Fondi Ue, Sunseri al QdS: "Ancora due miliardi da spendere"

Fondi Ue, Sunseri al QdS: “Ancora due miliardi da spendere. E sul Ponte sullo Stretto dico…”

Antonino Lo Re

Fondi Ue, Sunseri al QdS: “Ancora due miliardi da spendere. E sul Ponte sullo Stretto dico…”

Pietro Di Grazia  |
sabato 04 Novembre 2023

Po Fesr 2014-2020, il Presidente della Commissione Ue all’Ars: “Ritardi e mancati investimenti in assi strategici quali energia, rifiuti e ambiente, settori per noi fondamentali"

A distanza di qualche settimana dalla trasferta belga di Bruxelles, dove per la prima volta la commissione UE dell’Ars ha tenuto adunanza, il presidente Luigi Sunseri traccia il punto sul primo anno di attività della commissione, sui rapporti con il governo Schifani e sui temi oggi al centro del dibattito politico.

Presidente Sunseri, entro il 31 dicembre la Regione dovrà spendere i fondi restanti del Por Fesr 14-20: riuscirà nell’impresa?

“Il quadro attuale è difficile, trasciniamo dietro ritardi e mancati investimenti che hanno contraddistinto la gestione dei fondi europei. Entro il 31 dicembre dovremo chiudere il Programma e mancano all’appello spendere e certificare circa 2 miliardi di euro dei 4 miliardi stanziati per la Sicilia. Comprendete che stiamo parlando di somme altissime. Da Presidente della Commissione UE dell’Ars, ho espresso preoccupazione per i tagli e per la mancata spesa negli assi strategici, quali energia, rifiuti e ambiente. Settori fondamentali per la Sicilia e per quella transizione ecologica tanto auspicata. A ciò si aggiunga l’ulteriore preoccupazione legata agli inaccettabili ritardi sulle somme territorializzate, risorse fondamentali per le agende urbane e le aree interne (Madonie, Simeto-Etna, Nebrodi, Terre Sicane, Calatino), fondi europei pensati come modello di programmazione dal basso. Purtroppo la Sicilia ha perso nuovamente una grande opportunità”.

Per quanto concerne ambiente e rifiuti, si parla spesso di termocombustori, potrebbero essere una soluzione?

“Assolutamente no. Se ne parla da anni e sembra che questi ultimi governi di centrodestra si siano innamorati di questa dannosa, per la nostra salute, soluzione. Scelte che sembrano essere fatte per coprire l’inefficienza politica accumulata negli ultimi trent’anni nel settore dei rifiuti, oltre che, per l’appunto, ad essere dannose per i territori e la salute pubblica”.

Perché è contrario?

“La realizzazione di questi impianti comporterebbe una spesa significativa, con un tempo stimato per il completamento che supera i 5 anni, sempre tenendo conto delle incertezze sulla reale realizzazione e funzionalità degli stessi. Nel frattempo passando da un’emergenza all’altra, le discariche private tanto discusse da decenni continueranno a prosperare, con il loro impatto ambientale negativo e potenzialmente dannoso. E pur di non potenziare il ciclo della differenziata si preferisce arricchire il business dei rifiuti che hanno luogo in altre regioni o addirittura all’estero. Se fossi un malpensante direi che questa inerzia favorisca le lobbies delle discariche e di chi preferirebbe che i rifiuti si bruciassero piuttosto che riciclarli. Tanto pagano i siciliani”.

Quali possono essere le soluzioni alternative?

“La Sicilia è in una situazione critica in Italia per quanto riguarda la raccolta differenziata e rappresenta il principale produttore di rifiuti pro capite a livello nazionale. La Regione Siciliana non ha messo in atto una programmazione seria per rafforzare e aumentare i centri di raccolta differenziata e gli impianti di compostaggio (tra l’altro finanziabili con fondi europei), originariamente previsti in numero di 20 in Sicilia, i quali dovrebbero svolgere il compito di raccogliere e riciclare in modo appropriato i rifiuti organici, che costituiscono più del 40% del totale dei nostri rifiuti. Le direttive europee stabiliscono l’obiettivo di raggiungere il 90% di raccolta differenziata, tuttavia la Regione sembra ignorare questa opportunità di economia circolare vantaggiosa per l’ambiente e per le finanze dei comuni siciliani, gravati dai costi dello smaltimento dei rifiuti che poi ricadono sui cittadini. Ma una cosa è certa, la Commissione Europea ha chiarito che con i fondi europei non possono essere finanziati gli inceneritori”.

Il caro energia sta creando enormi disagi alle famiglie: sono previsti dei fondi di sostegno?

“Il Governo regionale ha previsto dei fondi per le imprese colpite dalla crisi, in particolare imprese attive nella produzione, trasformazione e commercializzazione di prodotti agricoli per coprire la differenza tra il costo energetico 2022 e il costo energetico 2021. Ad oggi l’unica misura prevista prevede di utilizzare fino a 386 milioni di euro per il contributo al caro energia delle famiglie e delle piccole imprese, distogliendo tuttavia questi fondi dagli investimenti produttivi e dalle infrastrutture anche al fine di evitare il disimpegno delle somme per la cronica incapacità di spesa. Il classico giochino: ‘spendiamoli pur di spenderli'”.

Il Ponte sullo Stretto è uno dei temi al centro dell’agenda politica nazionale e regionale, saranno adeguati i fondi che arriveranno da Bruxelles?

“Al di là dell’opinione che ognuno di noi ha sulla necessità di realizzare il ponte sullo stretto, si può affermare, carte alla mano, che non esistono finanziamenti a valere sui fondi europei per il ponte. Ripercorriamo brevemente il trailer di questa farsa. A fine marzo, il vicepremier Matteo Salvini ha annunciato la realizzazione del ponte sullo Stretto e che entro l’estate del 2024 partiranno i lavori. Qualche mese fa, il Def, documento di economia e finanza, mette nero su bianco che non è stato stanziato o previsto neanche un euro e che il costo dell’opera risulta essere di 13,5 miliardi. Quasi il doppio di quelli annunciati da Salvini. La scorsa settimana il Presidente della Regione siciliana, Renato Schifani, ha annunciato di voler compartecipare al finanziamento del ponte con 1 miliardo e 200 milioni del Fondo di sviluppo e coesione, somme che dovrebbero servire a realizzare strade e infrastrutture in Sicilia. Quelle stesse strade, interne, distrutte e che bloccano la nostra economia e il nostro sviluppo. La Commissione europea ha chiarito, definitivamente, che, nei fondi europei destinati alla Sicilia non sono previste risorse da destinare alla realizzazione del ponte. L’unico ponte che il Governo, regionale e nazionale, dovrebbero realizzare è quello tra le promesse e i fatti. Infine, un resoconto sul primo anno di attività della Commissione. Abbiamo attivato un’importante attività di vigilanza e controllo su tutti i fondi europei e nazionali, non per ultimo anche sul Pnrr.Per la prima volta nella storia della Commissione che presiedo si è andati a Bruxelles ad incontrare la Commissione europea. Sono certo che la nostra attività stimoli il governo della regione e i suoi dipartimenti. I frutti non potranno che essere positivi”.

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