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I borghi al centro dell’agenda politica, cosa succede in Sicilia

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I borghi al centro dell’agenda politica, cosa succede in Sicilia

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venerdì 24 Dicembre 2021

180 milioni per 1.187 piccoli comuni italiani. Quali sono i borghi beneficiari in Sicilia e come si stanno muovendo per combattere spopolamento e desertificazione imprenditoriale

Il tema della desertificazione umana e imprenditoriale, dei Comuni “marginali” – soprattutto del Sud –  è entrato con grande slancio nell’agenda del Governo Draghi e in particolare della ministra per il Sud, Mara Carfagna.

Dal Governo Draghi 180 milioni per i borghi svantaggiati

Centottanta milioni di euro destinati a 1187 Comuni, selezionati in base a una formula che ha tenuto conto del totale dei Borghi “svantaggiati”, dell’indice di spopolamento, della popolazione residente, della mediana del reddito nazionale e comunale.

81 mila euro al comune di Roccafiorita (Me)

Un’elaborazione che assegna circa 81 mila euro al Comune più piccolo della Sicilia, Roccafiorita, in provincia di Messina. La comunità peloritana conta 187 residenti, dal 1981 al 2019 ne ha perso 143 e, secondo i dati diffusi dal Ministero, hanno una “quota reddito” di € 18.311,36.

Tuttavia, Roccafiorita non rientra nella classifica dei 100 Comuni italiani meno popolati. Il primo è Monterone (Lecco), con 29 abitanti e il centesimo, si trova in Provincia di Chieti, Fallo, con 121 residenti.

Il sindaco, Concetto Orlando, interpellato da QdS, afferma che concentrerà «le risorse destinate al mio Comune per portare avanti quello spirito del progetto attuativo della Legge istitutiva delle zone franche Montane, la fiscalità di sviluppo, per cui convoglierò gli sforzi su chi vuole scommettere nell’apertura di un azienda/attività nella mia comunità».

I comuni beneficiari in Sicilia

In Sicilia i Comuni beneficiari sono 195, che rientrano nei parametri fissati dalla Carfagna in un Decreto che in quattro pagine – chiare e leggibili – fissa i criteri di assegnazione.

Tra questi anche la “ricca” Castelbuono che nel periodo attenzionato ha perso 1660 abitanti e che ha una “quota reddito” poco più alta di Roccafiorita.

I risparmi degli abitanti dei piccoli comuni siciliani

L’iniziativa, finalizzata a ripopolare i Comuni svantaggiati, alcuni dei quali di negativo hanno solo l’indice di spopolamento, dovrebbe tenere conto dei risparmi gelosamente custoditi da Banche e Poste Italiane.

Le Banche di Corleone e Petralia Soprana, a titolo di esempio, nei rispettivi forzieri custodiscono € 66.788.000 e € 71.312.000 di risparmi.

A Castelbuono invece € 89.931.000, a Gangi, circa 100 milioni di euro li raccoglie solo la BCC.
A questi dati, “osservati” dalla Banca d’Italia al 31 dicembre 2020, bisogna aggiungere quelli delle raccolta effettuata “porta a porta” dagli intermediari finanziari e dei risparmi impilati nei caveau di Poste Italiane, che QdS non ha potuto reperire in quanto la nuova “policy” della Banca non permette agli esterni di accedere a questi dati.

Piccoli comuni, la necessità di investimenti sul territorio

La vera strategia, e i sindaci dei Comuni indicati nel Decreto lo sanno bene, sarebbe quella di adottare misure convincenti per i risparmiatori locali che li inducano a investire su iniziative imprenditoriali di nipoti e/o figli.
Quella fortemente voluta dalla Carfagna è una misura sostenibile? Certamente sì, tuttavia, almeno in Sicilia andrebbe messa sotto l’ombrello della fiscalità di sviluppo, ovvero, a sostegno di una norma di politica economica che prevede agevolazioni perequative che riguardano sia il profilo fiscale che previdenziale.

Il “caso” Gangi

Nel Comune di Gangi, in particolare, a cui sono state assegnati € 286.586,63, andrebbe fatto un ragionamento più approfondito su come investire questo importante tesoretto.

