La maggioranza sai è come il vento - QdS

La maggioranza sai è come il vento

Antonino Lo Re

La maggioranza sai è come il vento

Giovanni Pizzo  |
giovedì 08 Febbraio 2024

Per due volte di seguito in pochi giorni, la maggioranza di centrodestra in Sicilia è volata via come un refolo di vento

Per due volte di seguito in pochi giorni, su due votazioni estremamente politiche, il salva deputati e la resurrezione delle Province, la maggioranza di centrodestra in Sicilia è volata via come un refolo di vento. Modugno nella famosa canzone parlava di Lontananza, che è quella tra gli alleati, di un anno e poco fa, al governo della Regione Siciliana. Entrambe le norme erano proposte dalla maggioranza, con il bollino del governo e la presenza non casuale del Presidente Schifani a Sala d’Ercole.

Entrambe le volte una sconfitta, più per franchi tiratori interni che per meriti delle opposizioni. Il fronte divisivo non è solo tra forze politiche, ma anche all’interno di esse. Sono saltate alcune ragioni dello stare insieme nei gruppi e nella maggioranza. Fino ad ora si potevano fare dei comunicati in cui i giornali venivano tacciati di inventarsi false camarille, ma oggi quel 40 a 25 con cui è stata affossata la norma che resuscitava le Province, norma programmatica del centrodestra, c’è la dura legge dei numeri. La proporzione della debacle impone una riflessione molto seria al Presidente Schifani.

Come continuare, soprattutto con il frazionismo che innescherà la corsa elettorale europea, la legislatura in queste condizioni? Minacciare dimissioni risulta solo uno sterile esercizio stilistico per qualche titolo sui quotidiani, magari nazionali, il nodo, ovviamente, è politico. E non assume in questo momento generale solo una valenza siciliana. È chiaro che alcuni dei franchi tiratori non agiscono senza coperture fuori dall’isola. Poi certamente ci sono gli scontenti di un quadro di nomine di sottogoverno, non solo i direttori delle Asp, che premia solo le persone in giunta e non coloro che complessivamente formano la maggioranza.

Una volta i partiti si facevano carico di mediare tra il partito degli assessori ed il resto di una maggioranza politica, oggi sembra che questo ruolo sia inesistente. Renato Schifani ha, purtroppo per lui, il cerino in mano, e sembra che il lavoro da compiere, al di là delle comunicazioni a volte non comprensibili, sia decisamente arduo. Può esserci una crisi di governo? È più probabile che ci sia un rimpasto, solo che in queste condizioni dovrà essere affrontato prima del voto europeo e non dopo come era prevedibile. Perché arrivare al redde rationem in queste condizioni rischia di innescare una spirale dissolutoria.

Così è se vi pare

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