Istruzione domiciliare e in ospedale, arrivano i fondi - QdS

Istruzione domiciliare e in ospedale, arrivano i fondi

Michele Giuliano

Istruzione domiciliare e in ospedale, arrivano i fondi

mercoledì 17 Marzo 2021

Quasi 100 i docenti coinvolti, 57 percorsi attivati a sostegno degli alunni. Dal Miur alla Sicilia 300mila euro per il sostegno alle due misure

PALERMO – Scuola in ospedale e domiciliare, due possibilità poco utilizzate ma che possono essere di grande aiuto per ragazzi con problemi di salute gravi, costretti a rimanere chiusi in casa o peggio ospedalizzati per lunghi periodi di tempo.
Sono soluzioni attivate anche in Sicilia, grazie ai fondi stanziati dal Miur e dall’Ufficio scolastico regionale.

Si tratta di poco più di 300 mila euro che verranno stanziati al liceo scientifico “Benedetto Croce” di Palermo, scuola polo regionale per “la scuola in ospedale e l’istruzione domiciliare” e si occuperà della ripartizione dei fondi per l’anno scolastico 2019/20: quasi 24 mila euro andranno ai docenti che si occuperanno dell’insegnamento ospedaliero, all’incirca un centinaio; poco più di 100 mila euro andranno alle scuole che hanno attivato progetti di istruzione domiciliare, parliamo in totale di 57 percorsi. La cifra rimanente, poco meno di 200 mila euro, per l’eventuale finanziamento di ore aggiuntive per le discipline di indirizzo della scuola secondaria di II grado e per le iniziative di formazione sia per la scuola in ospedale che per l’istruzione domiciliare.
La scuola in ospedale configura un’offerta formativa decisamente peculiare, sia per destinatari, alunni ospedalizzati, e modalità di erogazione.

Nata da un’esperienza episodica sulla base della disponibilità e volontà di singoli operatori e istituzioni, nel tempo è diventata una struttura con una sua precisa identità, facilmente riconoscibile e realmente integrata. L’intervento è volto ad assicurare agli alunni ricoverati pari opportunità, mettendoli in condizione di proseguire lo sviluppo di capacità e competenze, in modo da facilitare il loro reinserimento nei contesti di appartenenza e di prevenire eventuali situazioni di dispersione scolastica. Questa è la funzione fondamentale del docente in ospedale che, oltre a garantire un “ponte” tra la famiglia e l’ospedale, ha anche il delicato compito di promuovere il diritto all’istruzione in un contesto così delicato e complesso.

La scuola in ospedale in Italia nasce intorno agli anni ’50, quando in alcuni reparti pediatrici – con l’ausilio di docenti di scuola primaria – furono aperte delle sezioni di scuole speciali per fornire un sostegno didattico ai piccoli pazienti ed evitare le difficoltà tipiche del rientro nella classe di provenienza. Allora i ricoveri erano lunghi, e notevoli le difficoltà incontrate dal minore nel recuperare il programma e mettersi in pari con gli altri.

L’altra faccia della stessa moneta è l’istruzione domiciliare, che si propone di garantire il diritto/dovere all’apprendimento, nonché di prevenire le difficoltà degli alunni colpiti da gravi patologie o impediti a frequentare la scuola per gravi motivi di salute. Il servizio è erogato per gli alunni che, a causa della temporanea malattia, non possono frequentare la scuola per più di 30 giorni, iscritti a scuole di ogni ordine e grado, anche paritarie, a seguito di formale richiesta della famiglia e di idonea e dettagliata certificazione sanitaria, in cui è indicata l’impossibilità a frequentare la scuola.

Per una definizione puntuale del progetto didattico, le certificazioni indicheranno anche la gravità della malattia, il genere, e l’incidenza degli interventi terapeutici che impongono l’ospedalizzazione, la domiciliarizzazione e pregiudicano la frequenza scolastica. Un grande aiuto per tanti ragazzi, non solo per evitare che perdano settimane o mesi della propria istruzione, ma anche, dal punto psicologico, un supporto per continuare, pur in un momento di difficoltà oggettiva, di continuare a vivere una “normalità” a cui tornare il prima possibile.

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