Lavorare nel mondo dello spettacolo in Sicilia non è per nulla conveniente - QdS

Lavorare nel mondo dello spettacolo in Sicilia non è per nulla conveniente

Michele Giuliano

Lavorare nel mondo dello spettacolo in Sicilia non è per nulla conveniente

mercoledì 20 Luglio 2022

La media di retribuzione è di circa di 8 mila euro l’anno su un totale di quasi 12 mila lavoratori. Poche giornate retribuite e paghe basse, specialmente se si guarda alla media italiana

PALERMO – Lavorare nel mondo dello spettacolo in Sicilia non è assolutamente conveniente. Nel 2021 sono stati appena 11.782 i lavoratori nell’anno, con una retribuzione media di 7.718 euro a persona; in totale, sono state poco più di un milione le giornate retribuite nel corso dello scorso anno.

Cifre esigue, se si guarda al dato nazionale presentato dall’Inps: nel 2021 il numero di lavoratori dello spettacolo con almeno una giornata retribuita nell’anno è di 312.123 unità, con una retribuzione media annua di 10.287 euro e un numero medio annuo di 86 giornate retribuite.

In percentuale, quindi, in Sicilia hanno lavorato appena il 3,77% del totale degli operatori dello spettacolo italiani, guadagnando il 25% in meno rispetto ai colleghi al di là dello stretto di Messina. A livello provinciale, il maggior numero dei lavoratori dello spettacolo si registra in provincia di Palermo e Catania, in cui le due città, con una vita culturale e sociale più intensa, la fanno da padrone rispetto a territori meno urbanizzati. Escluse queste due province, per il resto dell’Isola i lavoratori dello spettacolo sono effettivamente in numero estremamente esiguo: in provincia di Caltanissetta appena 177, nel territorio di Enna solo 63, 290 ad Agrigento, 453 a Ragusa, 696 a Siracusa, 1.090 a Trapani.

I numeri regionali vengono confermati dalla distribuzione geografica per macro aree: il 43,1% del totale nazionale lavora nelle regioni del centro, a seguire il nord-ovest con il 25%, sud e isole con il 16,4% e il nord-est con il 15,5%. Molto differenziati risultano anche i livelli retributivi tra le regioni: nel nord-ovest, i lavoratori nel 2021 hanno percepito il 36% in più (14.032 euro) rispetto al dato medio nazionale, nel centro le retribuzioni medie risultano in linea con il dato nazionale, infine nelle altre aree le retribuzioni risultano decisamente inferiori.

A livello nazionale, il 2021 è stato un momento di crescita rispetto all’anno precedente: i lavoratori hanno avuto un aumento di quasi 49.000 unità (+19%) rispetto al 2020, anno della pandemia; ciò nonostante, diversi risultano gli effetti sul numero medio di giornate retribuite (-6,0%) e sulla retribuzione media nell’anno (-2,0%). All’interno del settore, le professioni che hanno registrato una ripresa maggiore sono state quelle del gruppo attori, aumentati di oltre il 49% tra il 2020 e il 2021 e quelle del gruppo concertisti e orchestrali aumentati del 26%.

L’unico gruppo che ha fatto registrare, rispetto al 2020, una riduzione (-2,0%) è quello del ballo, figurazione e moda. In termini numerici, il gruppo degli attori continua a essere il più numeroso con 92.505 occupati, coprendo il 30% del totale; al suo interno, è rilevante la quota della categoria dei “generici e figuranti speciali” che nel 2021 conta 63.441 lavoratori. Da rilevare come si siano concentrati principalmente nel Lazio, con 49.888 lavoratori, per la presenza di Cinecittà.

All’interno della categoria rientrano anche gli sportivi professionisti, 8.463 in tutto, con almeno un contributo versato nell’anno 2021; il 92,5% è costituito dagli appartenenti alla Federazione Calcio. Nello specifico, nel 2021 nel complesso si registra un incremento del 4,2% del numero di lavoratori rispetto all’anno precedente, mentre gli sportivi delle altre federazioni presentano una diminuzione pari a -1,9%. A livello territoriale, più della metà degli sportivi professionisti lavora al nord (54,3%), soprattutto al nord-ovest (32,2%).

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