Il Garante Santi Consolo: “Al Pagliarelli notevoli carenzedi personale e gravi deficienze strutturali” - QdS

Il Garante Santi Consolo: “Al Pagliarelli notevoli carenzedi personale e gravi deficienze strutturali”

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Il Garante Santi Consolo: “Al Pagliarelli notevoli carenzedi personale e gravi deficienze strutturali”

Roberto Greco  |
giovedì 17 Agosto 2023

“Solo quattro psicologi a fronte di circa 250 detenuti che necessitano di cure”

Il dottor Santi Consolo è, dal 3 maggio scorso, il Garante per la tutela dei diritti fondamentali dei detenuti in Sicilia e per il loro reinserimento sociale della Regione Sicilia. Magistrato oggi in quiescenza, nei suoi incarichi precedenti, è stato capo del dipartimento dell’amministrazione penitenziaria presso il ministero della Giustizia e nel 2014 ha svolto funzioni di procuratore generale presso la Corte d’Appello di Caltanissetta e quella di Catanzaro. E’ anche stato componente togato del Csm. A lui il QdS ha chiesto di commentare il contenuto della lettera pervenutaci dalla Casa Circondariale “Antonio Lorusso” di Palermo, il Pagliarelli.

Dottor Consolo, come lei sa la nostra redazione ha ricevuto una lettera firmata da 127 persone detenute presso la Casa Circondariale “Antonio Lorusso” di Palermo. Nella lettera si lamentano alcune situazioni specifiche relative alla vivibilità della struttura. Qual è il suo giudizio, nel complesso, della struttura in oggetto?
“Ai primi di luglio ho espletato una lunga visita presso il ‘Pagliarelli’ e ho riscontrato, fra l’altro, notevoli carenze di personale in tutti i settori e gravi deficienze strutturali che in questi ultimi anni hanno determinato ulteriori degrado. In esito alla visita non mi sono limitato a fare un comunicato stampa, ma ho anche inviato missive alle Autorità competenti a provvedere con la doverosa urgenza che la situazione richiede, suggerendo anche soluzioni immediate già positivamente sperimentate quando ero Capo del DAP“.

Veniamo allo specifico. Da un lato viene messo in evidenza il sovraffollamento, in realtà dato comune in quasi tutte le strutture italiane, e contemporaneamente viene evidenziata l’impossibilità di poter fruire di quella che loro definiscono la “saletta”, ossia lo spazio comune in cui vivere la socialità, viste le sue esigue dimensioni…
“L’attività trattamentale all’esterno delle camere destinate al solo pernottamento non si può soddisfare, in via principale, con la fruibilità della c.d. ‘saletta’. Nella compatibilità delle diversificate condizioni anche giuridiche dei ristretti, andrebbero attuate ben altre progettualità trattamentali, ma ciò sconta le gravi carenze di personale dell’istituto ‘Antonio Lorusso’“.

Nella lettera si fa anche riferimento all’art. 35 ter dell’Ordinamento Penitenziario che consente al detenuto di essere sottratto con rapidità da una situazione che genera la violazione del suo fondamentale diritto a non subire trattamenti inumani e al contempo di conseguire un ristoro per la violazione subita. Ritiene che quanto prevista da questo articolo possa essere applicato all’attuale situazione della struttura palermitana?
“Certamente. L’art. 35 ter, Codice penitenziario, prevede rimedi risarcitori, tramite reclami alla Magistratura di Sorveglianza per eventuali protratti trattamenti inumani e degradanti in violazione dell’art.3 della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali. Considerate le doglianze di un numero rilevante di detenuti, allocati tutti nel medesimo reparto, sarebbe opportuno, ove non già fatto, a mio modesto avviso e nel pieno rispetto delle altrui competenze, una visita attuale, diretta e personale del Magistrato di Sorveglianza competente“.

Altro aspetto, non ritenuto secondario, è quello relativo all’assiduità della presenza di assistenti sociali, psicologi e/o psichiatri. Qual è la situazione attuale della struttura dal punto di vista dell’assistenza sanitaria?
“Sotto il profilo dell’assistenza sanitaria, si riscontrano gravi carenze soprattutto nella fascia oraria pomeridiana, ove sovente è presente un solo medico, e ancor peggio durante la notte quando è presente solo un medico a fronte dell’assistenza di oltre 1000 detenuti. Anche nel settore psichiatrico vi è un solo psichiatra effettivo e 2 pensionati con contratto a breve termine. Insufficienti anche gli psicologi, solo 4, ove si consideri che i detenuti che necessitano di cure, a prescindere dai tossicodipendenti, sono circa 250”.

I mittenti della lettera evidenziano una sorta di speculazione sui prezzi dei generi alimentari acquistabili all’interno della struttura. Come vengono organizzate, e controllate, tale attività?
“Sulla questione ho già avuto interlocuzione per le vie brevi con la Direttrice che mi ha assicurato una Sua diretta vigilanza. Sarebbe comunque opportuno che venissero segnalati i generi, specie di comune consumo, ritenuti acquistabili a prezzi particolarmente elevati“.

Al di là delle singole istanze presentate, è evidente che si denota un grosso malessere che, come indicato nella lettera, potrebbe sfociare in uno sciopero della fame. Per evitare che tale iniziativa possa essere prodromica a una più radicale protesta, a suo avviso cosa è possibile fare nell’immediato?
“Immediata implementazione del capitolo ‘mercedi ai detenuti’ e riavvio di lavori, con la supervisione degli agenti di Polizia Penitenziaria addetti alla MOF (la Manutenzione Ordinaria Fabbricati, ndr), di tutte quelle piccole progettualità che manifestino immediatamente la ferma determinazione di voler davvero migliorare la struttura e rendere più accettabile la vivibilità. La ‘Casa’ di reclusione è denominata tale perché deve essere curata, nell’interesse di chi vi abita e di chi vi lavora“.

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