Fine vita, Cappato VS Coghe: il dibattito divide l'opinione pubblica - QdS

Eutanasia, opinione pubblica divisa tra “diritto” e “rischio abusi”: Cappato VS Coghe

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Eutanasia, opinione pubblica divisa tra “diritto” e “rischio abusi”: Cappato VS Coghe

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domenica 12 Giugno 2022

Eutanasia: un tema che continua a dividere l'opinione pubblica e genera un dibattito che, però, non porta a soluzioni definitive. Due voci a confronto: Marco Cappato e Jacopo Coghe.

Di eutanasia e fine vita si discute spesso. Il tema divide l’opinione pubblica ormai da diversi anni e il dibattito sui media in questi casi si rivela essenziale. Nonostante l’immobilismo della politica, la volontà popolare sembra quella di fare chiarezza su questo tema, così come sulla legalizzazione della cannabis.

Eutanasia e cannabis, temi sui quali da anni si promuovono richieste di referendum, si confermano temi divisivi anche in Parlamento. Con il recente focus delle autorità sulla giustizia, lo spazio dedicato ai due argomenti (soprattutto al fine vita) è stato molto poco.

Su QdS si sono confrontati Marco Cappato, tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni, e Jacopo Coghe, portavoce dell’Associazione Pro Vita e Famiglia.

Fine vita, Cappato: “Stop a referendum? Troveremo altre strade”

In Sicilia il tema del suicidio assistito è particolarmente delicato. I medici, come i comuni cittadini, esprimono opinioni discordanti tra loro.

Lo conferma Marco Cappato, che dichiara: “Come tutti i cittadini, anche i medici hanno sul tema opinioni diverse ed è impossibile avere numeri precisi”.

“Non c’è famiglia siciliana che non si sia confrontata direttamente o indirettamente con il dramma della malattia terminale e delle scelte che ne derivano”, aggiunge.

Per Marco Cappato, il suicidio assistito potrebbe presentarsi come alternativa all’eutanasia clandestina e un modo per rispettare la volontà di malati non curabili. Sull’opinione pubblica siciliana, il tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni dichiara: “I sondaggi dimostrano un sostegno ormai diffuso alla regolamentazione dell’eutanasia come alternativa all’eutanasia clandestina o ai suicidi dei malati terminali”.

Dopo i “no” al referendum sul fine vita, Cappato sostiene la necessità di continuare a chiedere una regolamentazione: “Bisogna trovare altre strade, senza rassegnarsi all’immobilismo“.

Jacopo Coghe, Associazione Pro Vita: “Rischio abusi sui fragili”

In contrasto a Marco Cappato, la posizione di Jacopo Coghe appare chiara: “Per la tutela della vita dal suo concepimento fino alla morte naturale“. No all’aborto, no all’eutanasia.

“Siamo contrari a proposte di legge come quelle su suicidio assistito ed eutanasia. Le motivazioni sono svariate. Lo Stato dovrebbe alleviare le sofferenze dei malati e non eliminare il sofferente. La sofferenza fa paura e molte volte c’è la tentazione, da parte dei malati, di considerare la morte come unica soluzione. Ma la risposta delle istituzioni a questo grido d’aiuto non può essere quella della morte”. Questo è il commento di Coghe di fronte alla possibilità di una legalizzazione del suicidio assistito in Italia.

“L’eutanasia infrange un imperativo morale che è alla base della convivenza sociale: quello di non uccidere. In nessuna circostanza lo Stato può rendere lecito l’omicidio di un suo cittadino. Una volta abbattuto questo muro potrebbero perpetrarsi abusi soprattutto nei confronti delle persone più fragili e indifese”.

Coghe evidenzia anche il problema della disinformazione sul fine vita. E riguardo agli attivisti a favore dell’eutanasia, dichiara: “Vengono sfruttati i casi limite, come quello di Dj Fabo, per tentare di orientare l’opinione pubblica. (…) I casi di risveglio dal coma o di attuazione delle cure palliative non vengono citati”.

Leggi articolo e intervista completa nell’inchiesta di QdS su fine vita e cannabis.

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