Disturbi dell'apprendimento: la Regione finanzia le scuole

L’utilizzo del gioco contro i disturbi dell’apprendimento: la Regione finanzia le scuole

Antonino Lo Re

L’utilizzo del gioco contro i disturbi dell’apprendimento: la Regione finanzia le scuole

Michele Giuliano  |
mercoledì 06 Marzo 2024

Stanziati 180 mila euro per i progetti sperimentali nelle scuole dell'infanzia e primarie

Sono 15 gli istituti scolastici in Sicilia ammessi a finanziamento per la sperimentazione di progetti nelle scuole dell’infanzia e primarie che prevedono l’utilizzo sperimentale del gioco quale mezzo di prevenzione per i disturbi dell’apprendimento e del neurosviluppo. Una metodologia nuova, che trova radici nella stessa natura umana, che vive il gioco come momento di scoperta e crescita. Il dipartimento regionale della Famiglia e delle politiche sociali ha pubblicato il decreto di approvazione degli elenchi e dell’impegno delle somme. In totale, sono state presentate dalle scuole statali 26 proposte progettuali, di cui 12 con valutazioni positive; 10, invece, le proposte progettuali avanzate dalle scuole paritarie, di cui solo 3 con valutazione superiore a 60 punti, necessari per accedere ai fondi. L’impegno totale assunto è stato di 135 mila euro a valere sul capitolo 183410 del bilancio regionale, e altri 45 mila euro sul capitolo 183839.

Il gioco come strumento contro i disturbi dell’apprendimento

Una novità, nelle scuole isolane, che utilizzeranno il gioco per prevenire i disturbi dell’apprendimento e del neurosviluppo tra i bambini. “Attraverso il gioco – spiega l’assessore regionale Nuccia Albano – i bambini vengono stimolati maggiormente e l’attività ludica può così diventare uno strumento educativo importante. Attraverso questo programma, vogliamo favorire lo sviluppo armonico delle capacità cognitive, motorie e sociali dei bambini, sperimentando e valutando l’efficacia del gioco come strumento per individuare in maniera precoce eventuali disturbi. Grazie a questo progetto, il governo Schifani fornisce risorse e garantisce la formazione degli educatori per integrare il gioco nell’insegnamento, promuovendo un approccio interdisciplinare tra insegnanti, psicologi, pediatri e altri professionisti”. I progetti dovranno essere svolti nell’anno scolastico 2024/2025 e dovranno essere svolti secondo il modello della “Ricerca-Azione”, favorendo la partecipazione attiva di tutti gli attori coinvolti e consentendo un costante processo di riflessione e miglioramento.

Uno spazio di crescita anche per i professionisti coinvolti

Sarà favorita la creazione di gruppi di lavoro e tavoli di concertazione per stimolare il confronto e la condivisione delle idee. Oltre alle attività prettamente scolastiche, le scuole dovranno organizzare una riunione con il gruppo di lavoro per organizzare un complessivo percorso di sensibilizzazione del territorio e, in via preliminare, formare i docenti che seguiranno il progetti e gli altri professionisti, come neuropsichiatri infantili, pedagogisti, psicologi dell’età evolutiva, terapisti della neuro e psico-motricità, logopedisti e componenti del team di ricerca, in modo da assicurare la corretta attuazione delle metodologie didattiche innovative. Una innovazione che nasce dall’esperienza di tutti, in realtà, ma che viene finalmente riconosciuta anche a livello pedagogico. Basta vedere, infatti, un bambino di qualche anno per rendersi conto di quanto il gioco abbia un ruolo fondamentale nello sviluppo cognitivo, motorio, neuropsicologico, linguistico e sociale.

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