Elezioni, a Favignana e Campobello Forgione e Ingroia - QdS

Elezioni, a Favignana e Campobello Forgione e Ingroia

Vito Manca

Elezioni, a Favignana e Campobello Forgione e Ingroia

mercoledì 16 Settembre 2020

Nei due Comuni in questione si voterà il 4 e 5 ottobre: servirà la politica con la “p” maiuscola. Il voto e “l’Anno Zero” della Sinistra: un laboratorio politico nazionale per i progressisti

TRAPANI – Sinistra trapanese al crepuscolo? O nuovo corso che sa d’antico, ma con la garanzia di quel che è stato? Il voto d’ottobre dovrà dare una risposta. I Comuni di Favignana e Campobello di Mazara a fare da contenitori di una storia tutta da scrivere. Due candidati a sindaco. E che candidati! L’ex presidente della Commissione Nazionale Antimafia Francesco Forgione, lanciato nella “battaglia” delle Egadi e l’ex magistrato Antonio Ingroia, invitato a fare la sua parte nella città delle Cave di Cusa.

Il primo, impegnato in un “soccorso rosso”, dopo il terremoto giudiziario che ha travolto l’amministrazione comunale – che guardava al centrosinistra anche se civica – e che ha portato alle dimissioni del sindaco Giuseppe Pagoto. L’altro, Ingroia, scelto come salvatore della patria in un Comune ad alta tensione politica. Dove una candidata, in pectore, l’ex assessore provinciale Doriana Licata ha deciso di non partecipare alle elezioni perché non ritiene che vi siano le condizioni per svolgerle serenamente. Un Comune che, da mesi, fa i conti con i boatos di possibile scioglimento per infiltrazioni mafiose. Il contesto è questo e soltanto il tempo potrà dire qualcosa in più. La sinistra trapanese, invece, si sta interrogando fin d’ora sul suo futuro. La sua parte più pessimista ha ipotizzato il voto come una sorta di “cimitero degli elefanti”, un territorio che ha scelto di dare l’ultima chance a dirigenti e personalità politiche che hanno ormai poco da dare e dire, anche se rimangono dei punti di riferimento.

Perché non si può essere buoni per tutte le stagioni e perché si tratta di esperienze politiche e personali che appartengono ad un segmento di una sinistra che si è divisa profondamente negli anni.
Ma c’è anche chi, sempre a sinistra, ha preso nota di una delle prime dichiarazioni dell’ex magistrato Ingroia: “Campobello può diventare un laboratorio politico nazionale, un modello virtuoso, un simbolo. Ho scelto di candidarmi perché la richiesta è arrivata da movimenti, cittadini che credono ancora che la politica sia uno strumento nobile e che possa tornare la politica con la p maiuscola, con la partecipazione attiva dei cittadini”.

Le geometrie politiche si sono subito incaricate di smorzare questo spirito unitario. Il Pd cittadino ha scelto di sostenere il sindaco uscente Giuseppe Castiglione e si è diviso al suo interno. I Cinque Stelle hanno incaricato il senatore Maurizio Santangelo di smentire il sostegno del Movimento ad Ingroia. Ci sono dei grillini al suo fianco ma lo potranno sostenere solo a titolo personale. La divisione che torna, come un vezzo, come una maledizione. Ma è una sinistra che prova anche ad aprirsi. Complice il sistema elettorale. Nei due Comuni in questione si vota con il maggioritario secco e di conseguenza sono fondamentali gli accordi pre-elettorali e spicca ancora di più – anche se va di moda dappertutto – la scelta “civica”.

E questa sinistra snobbata dai partiti ufficiali – come a Campobello – o in qualche modo subita come a Favignana, il suo appeal l’ha messo in campo ed è riuscita ad entusiasmare pezzi dell’area moderata. Difficile, al momento, verificare quanto abbia influito un legittimo e libero coinvolgimento o la forza mediatica e d’immagine che i due candidati portano in dote ai rispettivi progetti politici ed elettorali. E’ comunque un dato politico già acclarato, che la sinistra trapanese ha deciso di non stare in prima linea, di non presentarsi con la sua faccia di territorio. Sta di lato, tra il rischio “estinzione” e la svolta, il laboratorio politico nazionale agognato da Ingroia. Dal 6 ottobre, comunque vada, sarà comunque l’Anno Zero.

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