Gregoretti, saranno sentiti Conte, Lamorgese e Di Maio e altri - QdS

Gregoretti, saranno sentiti Conte, Lamorgese e Di Maio e altri

redazione web

Gregoretti, saranno sentiti Conte, Lamorgese e Di Maio e altri

sabato 03 Ottobre 2020

Anche gli ex ministri Toninelli e Trenta. Lo ha deciso il Gup Nunzio Sarpietro dopo una Camera di consiglio. Le udienze il 20 novembre e il 4 dicembre. Salvini, "Tornerò in compagnia". L'avvocato Giulia Bongiorno, "Procedura come da intesa con il M5s"

Su richiesta della difesa e delle parti civili il gup di Catania Nunzio Sarpietro ha disposto, dopo una Camera di consiglio, nell’ambito del procedimento sulla Gregoretti, un’ ulteriore attività istruttoria che prevede, tra l’altro, l’audizione del premier Giuseppe Conte, dei ministri Luciana Lamorgese e Luigi Di Maio e di alcuni ex ministri.

Le udienze il 20 novembre e il 4 dicembre

Il gup ha anche stabilito che il Presidente del Consiglio sarà sentito nella prossima udienza, fissata per il venti novembre nell’aula bunker del carcere di Bicocca.

Nella stessa data saranno sentiti anche gli ex ministri Danilo Toninelli ed Elisabetta Trenta.

Per il prossimo quattro dicembre è stata fissata invece l’audizione dei ministri Di Maio e Lamorgese e dell’ambasciatore Maurizio Messari.

Disposta infine l’acquisizione di documenti sugli altri sbarchi avvenuti nello stesso periodo.

Conte, andrò dal giudice, ci mancherebbe

“Ovviamente a disposizione, ci mancherebbe; quando la magistratura chiama, anche un responsabile politico deve rispondere”.

Così ha risposto ai cronisti il Premier Conte sulla convocazione da parte del Gup di Catania in merito alla vicenda della nave Gregoretti.

“Riferirò – ha aggiunto – tutte le circostanze di cui sono a conoscenza, in piena trasparenza come ho sempre fatto e come sempre farò”.

Gup, verificare sbarchi, anche del Conte 2

“Premesso che la vicenda processuale sorge da un manifesto contrasto di giudizi tra la procura distrettuale e il tribunale dei ministri di Catania” è “compito di questo organo giudicante vista la complessità e l’impegno per la valutazione del fascicolo” di “assumere prove per la decisione di merito”.

Lo scrive il Gup Nunzio Sarpietro nel provvedimento con cui dispone nuovi atti istruttori sul caso della nave Gregoretti.

Sono due le “direzioni” indicate nell’ordinanza dal Giudice dell’udienza preliminare: “una di acquisizioni documentali e l’altra di assunzione testimoniale di soggetti qualificati e informati sui fatti di causa”.

Tra i primi “accertare quanti e quali episodi di sbarchi di migranti simili sotto il profilo degli accadimenti quello della nave Gregoretti si siano verificati nel periodo in cui l’inquisito rivestiva la carica di ministro dell’interno estendo l’accertamento anche ad altri sbarchi avvenuti successivamente anche quando è cambiata la compagine di Governo (Conte 2)”.
Sugli sbarchi devono essere accertati dalla polizia giudiziaria: la data dell’evento, la narrazione degli accadimenti che hanno preceduto lo sbarco, la data di indicazione del pos (porto sicuro) e l’accertamento di quale organo lo ha adottato, verifica degli eventuali procedimenti penali instaurati in relazione ai diversi eventi di sbarco.

“Per fare fare un’adeguata verifica adottata a livello governativo, in materia di immigrazione all’epoca dei fatti e ai rapporti con l’Ue anche con riferimento al cosiddetto ‘Patto di governo’ – osserva il Gup Sarpietro – occorre assumere a verbale il premier Giuseppe Conte, l’allora vicepremier Luigi Di Maio, l’ex ministro dei Trasporti Danilo Toninelli, l’ex ministro della Difesa Elisabetta Trenta, l’ambasciatore Maurizio Massari e il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese”.

