Fisco, arriva il Garante unico del contribuente - QdS

Fisco, arriva il Garante unico del contribuente

Salvatore Forastieri

Fisco, arriva il Garante unico del contribuente

mercoledì 01 Novembre 2023

La legge delega (n. 111/’23) introduce una Authority ma di fatto cancella preziosi punti di ascolto a livello regionale. Il timore è che non riesca da solo a gestire le oltre diecimila istanze che ogni anno giungono da tutta Italia

ROMA – Tanto lavoro per niente. Sono state assolutamente inutili le considerazioni ed i suggerimenti che l’Associazione Magistrati Tributari (Amt) e l’Associazione del Garanti del Contribuente (Agc) avevano fatto pervenire agli organi preposti per la redazione del decreto legislativo nella parte riguardante lo Statuto dei Diritti del Contribuente ed il Garante del Contribuente.

Il lavoro, svolto da un’apposita commissione dell’Amt e dell’Agc, seppure nella consapevolezza dell’impossibilità di modificare la parte che prevede l’esistenza di un unico Garante dei Contribuenti in ambito nazionale (perché così già disposto con la legge delega approvata dal Parlamento, ossia con la legge n. 111 del 9 agosto scorso), tentava, con enormi difficoltà, di lasciarne quasi intatto il suo ruolo, anzi cercando di migliorarne l’efficacia, peraltro senza eliminare completamente i “punti di ascolto” esistenti a livello regionale, necessari per non lasciare senza tutele i contribuenti, specialmente quelli più piccoli, quando vengono colpiti da ingiusti provvedimenti o privatati di adeguata difesa in caso di disfunzioni, scorrettezze, o prassi amministrative anomale adottate dagli uffici periferici dell’Amministrazione Finanziaria.

Le istanze che giungono al Garante sono più di diecimila

C’è da dire, a tale riguardo, che attualmente le istanze che giungono al Garante in tutta Italia sono più di diecimila. Non si vede, quindi come, d’ora in poi, un solo Garante, anche se venisse dotato di abbondante personale, possa gestire un numero così elevato di richieste di intervento, se non lasciando da parte quelle più modeste e dando la precedenza a quelle di maggiore importanza, per valore o per materia.

Ora, invece, secondo la bozza del decreto legislativo approvato dal Consiglio dei Ministri, a fronte delle richiesta di maggiori poteri ed una maggiore diffusione dell’attività del Garante Unico nazionale attraverso la proposta di istituire sedi staccate nelle varie regioni, è stato fatto tutto il contrario.
Sì, è vero, la nomina il Legislatore l’ha affidata al ministro, e funzioni di segreteria ed il supporto tecnico logistico sono stati affidati al Dipartimento della Giustizia tributaria del ministero dell’Economia e delle Finanze (escludendo, quindi, l’Agenzia delle Entrate), ma per il resto è stato un taglio di funzioni spaventoso.

Sono state eliminate alcune delle competenze che prevede attualmente il sesto comma dell’articolo 13 della legge 212/2000, ma principalmente non solo è stato eliminato il termine di trenta giorni entro il quale gli uffici dovevano rispondere alle richieste del Garante, ma ha anche eliminato la così detta “attivazione dell’autotutela” nei confronti di atti amministrativi di accertamento o di riscossione notificati al contribuente, mettendo così fuori campo il Garante Unico dall’ambito di applicazione dell’autotutela, proprio in quella zona in cui il vecchio Garante poteva, seppure con mezzi limitatissimi, tentare di ricondurre la pretesa fiscale alla normalità.

In pratica, anziché di un potenziamento delle funzioni del Garante, il Legislatore, dando l’illusione di elevarne la figura al rango delle altre Autority nazionali, lo ha assolutamente sterilizzato, impedendogli di intervenire efficacemente nei casi previsti dallo stesso articolo 13 dello Statuto dei Diritti del Contribuente.

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