Depurazione, la Sicilia affoga nei veleni di discariche e industrie - QdS

Depurazione, la Sicilia affoga nei veleni di discariche e industrie

redazione

Depurazione, la Sicilia affoga nei veleni di discariche e industrie

venerdì 11 Settembre 2020

Un autentico disastro ecologico quello che emerge dalle parole del comandante della Guardia di Finanza, Rapanotti alla Commissione parlamentare d’inchiesta sui rifiuti, tornata nell’Isola. Caterina Licatini (M5s), “Musumeci cambi rotta”

PALERMO – La Commissione parlamentare d’inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali ad esse correlati (Commissione Ecomafie) ha audito il comandante regionale della Guardia di finanza della Sicilia, Riccardo Rapanotti. L’audizione rientra nell’ambito dell’approfondimento sulla depurazione delle acque reflue.

Il generale Rapanotti ha fornito informazioni su un’inchiesta riguardante la discarica e l’impianto di trattamento rifiuti di Siculiana: tra i reati contestati figurano l’illecito riversamento a terra di scarichi derivanti dal dilavamento delle acque piovane, l’inquinamento del sottosuolo e delle acque sotterranee, lo scarico illecito di reflui.

Sulle attività in provincia di Palermo, l’ufficiale delle Fiamme Gialle ha dichiarato “che sono in essere accertamenti in autolavaggi, dove in molti casi si osserva una scorretta gestione delle acque reflue”. Sempre nel palermitano, secondo quanto riferito, “è in corso un’attività informativa sulla gestione dei fanghi di depurazione”.

In provincia di Enna, Rapanotti ha fatto sapere che la Gdf ha svolto un’attività investigativa “sul depuratore di Valguarnera, finanziato dalla Regione siciliana, ma mai entrato in funzione perché realizzato in difformità rispetto al progetto: in questo ambito sono stati rinviati a giudizio nove soggetti”. Secondo quanto riferito, “un’altra attività ha riguardato lo smaltimento dei fanghi di depurazione in un impianto di Assoro: sono stati denunciati all’Autorità giudiziaria 19 soggetti, mentre altre 36 posizioni sono al vaglio degli investigatori”.

In provincia di Catania è stato sequestrato un impianto attivo nella produzione di carta e cartone per smaltimento illecito di rifiuti pericolosi, compresi i reflui sversati nei canali di scolo dei piazzali aziendali. E sempre a Catania, le fiamme gialle hanno anche svolto un “approfondimento investigativo su un sito di smaltimento e compostaggio che accoglieva rifiuti da circa 200 comuni senza trattamenti preliminari”.

Altre attività hanno riguardato in provincia di Ragusa “scarichi industriali non autorizzati di un’azienda produttrice di bitumi e di un autolavaggio”. In provincia di Siracusa tre indagini hanno portato a misure cautelari, interdittive e al sequestro in un caso di 56 milioni di euro. In provincia di Messina si sta svolgendo un’attività investigativa nei confronti di soggetti dediti al traffico illecito di rifiuti da costruzione e demolizione. Il colonnello, infine, ha evidenziato “la carenza di uno scambio di informazioni tra i diversi soggetti istituzionali preposti al controllo dell’ambiente e alla repressione di illeciti ambientali”.

La Commissione tornerà per la terza volta in Sicilia dopo le missioni compiute nei mesi di novembre e febbraio scorsi. Ad annunciarlo è stata la deputata siciliana del Movimento 5 Stelle Caterina Licatini. “Con i sopralluoghi agli impianti di depurazione nella provincia di Palermo, Trapani e Agrigento – ha detto Licatini – che svolgeremo dal 22 al 24 settembre, portiamo a conclusione la parte istruttoria dell’inchiesta iniziata lo scorso novembre; dal 12 al 15 ottobre torneremo, invece, solo a Palermo per l’esclusivo svolgimento di audizioni. La nostra presenza in Sicilia è un chiaro segnale del contributo che intendiamo dare, per quanto di nostra competenza, ad accelerare i lavori e gli interventi che è necessario compiere per raggiungere la conformità degli agglomerati alla normativa europea, garantendo la massima attenzione per la tutela della salute e dell’ambiente”.

La portavoce bagherese ha voluto che la Commissione facesse tappa anche all’impianto di depurazione di Santa Flavia, sottoposto a procedura di infrazione perché incompleto e, quindi, non funzionante. “Il caso del Comune di Santa Flavia – ha sottolineato – è particolarmente complicato per diversi aspetti, ad esempio per la presenza di abitazioni in prossimità dell’impianto, circostanza che richiede di adottare misure particolari per evitare un impatto negativo nei confronti di coloro che vivono a una distanza inferiore ai cento metri”.

“Un segnale positivo – ha concluso – riguarda la Conferenza dei servizi che si svolgerà il 14 settembre alla Regione Sicilia, al Dipartimento Acqua e Rifiuti nel corso della quale si parlerà della deroga a Santa Flavia per il limite di inedificabilità che consentirà la realizzazione del depuratore. Mi auguro in un cambio di rotta da parte del governo della Regione sulla depurazione, anche grazie alla nomina del nuovo direttore generale Calogero Foti e sono fiduciosa che si possa finalmente far fronte a questi adempimenti così importanti per il nostro territorio”.

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