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La solita Sicilia

Antonino Lo Re

La solita Sicilia

Giovanni Pizzo  |
mercoledì 17 Aprile 2024

Certo questo è un colpo al centrodestra isolano, nel suo epicentro ribollente, Catania

Sotto un vulcano c’è spesso attività sismica. È quello che sta accadendo sotto l’Etna, prima gli arresti a Paternò, neo capitale siciliana, feudo del Presidente del Senato La Russa, terremotata la giunta, a seguire il blitz della procura etnea a Tremestieri, appendice di Catania. Qui la vicenda colpisce anche la Regione, viene sospeso dagli uffici, in via cautelare il vicepresidente della Regione Siciliana Luca Sammartino, dominus della Lega in Sicilia.

Tutto questo sotto elezioni, europee ed amministrative, ovviamente. I luoghi comuni su giustizia ad orologeria si sprecheranno, ma nulla sembra vero quanto il verosimile. Certo questo è un colpo al centrodestra isolano, nel suo epicentro ribollente, Catania. Ora Schifani ha una grossa gatta da pelare, e sicuramente congelerà tutto a dopo il voto, qualunque mossa faccia ora rischierebbe di sbagliarla, probabilmente si prenderà l’interim, anche se l’Agricoltura con un’estate bollente, e senza acqua, è pratica incendiaria. Tutti questi fatti giudiziari sono appena all’inizio, e nessuno è colpevole certamente, ma sono entrambi assimilati da una parola, voto di scambio politico mafioso. La solita parolina magica, in senso negativo, diabolica, che dai tempi di Circe sembra abbia stregato l’isola ed i suoi abitanti, soprattutto quelli che fanno politica.

Come nelle tresche amorose si cerca di modificare il destino con pozioni magiche, così in quelle politiche per arrivare all’amato consenso si praticano arti di scambio oscuro con tizi poco raccomandabili. Scorciatoie per avere più voti, per battere, in alcuni casi surclassare, i concorrenti, per dimostrare forza. Non è un problema catanese, o di queste indagini, appena iniziate e certamente non esaustive. È un problema siciliano, la lotta per il potere non conosce sosta e regole del gioco. Ma poi la farina del diavolo va sempre in crusca, e chi paga il conto del pane scadente?

Noi siciliani, tutti, nessuno escluso, considerati complici di un sistema che ci fa percepire inaffidabili e, purtroppo, ancora mafiosi, culturalmente legati alla logica della sopraffazione. Pagine dei giornali locali e nazionali a dipingerci come la solita Sicilia, forse avevamo invidia della notorietà della Puglia e vogliamo riprenderci lo scettro. In Sicilia, purtroppo, non cambia mai nulla. E per questo i migliori giovani se ne vanno, lo hanno capito da tempo.

Così è se vi pare

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