ManifestA, la politica dalla parte delle donne e degli emarginati - QdS

ManifestA, la politica dalla parte delle donne e degli emarginati

Patrizia Penna

ManifestA, la politica dalla parte delle donne e degli emarginati

sabato 26 Febbraio 2022

La deputata catanese Suriano racconta al QdS la nuova componente alla Camera. “La rappresentanza femminile deve essere conquistata con un percorso naturale. Pari opportunità e violenza di genere? Battaglie che fanno parte del nostro Dna politico”

ROMA – “Ci sono tanti dati positivi e di assoluto valore che accompagnano la nascita di questa nuova componente alla Camera, a cominciare dal fatto che siamo tutte donne”.
Con queste parole, la deputata catanese Simona Suriano ha illustrato il progetto ManifestA, Potere al Popolo, Partito della Rifondazione Comunista-Sinistra Europea insieme alle colleghe con le colleghe che hanno dato vita alla componente: Doriana Sarli, Yana Ehm e Silvia Benedetti.

“Abbiamo quindi condiviso un percorso che ci ha portate ad essere la voce nel Palazzo di un mondo fatto di associazioni, movimenti, lavoratori e lavoratrici. La componente si chiama ManifestA perché manifesta il nostro essere un appello affinché i cittadini, quelli che noi abbiamo incontrato in quest’anno, che sono gli emarginati, gli esclusi, coloro che non hanno voce dentro le istituzioni, abbiano il coraggio di manifestare il loro dissenso”, ha proseguito Suriano. Che aggiunge: “Vogliamo, con i partiti che ci rappresentano e che ci hanno gentilmente concesso il simbolo come Potere al popolo e Rifondazione comunista, rappresentare – insieme alle associazioni e ai comitati – la voce di chi sta soffrendo. Vogliamo dare voce a queste persone e quindi la nostra componente vuole essere un’aggregazione di tutti questi movimenti e anche di partiti che si riconoscono nella sinistra alternativa perché a nostro avviso la sinistra non è più presente in Parlamento”.

Il Quotidiano di Sicilia, da sempre attento a dare voce a tutte quelle iniziative che mettono al centro la forza delle donne in un’ottica di cambiamento, ha intervistato Suriano.

Onorevole Suriano, perché nasce ManifestA?
“ManifestA nasce per dare voce e possibilità di rappresentanza a chi si schiera dalla parte dei lavoratori e delle lavoratrici, dalla parte degli ultimi, degli esclusi, delle minoranze, dalla parte di chi non accetta governi figli di accordi irricevibili. Con le mie colleghe di gruppo abbiamo quindi condiviso un percorso che ci ha portate ad essere la voce nel Palazzo di un mondo fatto di associazioni, movimenti. La componente si chiama ManifestA perché manifesta il nostro essere un appello affinché i cittadini, quelli che noi abbiamo incontrato in quest’anno, che sono gli emarginati, gli esclusi, coloro che non hanno voce dentro le istituzioni, abbiano il coraggio di manifestare il loro dissenso e per rappresentare la sinistra, quella vera.

Tutte donne le componenti: avete in mente di portare avanti progetti legati in modo specifico alle pari opportunità?
“Il fatto di essere tutte donne nel gruppo è un caso ma ci siamo ritrovate sempre sul tema delle pari opportunità, della lotta contro la violenza di genere. Sono battaglie che fanno parte del mio, e del nostro, Dna politico e chiaramente proseguiremo su questo solco. Ricordo ad esempio la battaglia condotta con la signora Zizzo, la donna che ha perso una figlia uccisa dall’ex marito, per il riconoscimento di un indennizzo agli altri figli. Lo Stato deve essere vicino in questi casi”.

Le quote rosa in politica e nelle istituzioni funzionano?
“Sono favorevole ma credo che non debbano essere delle riserve indiane. La rappresentanza femminile deve essere conquistata con un percorso naturale e culturale e non indotto, altrimenti continuerà questa sorta di esclusione. Quindi va bene la battaglia sul piano legislativo senza abbassare la guardia nelle agenzie di socializzazione: scuola, famiglia, associazionismo”.

Lei è catanese: attraverso ManifestA intende portare avanti istanze che nello specifico provengono dalla Sicilia?
“Certamente, la Sicilia è il mio territorio e ho sempre lavorato per le istanze dei cittadini del mio collegio. Da ultimo mi sono recata all’ospedale di Siracusa per una ispezione dopo la richiesta del gruppo “Insorgiamo Siracusa” per vagliare le carenze della sanità pubblica. Ma sto seguendo con attenzione anche le vicende del mondo del lavoro: la vertenza Pfizer, il mancato investimento di Intel a Catania, il dramma dell’emigrazione giovanile nonché i problemi, gravi, emersi nell’Università di Catania scoperchiati dall’inchiesta Università Bandita”.

Twitter: @PatriziaPenna

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