Mafia, cento milioni confiscati a imprenditore di Monreale - QdS

Mafia, cento milioni confiscati a imprenditore di Monreale

redazione web

Mafia, cento milioni confiscati a imprenditore di Monreale

venerdì 04 Giugno 2021

A tanto ammonta il valore di appartamenti, terreni, conti bancari e compendi aziendali, tra i quali un complesso turistico che al tempo ospitava anche ville in possesso di boss trapanesi a lui legati

Beni per cento milioni di euro sono stati confiscati all’imprenditore
Calcedonio Di Giovanni, di 82 anni, di Monreale, nel Palermitano, per decisione della Corte d’appello che ha confermato quanto deciso dal tribunale di Trapani nel 2016 su proposta del direttore della Dia.

L’imprenditore, dagli inizi degli ani Settanta, si era legato ai clan del mandamento di Mazara del Vallo (Trapani) per i quali riciclava denaro sporco e aveva finito di realizzare un complesso turistico sul litorale di un altro Comune del Trapanese, Campobello di Mazara, il residence Kartibubbo dove, secondo quanto accertato dalla magistratura, erano stati investiti i capitali mafiosi accumulati con traffico di droga e contrabbando di sigarette.

Il residence era balzato agli onori della cronaca nell’agosto del 1995 quando una turista era morta folgorata mentre si faceva la doccia e nel corso delle indagini, oltre all’inefficienza degli impianti elettrici, gli investigatori avevano scoperto che Di Giovanni rubava energia elettrica all’Enel allacciandosi abusivamente alla rete.

In anni più recenti, l’uomo ha avuto accesso a rilevanti finanziamenti pubblici nazionali e comunitari, coinvolgendo nei propri progetti anche gli interessi di mafiosi di Castelvetrano (Trapani).

Le investigazioni della Dia avevano permesso di accertare l’esistenza di una palese situazione di sperequazione fra i redditi dichiarati dall’imprenditore e i beni accumulati negli anni.

Indagato per più di una dozzina di reati tra abusi e truffe collegati all’attività di imprenditore edile a Di Giovanni, nonostante l’età avanzata, nell’attuale inchiesta erano stati inflitti tre anni di sorveglianza speciale, con obbligo di dimora nel luogo di residenza.

L’attuale confisca, che non è la prima, ha riguardato il patrimonio mobiliare, immobiliare e societario: appartamenti, terreni, conti bancari e compendi aziendali tra cui un complesso turistico che al tempo ospitava anche ville in possesso di boss mafiosi.

É stata confermata anche la misura di prevenzione della sorveglianza speciale.

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