Erice, il Comune scommette sul turismo: ecco come - QdS

Erice, il Comune scommette sul turismo: ecco come

Vito Manca

Erice, il Comune scommette sul turismo: ecco come

martedì 13 Aprile 2021

Spiaggia, scogliera e nuovi impianti, il Piano d’utilizzo delle aree demaniali per la svolta: nove chilometri di costa possono diventare “oro”. Ma l’opposizione è critica: “Sarà un disastro”

ERICE (TP) – Vuoi la spiaggia? E lì c’è. Vuoi gli scogli? E lì ci sono. Certo, di fronte alla spiaggia c’è l’Università che non dovrebbe esserci. Certo, se ti guardi attorno, ti ritrovi la seconda entrata del Cimitero. Non il tuo, quello del confinante Comune di Trapani.
Certo, il mare cristallino e meno “usato” che puoi ammirare dalla scogliera fa da controcanto ad insediamenti produttivi dismessi. Meglio dirla tutta, abbandonati. Ci sono pure quelli in funzione, a norma di legge, ci mancherebbe! Ma sono anche loro lì: c’è chi confeziona tonno, chi realizza apparecchiature elettroniche, chi produce carbonato di calcio. Tutto questo, ed altro ancora, è Erice.

È il litorale di Erice. Che il Piano d’utilizzo delle aree demaniali marittime, approvato lo scorso 4 marzo dal consiglio comunale – in via preliminare –, vuole cambiare. Radicalmente, se possibile. Perché circa 9 chilometri di costa possono diventare oro. Fascia costiera e litorale da considerare come una miniera. Da dare in pasto al turismo. Quello vero – senza mordi e fuggi in spiaggia -, che se sporca sa già come pulire, che crea valore aggiunto e non degrado da amministrare con le pubbliche casse comunali.

L’amministrazione della sindaca Daniela Toscano ha puntato molti dei suoi gettoni ed ha fatto girare la roulette. Il Piano, appunto. Che l’opposizione contesta e che non ha votato, astenendosi. Perché non ci crede, perché come dice il consigliere del Movimento Cinque Stelle Alessandro Barracco: “Sarà un disastro. L’amministrazione l’ha portato avanti senza discuterlo con il territorio”. Da sola? Chi l’ha detto? “Il Piano è consultabile sul sito internet del Comune e ci sono 30 giorni di tempo per presentare eventuali osservazioni”, ha replicato il vicesindaco Gianni Mauro. Nove chilometri per fare un salto di qualità, quando ci sarà il via libera dell’Assessorato regionale al Territorio ed Ambiente. Per dare una strategia unitaria, nel rispetto delle differenze, ad un territorio stretto tra due Comuni, da un lato Trapani, dall’altro Valderice.

E con Erice nel mezzo, protagonista. Con il suo Piano. Che sa che la spiaggia non è poi così tanta, che ce ne vorrà di più, anche a costo di far star male qualche privato confinante e soprattutto proprietario.

Una spiaggia che potrà avere un’area per l’accesso di animali di affezione, dei punti ombra, spogliatoi e punti ristoro. Soltanto due stabilimenti, mentre le aree con attrezzature per la balneazione arriveranno a dieci. Le segherie di marmo che non funzionano da anni, nella zona di Pizzolungo, e gli edifici ormai diroccati che arrivano ai confini valdericini, non saranno più la rappresentazione plastica di una “natura morta”, uccisa dall’incapacità di progettare e d’immaginare il futuro, ma avranno la possibilità di subire una catarsi e “purificarsi” in nuove attività turistiche. Sono tutte nella fascia dei 500 metri dalla costa.

Lo conferma anche la variante al Piano regolatore generale approvata, a suo tempo, da un commissario ad acta nominato dalla Regione. C’è poi una pennellata finale. Considerato il tocco di classe dall’amministrazione Toscano: una strada pedonale costiera. Una sorta di filo rosso per legare il progetto, per esaltare i tratti di un cambiamento sostanziale. Sia di rotta e che di strategia. La spiaggia di San Giuliano, il tratto dalla Tonnara di San Cusumano a Pizzolungo e la zona da Pizzolungo a Crocefissello. Il Piano è servizio.

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