Nel Borgo più Bello d’Italia 2014, anche sull’onda della nomination, sono state avviate alcune attività imprenditoriali, da parte di giovani che hanno puntato – in particolare – sul centro storico.
Alcune di queste hanno cessato allo scadere dei tre anni, nella piazza principale del paese da qualche settimana non c’è più un bar, i tre storici esercizi “dell’accoglienza”, nel tempo, non hanno trovato continuità familiare a seguito della crisi che morde i piccoli paesi di montagna.

«A Gangi, la questione centro storico si è trasformata in emergenza – dichiara Alberto Virga, presidente del Centro Commerciale Naturale del Borgo –  L’amministrazione Comunale pensi a iniziative di detassazione totale a favore di chi garantisce un esercizio commerciale almeno lungo il corso principale».

In merito al “Fondo Carfagna”, Virga lancia una proposta all’amministrazione in carica: «bisogna concertare con le locali organizzazioni di categoria e associazioni, la destinazioni di queste risorse a favore di attività che possano avere un futuro certo, magari da allocare in locali chiusi che il Comune potrebbe acquistare, senza indurre gli aspiranti imprenditori ad errori di valutazione, favoriti dal miraggio di avere contributi a fondo perduto, fini a sé stessi».

Lo spopolamento scoraggia ogni forma di azione imprenditoriale

«La Banca che rappresento è pronta da tempo a sostenere nuove iniziative imprenditoriali da intraprendere nel Centro storico – dichiara Antonio Farinella, presidente della BCC di Gangi – abbiamo un “prodotto”, per esempio, che anticipa 10 mila euro, concesso “in fiducia” e da restituire nel tempo. Quello che mancano sono i giovani e i meno giovani disponibili a investire. Lo spopolamento scoraggia ogni forma di azione imprenditoriale, ci vogliono misure strutturali, inedite e coraggiose per invertire la tendenza».

A sostegno della creazione di nuove imprese il Comune di Gangi si è dotato di un regolamento che favorisce finanziamenti a fondo perduto di 5 mila euro per ogni attività che inizia, su una rendicontazione di 20 mila euro.

Il “caso” Buccheri (Sr)

Dall’altro lato della Sicilia, in Provincia di Siracusa, il sindaco di Buccheri, Alessandro Caiazzo, attende la «boccata d’ossigeno che si unisce agli incentivi già previsti dal regolamento comunale per il contrasto allo spopolamento e che potrà senz’altro mettere il nostro comune nelle condizioni di poter sostenere l’eventuale insediamento di nuove attività o, perché no, nuovi nuclei familiari».

Caiazzo punta anche sul Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, «il momento delicato impone una programmazione concreta e pragmatica, per non perdere le occasioni che da qui in avanti potranno venire anche dal PNRR».

Un momento favorevole per i borghi

Gli ingredienti ci sarebbero quasi tutti, per la Sicilia “sconosciuta” è un momento favorevole, i Borghi siciliani, quindi, potranno attivarsi per mettere in atto le finalità indicate all’articolo 2 del Decreto del Presidente del Consiglio, dall’adeguamento degli immobili comunali da concedere in comodato gratuito, alla predisposizione di regolamenti per la concessione di  contributi per l’avvio di attività commerciali, artigianali e agricole. Finanche, a concede a titolo gratuito immobili comunali da destinare ad abitazione principale o adibire ambienti per svolgere lavoro agile, rete internet permettendo.

Il punto debole di questo Decreto rimane in capo alla capacità delle nuove attività di produrre reddito e non bilanci passivi, o condizioni di resilienza ai potenziali neo imprenditori, per i cinque anni di attività imposti dalla finalità del Decreto. È assolutamente necessario creare le condizioni affinché le attività siano oggetto della realizzazione del progetto di vita di chi investe e non una macchina che produce prevalentemente debiti verso il fisco, i Comuni e le Banche, oltre che nei confronti di fornitori di beni e servizi.

Alla fine tutto passa dalla fiscalità di sviluppo, fondamentale per dare congruità e continuità al percorso tracciato dalla Ministra Carfagna.

La Sicilia si è dotata di una norma, attualmente in discussione presso la Commissione Finanze e Tesoro del Senato, tuttavia, è in atto un tiro alla fune tra lo Stato e il Governo regionale, restio ad accettare che il finanziamento della Legge deve rimanere in capo al bilancio regionale.

La penultima domanda che ci poniamo è se il Governo regionale vuole veramente la fiscalità di sviluppo destinata alle Terre alte di Sicilia, quindi alla maggior parte dei Comuni dell’Isola indicati da Draghi e dalla Carfagna.

Vincenzo Lapunzina

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