Donne uccise, violentate e picchiate per l’8 marzo c’è poco da festeggiare - QdS

Donne uccise, violentate e picchiate per l’8 marzo c’è poco da festeggiare

Raffaella Pessina

Donne uccise, violentate e picchiate per l’8 marzo c’è poco da festeggiare

venerdì 08 Marzo 2024

Un report diffuso ieri dagli uffici del Viminale ha fatto il punto sui reati contro il genere femminile. In 120 sono state ammazzate nel corso del 2023, 64 per mano di partner o ex compagni

ROMA – Oggi, 8 marzo, è la Giornata internazionale della donna. Non si può di certo chiamarla Festa della donna, perché mai come in questi tempi è proprio il genere femminile che si trova a subire tremende violenze da parte di uomini senz’anima. Proprio per fare il punto di questa drammatica situazione è stato redatto il report “8 marzo-Giornata internazionale dei diritti della donna-Donne vittime di violenza”, realizzato dal Servizio Analisi criminale della Direzione centrale Polizia criminale, Ufficio a composizione interforze del Dipartimento della Pubblica sicurezza. Un documento che analizza il quadriennio 2020/2023, realizzato anche con la collaborazione della Lega Pallavolo Serie A Femminile, proprio perché giovani campionesse hanno reso le proprie testimonianze sul valore dello sport per promuovere un’effettiva parità di genere.

Nel 2023 le donne uccise sono state 120

Dal documento emergono dati che, seppure in lieve diminuzione, restituiscono un quadro ancora drammatico. Nel 2023 le donne uccise sono state 120, segnando, come magra consolazione, una diminuzione del 6%. In 64 casi l’omicidio è avvenuto da parte di partner o ex compagni.

Anche l’incidenza delle donne uccise in ambito familiare/affettivo evidenzia una diminuzione tra il 2020 e il 2023: in circa un quarto dei casi le uccisioni si collocano nel quadro del rapporto genitori/figli. A togliere la vita alle madri sono stati nell’89% dei casi i figli maschi.

A differenza di quanto avvenuto nei tre anni precedenti, che avevano registrato un costante incremento di maltrattamenti contro familiari e conviventi e degli atti persecutori, il 2023 segna una lieve inversione del trend. Aumentano però le violenze sessuali, nel quadriennio 2020/2023 esaminato dalla ricerca. Ma questo, viene fatto notare nel documento, potrebbe essere anche dovuto al fatto che l’aumentata sensibilità attorno al fenomeno ha portato a un parziale “affioramento del sommerso”, con più denunce e una maggiore sensibilità verso il fenomeno.

Il Codice rosso

Nel rapporto viene definito “interessante” anche il dato inerente all’applicazione del Codice rosso, che è il modo in cui è comunemente conosciuta la Legge 19 luglio 2019, n. 69 (entrata in vigore il 9 agosto dello stesso anno). La norma è nata per introdurre importanti modifiche al diritto sostanziale (Codice penale), processuale (Codice di procedura penale) e ad altre disposizioni normative per aumentare le tutele nei confronti delle donne e dei soggetti deboli che subiscono violenze, maltrattamenti e atti persecutori. In particolare si prevede la rapidità dell’iter per i procedimenti di alcuni reati (come maltrattamenti in famiglia, stalking, violenza sessuale) e conseguentemente una più tempestiva adozione di eventuali provvedimenti.

Una legge per rafforzare la protezione alle vittime di violenza

Recentemente il Parlamento ha approvato anche la Legge n. 923/2023 che ha l’obiettivo di rafforzare la protezione delle vittime di violenza attraverso misure di prevenzione; potenziare le misure cautelari e l’anticipazione della soglia della tutela penale; assicurare la certezza dei tempi dei procedimenti che hanno ad oggetto reati di violenza di genere o domestica.

Nel report risulta un “significativo incremento”, sia dei delitti commessi che delle segnalazioni a carico dei presunti autori noti come la violazione di provvedimenti di allontanamento della casa familiare e del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa. Ma anche in questo caso il dato “può essere interpretato in modo positivo” ovvero “come un incremento della propensione alla denuncia”.

Insomma, nuove leggi per tutelare al meglio e maggiore consapevolezza da parte dell’universo femminile, ma la strada da percorrere è ancora molto lunga.

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