“Avevamo chiesto solo Lamorgese”

“Noi abbiamo chiesto solo di sentire il ministro Lamorgese. Non abbiamo chiesto di sentire gli altri” ha dichiarato Giulia Bongiorno, dopo la decisione del gup.

La richiesta di audizione del ministro era stata anticipata da fonti della Lega Nord, con la precisazione che era stata avanzata per sollecitare un approfondimento probatorio da parte del giudice per accertare se le procedure di sbarco indicate nel capo di imputazione sono le stesse seguite tuttora dal governo Conte.

“Procedura come da intesa con il M5S”

Matteo Salvini, a conclusione dell’udienza, ha lasciato il Palazzo di Giustizia senza rilasciare alcuna dichiarazione, ma nella successiva conferenza stampa nel porto di Catania ha detto: “Era la mia prima volta in tribunale da potenziale colpevole e imputato, sono assolutamente soddisfatto di aver sentito da parte di un giudice che quello che si è fatto non l’ho fatto da solo. Era parte di una procedura”.

“Tornerò a Catania in compagnia – ha aggiunto – e mi soddisfa che il giudice interpelli il premier per chiedere: ‘L’anno successivo avete fatto la stessa cosa?’ Ci sono decine di articoli che dimostrano che l’iter è lo stesso”.

Lo stesso ha ribadito il suo legale, l’avvocato Giulia Bongiorno: “Abbiamo sottolineato che la procedura seguita per il caso Gregoretti non era iniziativa estemporanea di Salvini che voleva sequestrare le persone ma la scelta di attendere, prima di far sbarcare i migranti, nell’ambito di una procedura così come prevista nel contratto di governo e dal Consiglio europeo del 2018”.

Giulia Bongiorno sulla sedia rotelle

La Bongiorno è uscita dal Tribunale su una sedia a rotelle perché, in aula, gli è caduto addosso un pezzo di marmo.

La parlamentare ha annunciato un’interrogazione sullo stato dell’edilizia giudiziaria in Italia.

Sarpietro, un Gup antimafia per Salvini

Non appassionato dalle le correnti della magistratura, iscritto a Magistratura Indipendente ma uscito perché “non condivideva il sistema”, da anni impegnato in inchieste antimafia e anticorruzione, con una puntata sull’antiterrorismo e i suoi adepti “in sonno”.

Questo l’identikit di Nunzio Sarpietro, presidente dell’ufficio dei Gip di Catania, che presiede l’udienza preliminare scaturita dalla richiesta di rinvio a giudizio per sequestro di persona dell’ex ministro dell’Interno, Matteo Salvini, per la gestione dello sbarco dei 131 migranti a Siracusa da nave Gregoretti nel luglio del 2019.

Sarpietro, 68 anni, nato a Paternò, nel Catanese, sposato col la procuratrice del Tribunale per i minorenni di Catania, Caterina Ajello, ha 42 anni di esperienza in magistratura che è iniziata nel 1978 nel Tribunale di Caltagirone per poi passare a Catania, come giudice istruttore.

Fu lui, in quel ruolo, ad avviare nel 1985 il primo procedimento alla mafia in Italia con nove imputati, compreso Pietro Rampulla, ritenuto l’artificiere della strage di Capaci.

Sempre da giudice istruttore nel 1990 aprì l’inchiesta sullo sbancamento sull’Etna quando sul vulcano fu decisa dalla protezione civile la deviazione della lava durante l’eruzione del 1983.

Poi passò all’ufficio del Gip di Catania occupandosi di inchieste di mafia, ma anche di colletti bianchi e politica.

Fu lui che, opponendosi a tre richieste di archiviazione, dispose indagini sui vertici dell’allora Pci per la storica vendita della sede del partito.

