Criminalità a Palermo, la mappa del potere mafioso

I nuovi rampolli, i mandamenti e la criminalità straniera: ecco la mappa del potere mafioso a Palermo

I nuovi rampolli, i mandamenti e la criminalità straniera: ecco la mappa del potere mafioso a Palermo

Roberto Greco  |
domenica 23 Giugno 2024

Dalla distribuzione di droga ai rapporti con la 'ndrangheta

Secondo quanto indicato dalla Relazione semestrale della Direzione Investigativa Antimafia relativa al periodo gennaio-giugno 2023, in Sicilia coesistono organizzazioni criminali eterogenee e non solo di tipo mafioso. Cosa nostra è presente in tutte le province della regione, mentre la Stidda risulta piuttosto localizzata nell’area centro meridionale dell’Isola, con area di influenza in porzioni delle province di Caltanissetta, Ragusa e Agrigento.

Nella Sicilia occidentale, Cosa nostra, strutturata in mandamenti e famiglie e ancora priva di una struttura di vertice, è stata costretta a rimodulare i propri schemi decisionali, aderendo a un processo orientato verso la ricerca di una maggiore interazione tra le varie articolazioni provinciali. La sua struttura verticistica negli ultimi anni sembra essere stata interpretata secondo schemi meno rigidi rispetto al passato con particolare riguardo alla ripartizione delle competenze territoriali delle proprie articolazioni. 

La criminalità a Palermo

In linea con quanto indicato nella precedente relazione semestrale, Cosa nostra nella città di Palermo ha imposto la propria gestione diretta del traffico e della distribuzione della droga e ambirebbe, in chiave prospettica, ad assumere nuovamente una posizione di leadership nel panorama internazionale. Attualmente l’approvvigionamento dello stupefacente è garantito da solidi rapporti con la ‘ndrangheta, la camorra, nonché altri fornitori stranieri.

Cosa nostra palermitana, che ha rappresentato la principale radice storica del fenomeno mafioso siciliano, ha tentato di opporre alla polverizzazione della struttura di vertice, la c.d. commissione provinciale, diversi tentativi di ricostruzione e di rilancio dell’architettura organizzativa cercando di individuare figure capaci di condensare autorevolezza e leadership riconosciute da tutte le famiglie dei mandamenti. Tuttavia, sembra che le molteplici e costanti attività di contrasto eseguite a Palermo e provincia evidenzino la difficoltà di cosa nostra nel ricostituire un organismo di vertice.

Criminalità a Palermo, chi torna in libertà vuole riacquisire il proprio ruolo

Tale situazione avrebbe favorito l’affermazione a capo di mandamenti e famiglie di giovani esponenti che vantano un’origine familiare mafiosa a cui si affiancano e a volte si contrappongono gli anziani uomini d’onore, che, tornati in libertà, pretendono di riacquisire il proprio ruolo all’interno dell’organizzazione. L’assenza di una struttura di “comando al vertice” comporta perlopiù accordi intermandamentali, basati sulla condivisione delle linee d’indirizzo e sulla ripartizione delle sfere d’influenza tra gli esponenti dei vari mandamenti.

Permane la ripartizione della matrice criminale in 15 mandamenti, 8 in città e 7 in provincia, e 82 famiglie di cui 33 in città e 49 nella provincia, articolazioni tutte gerarchicamente strutturate al loro interno. Il primo semestre del 2023 è stato caratterizzato, nella provincia di Palermo, da diverse operazioni di contrasto alla criminalità organizzata ma non si sono registrati, nel periodo in esame, omicidi riconducibili alla criminalità organizzata, mentre si sono registrati taluni atti intimidatori.

Palermo, la criminalità delle organizzazioni straniere

Con riferimento alla presenza a Palermo di organizzazioni criminali straniere, in passato è stata enfatizzata l’operatività di gruppi cultisti della mafia nigeriana. Questo lo si deduceva dagli esiti delle operazioni di polizia che negli ultimi anni sono state eseguite nel capoluogo siciliano nei confronti di soggetti ritenuti appartenenti ai cults nigeriani che in altre regioni italiane hanno ottenuto la qualificazione giudiziaria di vera e propria organizzazione mafiosa.

