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Eni porta la bioeconomia nelle scuole per costruire un mondo più sostenibile

redazione

Eni porta la bioeconomia nelle scuole per costruire un mondo più sostenibile

giovedì 27 Ottobre 2022

Il progetto, realizzato in collaborazione con Apre, mira a far conoscere i modelli di sviluppo alternativi. Saranno coinvolti gli alunni della scuola primaria

L’impegno di Eni nelle scuole continua senza sosta e si rinnova sempre, all’insegna di progetti altamente formativi. Proprio in questi giorni sta prendendo il via l’iniziativa denominata “Scopriamo la bioeconomia”, destinata ad una platea di “giovanissimi”, ovvero gli studenti della scuola primaria nella fascia d’età tra 5 e 8 anni. Lo scopo è, quindi, quello di scoprire cos’è effettivamente la bioeconomia, quali sono i prodotti derivati da biomassa e qual è la loro importanza nella quotidianità.

Il progetto si articola in due fasi, la prima delle quali prevede la formazione dei docenti che – successivamente – saranno chiamati a raccontare e “insegnare” questi temi nelle varie classi coinvolte. Ma quali sono gli obiettivi di Eni per la scuola? Lo spiega Lucia Nardi, responsabile aziendale dell’unità Cultura d’impresa: “Innanzitutto – dice – vogliamo portare negli istituti l’approfondimento di argomenti riguardanti il grande tema della transizione energetica, tema per noi quotidiano che è ormai da tempo al centro dell’attenzione mediatica e della società”.

“Inoltre vogliamo dare ai piccoli studenti l’opportunità di approfondire non soltanto le tematiche legate all’energia, ma tutto ciò che si muove intorno alla transizione energetica, come ad esempio l’economia circolare. Il tema della bioeconomia è uno di questi, noi lo abbiamo intercettato decidendo di portare nelle scuole un volume realizzato nell’ambito delle attività finanziate dalla Commissione europea. Il libro è particolarmente adatto per apprendere, in maniera semplice, concetti complessi come quello della bioeconomia. Si tratta – aggiunge ancora Nardi – di una strategia per avvicinare i più piccoli a tematiche da adulti”.

Il progetto vede la fondamentale collaborazione di Apre (Agenzia per la promozione della ricerca europea) che da anni si occupa di sostenere e agevolare la partecipazione italiana ai Programmi per il finanziamento di ricerca e innovazione (R&I) dell’Unione europea, attraverso servizi di informazione, formazione e assistenza. “Una collaborazione decennale quella con Eni – spiega il capo Dipartimento progetti Apre, Chiara Pocaterra – che di recente ha coinvolto anche il mondo della scuola”.

La stessa agenzia, infatti, coordina anche diverse iniziative della Commisione europea, come Transition to bio e Biovoices, “che prevedono varie attività rivolte ai più giovani, a partire dalle scuole primarie per fare sensibilizzazione ed educazione sulla bioeconomia”. Proprio nell’ambito del progetto Biovoices è stato realizzato il libro, “protagonista” principale dell’iniziativa. “Eni – spiega Pocaterra – ha finanziato la ristampa di 6.300 copie, ogni docente ne avrà a disposizione 25 da distribuire poi in classe. È una bella operazione di aumento della consapevolezza su un tema dirimente per la transizione ecologica”.

Il compito principale di Apre sarà quello di formare i docenti all’insegnamento della bioeconomia. La formazione avverrà tramite una serie di webinar. “La prima cosa che facciamo come Eni – aggiunge Nardi – è proprio quella di spiegare questi temi ai docenti, perché è molto importante anche inserirli nel percorso scolastico. Sebbene non siano argomenti curriculari, vanno portati in classe in maniera attiva”. Proprio per questo Eni prevede delle modalità di “somministrazione” e apprendimento che siano piacevoli e divertenti per i bambini coinvolti.

Sullo specifico tema la responsabile dell’unità Cultura d’impresa di Eni aggiunge: “La bioeconomia, naturalmente, è un argomento molto vasto che coinvolge tutta la nostra attività quotidiana di essere umani e, proprio per questo, è importante portarlo nelle scuole. Sia le attività che proponiamo noi, tramite la Fondazione Eni Enrico Mattei, che quelle che intercettiamo all’esterno, insistono su questi temi in maniera innovativa con l’uso del multimediale e della tecnologia oppure tramite una modalità che noi utilizziamo molto e con la quale i bambini si divertono, giocano e intanto imparano dei contenuti”. Quest’ultimo è proprio il caso del libro che farà da base per lo studio della bioeconomia.

Un progetto che guarda al futuro e che coinvolge ogni ambito della società che verrà. “Per noi di Apre – conclude Pocaterra – è importante portare i risultati del mondo della ricerca tra i bambini. Perché proprio loro saranno i cittadini ed i lavoratori del domani, ma anche coloro che faranno le politiche del domani. L’obiettivo è quello di costruire la società del futuro, non soltanto riguardo alla competenza specifica, ma soprattutto a una visione alternativa. I bambini, infatti, possono così pensare ad un mondo diverso e possono contribuire a costruirlo”.

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