Poi andò a lavorare a Trieste, come presidente aggiunto dei Gip e poi come magistrato di sorveglianza.

Durante la sua esperienza in Friuli si occupò anche di delicate inchieste su antiterrorismo e gruppi eversivi collegati all’area anarchica e su un’organizzazione mafiosa italo-albanese.

A Trieste subì due furti in casa e il ritrovamento davanti casa di un gatto morto con quattro candele rosse cerchiate da una mezzaluna.

La giornata di oggi: la Camera di consiglio

Sarpietro si era ritirato intorno alle 12 in Camera di consiglio per decidere sulle richieste probatorie dell’udienza preliminare che vede Matteo Salvini, capo della Lega Nord, imputato di sequestro di persona e abuso d’ufficio per la vicenda Gregoretti.

Prima il Gup aveva invitato le parti a concludere brevemente in attesa di decidere sulle richieste probatorie che sono state avanzate, riservandosi di dare nuovamente la parola alle parti dopo la sua decisione sulle richieste probatorie.

Pertanto, in attesa della decisione, la Procura, attraverso il pm Andrea Bonomo, ha chiesto una sentenza di proscioglimento, perché tecnicamente non è più possibile richiedere l’archiviazione.

L’udienza del Gup a porte chiuse

L’udienza preliminare era cominciata poco dopo le dieci, a porte chiuse.

In aula per l’ex ministro Salvini, che, giungendo nel Palazzo di Giustizia di Catania intorno alle nove del mattino, non ha rilasciato dichiarazioni entrando al Palazzo di Giustizia, è presente l’avvocato Giulia Bongiorno, mentre l’accusa è rappresentata dal sostituto procuratore Andrea Bonomo.

In aula è presente anche l’avvocato Massimo Ferrante che rappresenta quattro delle parti lese individuate nel procedimento: una coppia di nigeriani e i loro due figli di dieci e sei anni, fatti sbarcare dopo meno di 24 ore dalla nave della Guardia costiera.

Salvini si gioca tanto

Di certo oggi Salvini è si giocato tanto e non è ancora finita: l’ex ministro dell’Interno, che avrebbe chiesto agli italiani “pieni poteri” il nove agosto del 2019, rischia ancora di essere rinviato a giudizio per sequestro di persona nei confronti dei 131 migranti che, prima di poter sbarcare il 31 luglio 2019, rimasero diversi giorni – da sei effettivi ai tre considerati dalla Procura – sul pattugliatore della Marina militare italiana Gregoretti.

Sequestro di persona fino a quindici anni

Il reato di sequestro prevede condanne fino a un massimo di quindici anni. E poi c’è l’abuso d’ufficio, che secondo alcuni giuristi potrebbe essere l’unica accusa per la quale il capo della Lega Nord verrà rinviato a giudizio dal Gup di Catania Nunzio Sarpietro. Sarà quest’ultimo, infatti, a dover decidere se prosciogliere o meno per i fatti che la Procura etnea aveva chiesto di archiviare ma che il Tribunale dei ministri ha invece sostenuto, ottenendo dal Senato l’autorizzazione a procedere il dodici febbraio scorso.

Legambiente, noi parte civile

Intanto Legambiente nazionale e Sicilia hanno dato mandato all’avvocato Daniela Ciancimino, copresidente nazionale dei Centri D’Azione Giuridica dell’associazione, per la costituzione di parte civile all’udienza preliminare per la richiesta di rinvio a giudizio di Matteo Salvini per il caso Gregoretti.

“Da quarant’anni – dicono Stefano Ciafani e Gianfranco Zanna, presidente nazionale e regionale di Legambiente – lottiamo contro ogni ingiustizia promuovendo un’ecologia umana legata alla centralità delle persone e alla tutela dell’ambiente. Quanto accaduto sulla Gregoretti un anno fa è un fatto grave e inammissibile frutto di scelte politiche inconcepibili”.

