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In vino veritas

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In vino veritas

Giovanni Pizzo  |
sabato 30 Settembre 2023

Il "nemico" del vino siciliano è chiaro: si tratta del cambiamento climatico e le autorità dovranno mettersi a lavoro per salvare uno dei prodotti locali simbolo dell'isola. Il commento.

Quale è la verità sul vino siciliano? A Marsala l’allarme sul vino è grande, ed il settore è in profonda crisi. Qualche giorno fa Sindaci e viticoltori hanno fatto, gesto insolito, una marcia di protesta per difendere  questa culla del vino. Questo è il territorio più vocato alla viticoltura in Sicilia, le sue colline dolci sono ridondanti di vigneti di catarratto, insolia, moscato, grillo, zibibbo, e tutti quei vitigni non autoctoni, ma che qui hanno rese eccellenti, che in questi trent’anni sono stati impiantati in questi terreni, che hanno caratteristiche organolettiche che premiano da secoli il valore della vite.

Il problema di oggi è la peronospora che ha infestato le viti, riducendo di oltre il 50% la resa dell’uva in queste contrade. Questa crisi tocca non un comparto ma un’intera comunità. Il vino è casa di tutti in questo territorio, non solo con aziende familiari, nella continuità del segno tracciato dai Florio, ma anche con un forte ruolo della cooperazione in un contesto di impresa diffusa. 

Ma quali sono le origini di questa crisi? Oggi il nemico è chiaro, il cambiamento climatico, con effetti variabili sul settore agricolo, si è abbattuto come uno tsunami. Prima oltre 10 giorni di pioggia a giugno, mai successo a memoria d’uomo, poi il lungo caldo torrido di luglio con punte eccezionali e continuità prolungata nei giorni. Questo nonostante i trattamenti hanno creato le condizioni per l’attacco della peronospora che ha lesionato i vitigni. 

Ma la Sicilia, la sua classe dirigente, si rende conto dell’impatto che il cambiamento del clima avrà sul primo fronte dell’Europa? Ci attende il deserto e lo spopolamento tramite migrazioni che contestiamo alle nazioni frontaliere? 

Se non riusciamo a difendere un prodotto simbolo della Sicilia, con potenziale valore aggiunto, quelle futuro possono avere altri settori? Saremo solo un serbatoio di fotovoltaico come il deserto tunisino?  

Poi non c’è solo crisi, meno resa, ma rese di qualità eccellente, per chi resiste ed ha investito in qualità e marketing. Quindi come tutto in Sicilia è in chiaroscuro. Un gioco di luci ed ombre. Intanto qui, mentre a Palermo la Regione guarda il clima ed i suoi effetti come uno sconosciuto accidente, la protesta popolare monta, e non può certo solo consolarsi nell’alcool. 

Così è se vi pare.

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