Le buche di Palermo - QdS

Le buche di Palermo

Antonino Lo Re

Le buche di Palermo

Giovanni Pizzo  |
giovedì 23 Maggio 2024

Un uomo ancora giovane non c’è più, è caduto in una buca che si è aperta sulla vecchia circonvallazione di Palermo

Il morto, come sempre accade nell’incuria prolungata, è arrivato. Un uomo ancora giovane non c’è più, è caduto in una buca che si è aperta sulla vecchia circonvallazione di Palermo. Che poi non è una circonvallazione, ma una strada cittadina, visto che sega in due lo sviluppo di una città che si è espansa con enormi quartieri oltre la cosiddetta circonvallazione, rendendola obsoleta, vecchia, mai manutenzionata e pericolosa.

Ci vorrebbe una tangenziale per decongestionare il traffico e collegare l’autostrada verso Mazara e l’aeroporto. Un morto, non certo il primo, che simboleggia la povertà strutturale di Palermo. Per fare i funerali del deceduto si è dovuto fare una colletta di quartiere, il Comune responsabile simbologico di questa morte non ha partecipato, aspetta gli esiti forse dell’inchiesta aperta. Palermo, lo scriviamo da anni è una città che definire malmessa è un eufemismo, rotta, sdrucita, delabrè come i vecchi divani di zie zitelle ottuagenarie. Da quarant’anni non ha praticamente più manutenzione, la fa svolgere senza mezzi, a società partecipate più disastrate delle strade o condotte che dovrebbero riparare.

Il problema è sempre quello, l’eterna mancanza di piccioli, di fondi in bilancio per la spesa corrente. Perché è praticamente impossibile fare manutenzione ordinaria e straordinaria con risorse di progetto, PNRR o altro, non c’è Sindaco o Assessore che possa far nulla. Bisogna avere contratti di servizio, con aziende qualificate, con una manutenzione programmata, continuativa. Ma il Comune non ha una lira e si arrangia, e la gente muore, muore di buche, pertusi, buchi neri dove sprofonda il concetto stesso di comunità. Per fare una vera manutenzione straordinaria, di strade, marciapiedi, caditoie, dopo decenni di degrado, ci vorrebbero almeno 200 mln, e tutto si ferma davanti al muro da scalare, come si fa?

C’è una sola strada immediata per il Comune, vendersi la partecipazione nell’aeroporto cittadino, come da tempo suggerisce il presidente Vito Riggio, non è mestiere comunale ma industriale. E con quei soldi aggiustare questa città a pezzi, rotta, scarsamente illuminata, forse per vedere meno brutture e meno buche. E la gente muore o finisce in ospedale, numeri incivili, tragedie evitabili. Vendere il patrimonio è l’unica soluzione per i nobili decaduti, come Palermo maestosa ma diruta.

È così se vi pare.

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