“Non si possono giudicare le persone dal loro passaporto e togliere loro la dignità – continuano – e non si possono alzare muri e barricate né chiudere i porti contro il dramma dell’immigrazione. Occorre fare ben altro: bisogna accogliere e aiutare quelle persone – donne, uomini e bambini – che fuggono da guerre, difficoltà, miseria, che subiscono ingiustizie sociali, economiche e ambientali, spesso causate dai Paesi occidentali come i cambiamenti climatici, e combattere ogni tipo di pregiudizio, indifferenza e intolleranza”.

“A tal proposito – concludono – restiamo in attesa della cancellazione da parte dell’esecutivo Conte 2 dei due decreti sicurezza varati dal precedente governo, ancora incredibilmente in vigore”.

Don Ciotti, “Arrestare l’emorragia di umanità”

“A fianco di Legambiente nel suo costituirsi parte civile nella vicenda giudiziaria relativa alla nave Gregoretti”, si dice il presidente di Libera, don Luigi Ciotti.

“E’ una delle tante pagine di cui il nostro Paese, l’Europa, culla dei diritti umani della democrazia, dovranno un giorno rendere veramente conto – afferma -. Perciò è necessario, al di là degli sviluppi giudiziari della vicenda, arrestare l’emorragia di umanità, denunciare le violenze, le ipocrisie, le manipolazioni”.

Per don Ciotti, “la prima cosa da sottolineare è che la persona migrante non è il nemico, semmai la vittima come hanno compreso le tante Ong impegnate a sostenere, accogliere salvare. Le migrazioni ci sono sempre state, fanno parte della storia dell’umanità ma se hanno toccato negli ultimi 30 anni picchi che conosciamo è a causa di un sistema politico ed economico che ha prodotto ingiustizie laceranti, disuguaglianze”.

La seconda cosa da sottolineare, aggiunge, “è che i muri, i fili spinati, le frontiere fortificate non sono solo disumani ma anche inutili. Il corso della storia non si può fermare ma lo si può certo governare. E governare in questo caso significa cominciare a ridurre le disuguaglianze e le ingiustizie, gli squilibri sociali e climatici facendo in modo che ogni persona a ogni latitudine possa vivere una vita libera e dignitosa”.

“Solo così le migrazioni potranno essere contenute e cessare di essere un disperato esodo di massa che nessun muro, nessuna legge potrà mai fermare – conclude il presidente di Libera -. Per governare i fenomeni globali occorrono risposte globali , quelle risposte che mai darà una politica sovranista, con le sue retoriche derive nazionaliste, fasciste e razziste”.

Grasso, morti in mare per il Decreto Salvini

“Sette anni fa la strage di Lampedusa – ha scritto su Fb il senatore Pietro Grasso (LeU) – e purtroppo ancora persone di cui non sapremo mai il nome lasciano nel Mediterraneo le loro speranze. Dobbiamo cancellare i decreti Salvini, interrompere il blocco delle navi impegnate in operazioni di soccorso e aprire una seria trattativa con l’Europa sul tema dell’immigrazione. Perché soccorrere e accogliere chi è in pericolo in mare non è una scelta, ma un dovere morale e giuridico. E non c’è più tempo da perdere”.

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenta

Ediservice s.r.l. 95126 Catania - Via Principe Nicola, 22

P.IVA: 01153210875 - Cciaa Catania n. 01153210875


SERVIZIO ABBONAMENTI:
servizioabbonamenti@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/372217

DIREZIONE VENDITE - Pubblicità locale, regionale e nazionale:
direzionevendite@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/388268-095/383691 - Fax 095/7221147

AMMINISTRAZIONE, CLIENTI E FORNITORI
amministrazione@quotidianodisicilia.it
PEC: ediservicesrl@legalmail.it
Tel. 095/7222550- Fax 095/7374001
Change privacy settings
Quotidiano di Sicilia usufruisce dei contributi di cui al D.lgs n. 70/2017