste che la Democrazia cristiana riconosce e legittima sono quelle che nella documentazione da depositare abbiano allegata la delega all’utilizzo di simbolo e denominazione, autorizzata dal nostro segretario nazionale, avvocato Antonio Cirillo. Altre liste, variamente riferite, sia nella somiglianza del simbolo, sia della nostra denominazione, saranno immediatamente impugnate nelle sedi competenti, con contestuale richiesta di applicazione delle tutele previste, sia in sede civile che penale, come disciplinato dalle norme vigenti”.

Il caso Cuffaro

Quindi l’onorevole Cuffaro e chi altri si rifà alla Dc non è legittimato a parlare in nome e per conto della Democrazia cristiana?

“Nelle osservazioni che il partito ha inviato alle istituzioni, cui nella risposta alla sua precedente domanda ho fatto riferimento, le nostre argomentazioni a riguardo sono chiare, dettagliate e specifiche. Peraltro, credo che alcuni tra costoro stiano meditando di svolgere una forma di incontro, chiamandolo Congresso nazionale, per maggio prossimo, nel vano tentativo di legittimare una qualche forma partito che gli organi giurisdizionali italiani hanno già giudicato priva di legittimità. Non capisco quindi a che titolo, a esclusione delle proprie elucubrazioni politiche, possano pensare di rappresentare il nostro partito”.

Questa è una notizia molto importante per la politica siciliana, anche alla luce delle prossime elezioni…

“Io penso che quanto ho detto sia solo ed esclusivamente la sintesi di osservazioni formali inviate per competenza agli organi istituzionali deputati alle verifiche di merito ai sensi delle leggi vigenti. Noi attendiamo, semplicemente, la presentazione ufficiale delle liste, al fine di verificare se sarà necessario agire a tutela del nostro partito, nelle forme e nei modi previsti, nelle sedi competenti. Il resto attiene alle dinamiche della politica, sulle quali non riteniamo di esprimerci, in quanto com’è noto a tutti siamo in un Paese in cui la libertà di azione politica è riconosciuta a ognuno. Noi, semplicemente, aggiungiamo a riguardo che la comunicazione politica deve essere chiara, esclusivamente nell’interesse dei siciliani e di tutti gli italiani”.

La replica di Totò Cuffaro

Totò Cuffaro
Totò Cuffaro

Noi ci presentiamo con il nostro simbolo, che è la bandiera che fu il simbolo di Luigi Sturzo nella prima competizione elettorale con il Partito popolare, con la scritta Democrazia cristiana. Tutte le polemiche, quelle di prima e quelle di oggi, sono assolutamente sterili perché la Democrazia cristiana come è scritta e come Dc è certamente riconosciuta essere quella che noi stiamo rappresentando. Per evitare ogni polemica avevamo già sostituito lo scudo crociato con la bandiera crociata”. Questa la posizione di Totò Cuffaro sulla questione dell’utilizzo del simbolo Dc.

“Ci siamo già presentati in altri Comuni – ha aggiunto -, da Caltagirone a Favara, da Palermo e altrove, nelle passate elezioni e abbiamo portato i nostri consiglieri comunali che rappresentano quel simbolo dentro le istituzioni. Ci siamo presentati con quel simbolo per il rinnovo del parlamento regionale, abbiamo eletto cinque deputati regionali, abbiamo due assessori in Giunta di governo, abbiamo il gruppo parlamentare della Democrazia cristiana con questo simbolo, nessuna polemica può interessare la presentazione delle nostre liste. Questo ormai è un dato consolidato e qualsiasi altro partito voglia strumentalizzare su questo purtroppo per lui non avrà che cosa fare e si troverà di fronte una realtà specifica e ben consolidata”.

“La Democrazia cristiana – ha concluso Cuffaro – sarà presente in tutti i comuni dove si vota con il sistema proporzionale, da Acireale a Catania, da Belpasso a Siracusa da Licata e in altri Comuni con il suo simbolo, il simbolo storico della Democrazia cristiana. Siamo convinti che dappertutto supereremo lo sbarramento. Inoltre dove non c’è il proporzionale abbiamo presentato molti candidati a sindaco tra cui Menfi e Aci Sant’Antonio”.

Intervista a Cuffaro a cura di Raffaella Pessina

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