L’esame approfondito delle sentenze relative a queste operazioni di polizia induce ad un ridimensionamento della qualificazione mafiosa di tali organizzazioni anche in considerazione dei rapporti criminali intercorrenti con cosa nostra. Non può non considerarsi la significativa presenza di soggetti stranieri in Palermo e in particolar modo nel quartiere Ballarò ove una parte di questi delinque nei settori dello spaccio di stupefacenti o dello sfruttamento della prostituzione.

Criminalità a Palermo, il gruppo nigeriano

Tuttavia, queste attività criminali non sono da considerarsi riconducibili alla operatività nei quartieri di Palermo di cults nigeriani connotati dal metodo mafioso quanto piuttosto a quella di cosa nostra che su quei territori continua a detenere un controllo monopolistico delle attività delinquenziali.

In tal senso, così si esprime la Suprema Corte di Cassazione, con riferimento alla sentenza della Corte di Appello di Palermo nella cui parte finale è stato esaminato l’aspetto del collegamento del supposto gruppo palermitano nigeriano con l’associazione mafiosa Cosa Nostra e, segnatamente, il clan Ballarò, sulla base del dato dichiarativo di alcuni collaboratori, non specificamente contestato con il ricorso, che hanno escluso che il clan “riconoscesse” un’altra associazione mafiosa nigeriana operante sul territorio di Palermo e avente pari levatura mafiosa ammettendo, invece, che loro associazione si avvaleva, come manovalanza, di cittadini nigeriani e che a sgarri di singoli spacciatori hanno ricondotto episodi di pestaggio o allontanamento dal quartiere”.

Criminalità a Palermo, cosa dice la Corte Suprema

La stessa Corte di Cassazione, ha confermato in via definitiva l’assoluzione dall’associazione di tipo mafioso per cinque imputati del troncone del rito ordinario del procedimento noto come operazione “Black Axe”. In particolare, secondo la Suprema Corte, “l’impiego di metodi violenti ai danni degli associati per la risoluzione di contrasti interni non sono di per se sufficienti a connotare l’associazione New Black Movement come mafiosa”.

Pertanto come statuito dal Tribunale di Palermo “la sola previsione di regole interne, anche se particolarmente severe, di sanzioni corporali violente per i sodali che le disattendono o si pongono in contrasto all’interno del gruppo, di cui peraltro è emersa una traccia generica, non costituiscono quella forza di intimidazione prevista dalla norma, che deve necessariamente proiettarsi verso l’esterno. Ovvero necessita l’esternalizzazione della forza d’intimidazione dell’associazione anche se circoscritta a un ristretto ambito territoriale e diretta a soggiogare e porre in uno stato di omertà una ristretta comunità, nel caso straniera nel territorio palermitano”.

Criminalità a Palermo, 39 provvedimenti antimafia nel primo semestre 2023

Sul fronte della prevenzione amministrativa il Prefetto di Palermo ha emesso, nel primo semestre 2023, 39 provvedimenti antimafia interdittivi nei confronti di società sul conto delle quali sono stati rilevati sintomatici elementi di condizionamento mafioso. Tra i settori maggiormente colpiti nel semestre, si evidenzia, in primis, quello sanitario, quello collegato ai servizi funebri e cimiteriali; seguono, quelli riconducibili alla gestione di parcheggi e autorimesse e al commercio all’ingrosso e al dettaglio di prodotti della pesca.

L’attività inibitoria prefettizia del semestre, volta al contenimento dell’espansione inquinante della mafia nei settori dell’economia, ha messo fondamentalmente in luce il collegamento, di natura familiare e non solo, tutt’altro che occasionale e sporadico tra cosa nostra e i titolari di tali iniziative imprenditoriali. Da rilevare che le realtà imprenditoriali oggetto dei provvedimenti interdittivi risultano avviate per lo più nelle zone di competenza dei mandamenti di TOMMASO NATALE-SAN LORENZO, MISILMERI-BELMONTE MEZZAGNO E NOCE-CRUILLAS. L’azione di contrasto alle consorterie mafiose nel periodo in esame è stata perseguita anche mediante i sequestri e le confische di prevenzione antimafia.

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