Gilet arancioni, domani tornano in piazza i fedeli di Pappalardo - QdS

Gilet arancioni, domani tornano in piazza i fedeli di Pappalardo

redazione web

Gilet arancioni, domani tornano in piazza i fedeli di Pappalardo

lunedì 01 Giugno 2020

Dopo Milano, Torino e Bari, il circo di quella che viene considerata l'evoluzione ancora più a destra dei Forconi, approda a Roma. Il "turbo-populismo" dell'ex generale dei carabinieri, che grida "la pandemia non esiste". Ma intanto fioccano multe salatissime

Sabato Milano, ieri Bari. E domani Roma, per chiedere le dimissioni del governo Conte.

Dopo la pioggia di denunce, e presto anche di sanzioni per la manifestazione-assembramento senza mascherine di sabato a Milano, il circo dei gilet arancioni capitanati da un ex generale dei carabinieri, il palermitano Antonio Pappalardo, con tanto di doppiopetto in tinta, prosegue il tour all’insegna del turbo-populismo.

Con il forte sospetto che, in barba alla chiusura delle “frontiere” regionali, siano sempre le stesse mille persone che girano l’Italia al grido de “La pandemia? Non esiste, è una cagata pazzesca”.

Lo ha affermato proprio il colorito Pappalardo ieri in un comizio nel capoluogo pugliese. Va ricordato che Pappalardo, eletto deputato nel Psdi, il cinque maggio del 1993 era stato nominato sottosegretario alle Finanze nel governo Ciampi. Ma poco più di due settimane dopo, il 21 maggio, il Consiglio dei ministri gli aveva revocato il mandato per una condanna a otto mesi di reclusione del tribunale militare di Roma per diffamazione nei confronti dell’ex comandante generale dei Carabinieri Antonio Viesti. Quattro anni dopo la Cassazione lo avrebbe assolto perché “il fatto non costituisce reato”, ma da allora le fortune politiche di Pappalardo, declinarono. Fin quando, nell’ottobre del 2018, la ministro della Difesa del tempo, Elisabetta Trenta, non lo sospese per un anno dal grado di generale poiché durante iniziative pubbliche si era avvalso della qualifica senza specificare di essere in congedo.

Nella sua carriera politica Pappalardo ha cambiato diverse casacche: è stato vicino al Partito socialdemocratico, ad Alleanza Nazionale, ai Radicali, al Movimento per le autonomie di Raffaele Lombardo, al già citato Movimento dei Forconi, per poi diventare leader del Movimento liberazione Italia.

In un articolo del 2017 del settimanale L’Espresso si sottolinea che Pappalardo “riunisce intorno a sé un universo complesso: dagli indipendentisti di tutta Italia ai nostalgici del fascismo, dai complottisti agli esasperati. Passando pefino per i templari”.

Adesso, dunque, l’ex generale guida quella che viene considerata un’evoluzione ancora più a destra del forconismo.

Lui, Pappalardo, ha da sempre una vocazione da tuttologo e ieri a Bari si è mutato in scienziato per affermare che “Il coronavirus non è letale, ammazza gli ultraottantenni malati”.

La sua teoria è che il covid è soltanto un pretesto per imporre un nuovo ordine sociale e che bisogna combattere il complotto attraverso un antigovernismo radicale.

La pandemia è, per gli arancioni, il centro di un sistema di “menzogne e falsità” allestito allo scopo di “terrorizzare e annichilire il popolo italiano”.

E quindi via la mascherina, simbolo di questo disegno, per rivendicare la “libertà” dal distanziamento sociale.

“Mi aspettavo gente terrorizzata, spaventata all’idea di incontrarsi – ha detto Pappalardo durante una diretta Facebook riferendosi alla manifestazione di Milano – invece una folla enorme mi ha accolto. Ho parlato con tutti, ci siamo abbracciati. Perché la gente non ne può più di questa vergogna di essere costretti a stare lontani, non accadeva da tre mesi. Senza mascherine abbiamo ricominciato a respirare”.

Proprio da Milano, però, gli sono arrivate, a decine, denunce e segnalazioni per violazione delle norme anti-covid. E tantissimi simpatizzanti dell’improvvisato movimento – che però sembra poter contare su fondi cospicui e sarebbe interessante capire da dove provengono – dovranno adesso pagare la “libertà” dalla mascherina con multe da quattrocento a quattromila euro.

Il sindaco di Milano Giuseppe Sala, vedendoli manifestare in piazza Duomo in barba a qualunque distanziamento sociale, è andato su tutte le furie e ieri ha dichiarato: “sulla qualità della manifestazione cosa volete che vi dica? L’idea forte di questi signori in piazza sembra essere quella del ritorno alla lira. Bisognerebbe chiedere loro se a questo punto l’Italia dovrebbe rinunciare subito ai fondi europei”.

Certo è, ammette il primo cittadino di Milano, che nei prossimi giorni “dovremo confrontarci con una serie di proteste legittime, illegittime e dovremo tutti avere la forza e la pazienza di ascoltare tutti. Certo che mantenere un comune buonsenso in questa fase non sarebbe sbagliato”.

La pentastellata Chiara Appendino (anche Torino ha avuto sabato la sua manifestazione in gilet) ha provato a metterla sul didattico, citando uno studio di “Science”.

“Se la mascherina – ha detto – la indossiamo tutti, il rischio si minimizza. Invece c’è chi sostiene, senza alcuna evidenza, che non serva a nulla, come Pappalardo. Sta a ciascuno di noi decidere da che parte stare”.

I gilet, a quanto pare, la loro parte l’hanno già scelta e sarà adesso Roma a doversela vedere, domani, con una folla itinerante proveniente da tutta Italia, in contrasto con il divieto di mobilità interregionale, e che per di più rigetta per principio le misure di profilassi.

“Il popolo – ha farneticato Pappalardo – si riunirà a Roma per ripristinare libertà e democrazia nel nostro Paese, per cacciare questa dittatura nazista”.

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